Il Maresciallo dei carabinieri Augusto Fioretti è un padre destinato a manifestare una gelosia assurda, visto anche la volubilità della figlia Ilaria, circondata da fidanzati sempre nuovi cui da la caccia attivando un fiuto da segugio. Carlo Rabagliati, invece, è un fifone ipocondriaco pronto a disinfettare il mondo e a stringere convenienti accordi commerciali con il Vaticano. Seguono, in ordine, Monica, attraente sudamericana nelle mire da conquistatore di Andrea, il suo intraprendente vicino di casa, Piero, amico e alleato in disastri vari di quest'ultimo, Giuliano De Marchis, avvocato senza scrupoli affetto da una improvvisa amnesia che lo spinge inavvertitamente alla giustizia e Saturno Bolla, esperto antennista perseguitato dalle donne della sua vita e da una particolare "maledizione".
Tutti loro, però, nonostante le differenze, hanno una cosa in comune; l'oroscopo. I dodici segni zodiacali, le congiunzioni e i pianeti contrari sembrano condizionare le loro esistenze, non sempre in modo positivo. E così, nonostante la cieca fiducia o la più assoluta miscredenza, ognuno è destinato a subire l'influsso di stelle capricciose. Anche se, come dice il buon Paolo Fox, faro illuminante delle loro esistenze, non bisogna sempre credere all'oroscopo, ma verificarlo.
Il cinepanettone ieri, oggi e domani?
I primi a dare il via alle Vacanze di Natale furono Carlo ed Enrico, o meglio i fratelli Vanzina. Con il loro film, uscito nel 1983 sull'onda del successo di Sapore di mare, si usciva dal racconto giovanile e leggero degli anni sessanta per fotografare l'italiano moderno diviso tra la ricchezza acquisita e la conquista di un nuovo status symbol. In questo modo, traendo ancora ispirazione dalla classica commedia all'italiana tanto cara a Steno, si mettevano in evidenza i difetti e le piccolezze del bel paese, ridendo con gusto di noi stessi e della nostra corsa all'effimero. Quel film, però, ha dato anche vita ad un genere ben preciso cui si deve anche la nascita del termine cinepanettone. Fautori di questa "invenzione" non indimenticabile sono stati il produttore Aurelio De Laurentiis, il regista Neri Parenti ed una squadra di attori, tra cui, per molto, tempo, è spiccata la coppia Boldi/De Sica. Pur mantenendo anno dopo anno il viaggio in mete più o meno esotiche, la ditta De Laurentiis ha sostituito l'ironia un po' caustica dei Vanzina con una comicità fin troppo basica basata sui personaggi, sempre più televisivi, del momento e su di una "scrittura" volta più alla macchietta che alla commedia. Questa formula, con l'aggiunta di non poche volgarità gratuite, ha vinto per molto tempo la corsa al botteghino di Natale, fino ad esaurirsi per usura e deterioramento.
Nonostante la scelta della Filmauro di abbandonare un filone sfruttato fino all'estremo e, per molti versi discutibile, Parenti, affiancato questa volta dai Vanzina, ha sentito l'esigenza di resuscitare una creatura ormai morta e tenuta fin troppo in vita con accanimento terapeutico. Il risultato è un prodotto stanco e fuori tempo massimo nella scrittura come nella realizzazione. In questo caso, infatti, il problema non è tanto nella struttura episodica, né nell'utilizzo di un linguaggio popolare. A rendere Ma tu di che segno 6? un film datato è soprattutto la messa in scena di gag viste fino all'esasperazione e dell'utilizzo di personaggi che, salvo qualche rara eccezione, sono fuori dal nuovo panorama comico. Perché il vintage sarà anche di moda, ma non al cinema.
A volte ritornano
Dopo nove anni dall'ultimo Natale a Miami con il compagno di set Christian De Sica, Massimo Boldi è tornato al cinepanettone. Ad affiancarlo, questa volta, è un cast formato da Vincenzo Salemme, Gigi Proietti, Ricky Memphis e la coppia comica Pio e Amedeo, con l'aggiunta delle belle di turno Vanessa Hessler e Mariana Rodríguez. In questo modo Parenti e i Vanzina, che firmano la produzione e la sceneggiatura, ripropongono il canovaccio classico per permettere a Boldi un rientro che, però, è tutt'altro che in grande stile. Andando controcorrente rispetto alle scelte del collega De Sica che, almeno negli ultimi anni, ha cercato di esplorare zone diverse del panorama cinematografico, Boldi ripropone senza sosta il suo Cipollino che, dagli anni ottanta ad oggi, ha onestamente perso più di un colpo. Così, tra fobie e caratteristiche non poi così nuove, questo sventurato personaggio ancora non ha imparato a chiudere la zip dei pantaloni senza incorrere in dolorose disavventure. Il rischio più grande, però, è l'indifferenza del pubblico stanco, forse, del ripetersi costante di un modello comico invariato nei decenni.
Conclusioni
Insieme ai fratelli Vanzina, Neri Parenti prova a riportare in vita il cinepanettone riuscendo solamente a costruire una creatura stanca e fuori tempo, capace di proporre, al massimo, una comicità fin troppo vintage con poche possibilità di tornare in auge.
Movieplayer.it
1.5/5