Era senz'altro uno dei titoli italiani più attesi fra i quattro presenti in concorso quest'anno. Partecipare al primo lungometraggio nella principale sezione competitiva di un festival importante come quello di Venezia non è certo da tutti e con il suo L'attesa Piero Messina, autore in passato di alcuni cortometraggi molto apprezzati e assistente alla regia di Paolo Sorrentino per This Must Be the Place e La grande bellezza, non delude le aspettative. Al netto di alcuni momenti della narrazione poco convincenti e che risultano tutto sommato superflui, infatti, il film del giovane cineasta siciliano si dimostra estremamente affascinante dal punto di vista della messa in scena e assai coinvolgente, in grado di catturare l'attenzione dello spettatore dal primo all'ultimo minuto, senza soluzione di continuità.
Due donne, Pirandello e la Sicilia
Liberamente ispirata a La vita che ti diedi, dramma in tre atti scritto da Luigi Pirandello nel 1923, l'opera prima di Messina è ambientata in Sicilia all'interno di una grande tenuta di campagna e ruota attorno all'incontro tra Anna, una donna di mezz'età francese da tempo trasferitasi nel nostro paese, e Jeanne, una attraente ragazza transalpina. Le due, pur non essendosi mai conosciute prima, sono legate tra loro dalla figura di Giuseppe, figlio di Anna e fidanzato di Jeanne. Mentre Jeanne attende il ritorno a casa del fidanzato con cui si era accordata per passare le vacanze pasquali, tra la giovane e Anna si sviluppa un rapporto intenso e segnato da diverse ambiguità difficili da decifrare. Ognuna ha infatti qualcosa da nascondere all'altra, fino all'angosciante rivelazione finale.
Un dramma tutto al femminile con due ottime interpreti
Messina, qui anche autore della sceneggiatura insieme a Giacomo Bendotti, Ilaria Macchia e Andrea Paolo Massara, è davvero molto abile nel ricreare l'atmosfera di tensione psicologica tra le due protagoniste, delineando con raffinatezza un confronto tutto femminile che si alimenta di sguardi e silenzi ancor prima che di parole. La regia è di notevole fattura e, nonostante la giovane età del regista, è sempre funzionale alla narrazione, alimentandosi di numerosi primi piani che hanno la funzione di esaltare l'espressività delle due ottime interpreti Juliette Binoche e Lou de Laâge. Se la Binoche nel film si conferma per l'ennesima volta una grande attrice, fornendo un'interpretazione che colpisce per intensità e misuratezza, a sorprendere è la prova della De Laâge, affascinante e magnetica nei panni di Jeanne.
Un esordio convincente con qualche ingenuità
Con L'attesa siamo dunque di fronte ad un esordio nel complesso molto buono che già ora ci permette di sbilanciarci affermando che nei prossimi anni, con ogni probabilità, Piero Messina verrà considerato tra gli autori più importanti del nostro panorama cinematografico. Come si diceva in apertura di articolo, però, nel film non mancano alcune ingenuità sul piano dello sviluppo narrativo. Se la regia, il rapporto tra i due personaggi principali e le interpretazioni rappresentano i grandi punti di forza della pellicola, infatti, a non convincere appieno sono alcuni passaggi (in particolare un paio di momenti piuttosto importanti e che evitiamo di specificare per non rovinarvi il piacere della visione) che rendono l'opera, comunque molto affascinante, non completamente riuscita.
Movieplayer.it
3.5/5