Recensione Weekend of a Champion (2012)

Un ritratto lusinghiero e interessante di Sir Jackie Stewart nel bel documentario di Frank Simon e Roman Polanski, che non sembra risentire dei quarant'anni trascorsi dalle riprese.

Colazione col campione

Nel 1971 il documentarista Frank Simon, in collaborazione con il produttore, amico e appassionato di motori Roman Polanski, girò un documentario incentrato sul grande pilota scozzese Jackie Stewart alle prese con il gran premio di Montecarlo. Il film fu presentato l'anno seguente al festival di Berlino per poi diventare praticamente irreperibile fino ad oggi. Quarantadue anni dopo, la pellicola è fuori concorso al Festival di Cannes, con una versione riveduta e corretta (e più breve di quasi mezz'ora) rispetto al documentario d'epoca ma con in aggiunta una breve coda in cui gli amici Roman e Jackie si reincontrano a Montecarlo nella stessa stanza di allora per ricordare i tempi andati e soprattutto per commentare quanto sia cambiato in questi otto lustri il mondo della Formula 1.

Per chi non lo conoscesse, Sir Jackie Stewart è una vera e propria leggenda della Formula 1: non solo tre volte campione del mondo con la Tyrrell, è stato anche meccanico, commentatore, caposquadra; e nonostante avesse lasciato gli studi appena a quindici anni e fosse assolutamente incapace di leggere a causa di una grave forma di dislessia diagnosticatagli solo da adulto, Stewart fu un vero e proprio leader per tutti i piloti, non solo della sua squadra, un vero e proprio "rivoluzionario" della F1 che portò avanti per anni una battaglia (vincente) a favore di una maggiore sicurezza per i piloti. Uomo di grande personalità, vide morire uno dopo l'altro tanti dei suoi amici e colleghi, ma continuò a correre, vincere e fare da mentore grazie al suo istinto innato e al sua grande carisma.
Tutti questi elementi emergono nel bel documentario di Simon che non sembra risentire dei quarant'anni trascorsi, ma offre uno sguardo dall'interno sul mondo della Formula 1, sul Jackie Stewart uomo e pilota e in particolare sull'amatissima pista di Montecarlo. Il documentario è infatti incentrato tutto sulla corsa che si disputò nel maggio del 1971: dalle prime prove fino alla cena di premiazione (con presente anche la magnifica Grace Kelly, Principessa di Monaco), nessun momento della preparazione (o della stessa gara) a questa importantissima vittoria può sfuggire alla macchina da presa quasi sempre posizionata proprio dietro il pilota e nessun argomento viene precluso al prestigioso intervistatore Roman Polanski; sono quattro giorni di riprese in cui l'indiscusso talento di Stewart emerge anche solo nei dettagli, nella sua attenzione a studiare gli avversari o a discutere delle sue tecniche, ma vengono fuori anche la sua disponibilità e la sua simpatia.

Il finale invece è dedicato al gran premio di quarant'anni dopo, sempre a Montecarlo, sempre con Polanski e Stewart; si parla delle origini dello Stewart pilota, del suo costante timore di essere inferiore ai suoi rivali, della dislessia per tanto tempo nascosta. Si parla soprattutto di sicurezza, di tragici incidenti e della violenza della F1 di allora, di uno sport che ha fatto troppe vittime, spesso illustri. Jackie Stewart invece sembra lo stesso di allora, con il suo forte accento scozzese, con la sua capacità di raccontare quella passione che ancora oggi gli fa brillare gli occhi.

Movieplayer.it

3.0/5