Recensione Prima di andar via (2014)

"Domattina non sarò più vivo". Con questa atroce confessione, Francesco, vedovo da poco, getta nello sconforto i genitori e le due sorelle, testimoni involontari della disperazione di un uomo che sceglie di suicidarsi per amore.

Un lutto così devastante da gettare nella disperazione un uomo. Francesco, protagonista del nuovo film di Michele Placido, Prima di andar via, presentato al trentaduesimo Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile, è una persona distrutta dalla morte improvvisa della moglie Giovanna, un evento a tal punto traumatico da spingerlo al suicidio. In una sera come tante, durante una riunione familiare, l'uomo annuncia solennemente ai genitori e alle due sorelle che di lì a poco si sarebbe tolto la vita. Ne segue un confronto serrato, drammatico, che spinge tutti i presenti a fare i conti con la decisione, a quanto pare irrinunciabile, di Francesco.

La bomba esplode quindi al termine di una cena "normale", in cui si parla di questioni non fondamentali, come la prossima vacanza o i calzini da lavare. Le parole di Francesco squarciano quell'apparente serenità borghese e getta nello sconforto tutti. Se per il padre la negazione dell'evento sembra essere l'unico modo di metabolizzarlo, la madre comincia a mostrare un profondo cedimento psichico. Le due sorelle, invece, mostrano un'impassibile freddezza, che però deflagra in un inarrestabile rabbia. Le ore passano inesorabilmente, fino al momento in cui Francesco esce di casa per non farvi più ritorno.

Salto nel vuoto

Prima di andar via: Filippo Gili in una scena
Prima di andar via: Filippo Gili in una scena

Dal 1990, anno del suo esordio registico con Pummarò, Michele Placido ha dimostrato un indubbio coraggio nello sfidare i gusti del pubblico, firmando opere, non sempre riuscite, che sapevano attingere a diversi generi cinematografici. Nel caso di Prima di andar via, il regista pugliese mette a frutto la sua esperienza teatrale, adattando per il grande schermo una pièce scritta scritta da un giovane attore, Filippo Gili, anche protagonista, per una piccola sala teatrale di Roma, L'Argot. Mantenendo intatto il cuore sperimentale di un'opera concepita per uno spazio così peculiare, e puntando su un gruppo di interpreti sconosciuti al grande pubblico, se si esclude il bravo Giorgio Colangeli, Placido lancia il suo grido d'accusa verso una famiglia che non sembra più possedere qualità aggreganti e spinge i suoi elementi verso un egoismo letale. Il film è un prodotto straniante e di difficile lettura, probabilmente fuori luogo al cinema, vista la sua forte essenza teatrale. Per questo si ha la sensazione di vedere uno spettacolo filmato e non un lavoro nato dall'originale commistione di queste arti così differenti fra loro. Tuttavia è coraggioso Placido nel voler intraprendere questa strada e nel lanciare degli interpreti molto bravi, alle prese con un copione molto complesso per struttura linguistica e per la profondità dei temi affrontati, un testo che spesso e volentieri sfiora il caos.

La famiglia

In scena in questi giorni a Torino con il Re Lear di Shakespeare, Placido attacca il classico nucleo familiare borghese, in cui le tragedie umane si insabbiano per quieto vivere, in cui si cerca di isolare il dolore e le persone che soffrono perché sembrano inappropriate. Che si possa fare un parallelo con Italia da farsa è quasi banale, ma Placido è artista che non disdegna certe semplificazioni. Frastornante nei dialoghi torrenziali, al limite della dissociazione, il film di Placido raramente va a segno nei suoi strali, eppure riesce a lasciare una sensazione di sgomento per le dinamiche malate che mette alla berlina.

Prima di andar via: Giorgio Colangeli con Michela Martini, Aurora Peres e Vanessa Scalera in una scena
Prima di andar via: Giorgio Colangeli con Michela Martini, Aurora Peres e Vanessa Scalera in una scena

Conclusioni

Opera che soffre in più punti di una mancata amalgama tra mezzo cinematografico e teatro, Prima di andar via offre uno spaccato interessante sulla crisi familiare. Un piccolo e ardito progetto che non riesce a sostenere il peso delle sue ambizioni, ma che colpisce per la bravura degli interpreti nel rendere concreta la disperazione di un nucleo familiare allo sbando, distrutto dalla decisione di un figlio di togliersi la vita.

Movieplayer.it

2.5/5