Recensione Red Amnesia (2014)

Presentato erroneamente come un thiller, Red Amnesia segue le vicende di una vedova alle prese con i fantasmi che porta dentro di sè e le paure della vita quotidiana.

Tante possono essere le paure della nostra vita di tutti i giorni, tante ed affrontabili nei modi più disparati. Le più complesse da affrontare sono però quelle che ci portiamo dentro, nell'intimo del nostro cuore. Paure spesso indefinibili, ovviamente poco tangibili e per questo diventano spesso più spaventose.

È forse per questo, e da questo punto di vista, che può avere senso definire un thriller (o forse sarebbe meglio dire mistery) Red Amnesia di Wang Xiaoshuai, inserito nella selezione ufficiale della 71ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, perché concentra la sua attenzione su una figura di donna forte, ma assalita (letteralmente) dai fantasmi che porta dentro di sé, dalle paura per una vita ed un mondo che sta cambiando.

Zhong Lü con Hao Qin in una tenera scena di Red Amnesia
Zhong Lü con Hao Qin in una tenera scena di Red Amnesia

La storia di Deng

Si tratta di Deng, una vedova in pensione che fa fatica a separarsi dalle abitudini di tutta una vita, ad uscire da una routine che la vede figlia, madre e moglie. Continua a dedicarsi alla madre anziana, ai due figli Jun e Bing, il primo di successo perfettamente inserito nell'esplosione economica cinese, il secondo parrucchiere omosessuale, presentandosi a casa dei due, rassettando, criticandoli per alcune scelte e stili di vita. Imponendo insomma la propria presenza, con evidente disagio degli stessi ragazzi e della moglie del primo, Lu, che non gradisce l'intrusione. Una ruotine che, suo malgrado, si spezza quando una serie di telefonate anonime, sempre più frequenti e disturbanti, intervengono a scuotere la tranquillità della vita quotidiana di Deng.

Due anime di un film

Red Amnesia: la protagonista del film, Zhong Lü, in una scena
Red Amnesia: la protagonista del film, Zhong Lü, in una scena

È chiaro che l'equivalenza paure/fantasmi fosse centrale nell'idea che Wang aveva del suo Red Amnesia, così come la sua volontà di dare un'anima misteriosa, se non propriamente thriller, al progetto (lo dimostra anche il titolo originale cinese, il cui significato, L'intruso, sposta maggiormente l'attenzione in quella direzione). È però uno sforzo che appare innaturale, oltre che poco riuscito, perché da una parte la componente di inquietudine testa solo marginale, dall'altra risulta anche innestata con poca convinzione sulla storia intima e personale della protagonista, come due film fusi insieme in un corpo unitario che nella sua forma finale non funziona. Questo anche perché il racconto di Wang prende il suo tempo per raccontare la storia, dilata i tempi, si concentra spesso sui dettagli, e non abbastanza sulla creazione di una tensione che si limita alle sole telefonate anonime.

Una donna al centro

Red Amnesia: Zhong Lü con Hao Qin in un momento del film
Red Amnesia: Zhong Lü con Hao Qin in un momento del film

A rendere unitario tutto ciò, perfetto collante per un film che fatica ad esserlo, c'è la bravura di una veterana come Lü Zhong, che con la sua Deng si carica il film sulle spalle e gli permette di reggersi, seppur con le sue imperfezioni: l'attrice sa dimostrarsi insieme forte nella sua capacità di dedicarsi agli altri ed il suo altruismo, e fragile nella sua inadeguatezza ad un mondo che sta cambiando trascinando con sé la sua vita. È un altro elemento del film di Wang, un'analisi della società cinese contemporanea con la sua crescente modernità e le sue potenzialità, una spinta verso il futuro che viene accolta in modo contrastante da diversi elementi della popolazione.

Conclusione

Erroneamente spacciato per thriller, Red Amnesia è un film imperfetto e con due diverse anime reso univoco e compiuto dalla sua protagonista femminile che, con il suo ritratto di Deng, tratteggia una protagonista complessa e tristemente reale.

Movieplayer.it

2.5/5