Recensione Cut Down Kite (2013)

Quella dei due giovanissimi registi cileni Diego Ayala e Anibal Jofré è una ricerca umana, lontana dai pregiudizi e dalla caricatura del 'delinquente minorenne', che scava nell'intimità dei due giovani protagonisti sullo sfondo del Cile contemporaneo.

Liberi di essere

Paulina (Loreto Velásquez), è una giovane assistente sociale che sta facendo pratica professionale presso una comunità di recupero per minorenni. Proviene da una famiglia di classe media, con i genitori ha un rapporto freddo e distaccato ed è stufa della routine che si è impossessata della sua vita e della sua quotidianità. Qualcosa di profondo scatta in lei dopo l'incontro con Manuel (René Miranda), un attraente e scontroso sedicenne appassionato di percussioni finito nella comunità per aver commesso piccoli reati. Seguendo le lunghe passeggiate di Manuel e visitando i luoghi in cui egli vive con la nonna e con i suoi amici, Paulina imparerà cosa vuol dire vivere liberamente, senza convenzioni sociali e fuori dagli schemi che la famiglia e il suo datore di lavoro hanno disegnato per lei. Conoscerà meglio se stessa, prenderà contatti con un mondo diverso e con una parte della città in cui non aveva mai messo piede e capirà anche i rischi che si corrono vivendo la vita come viene, senza paura e senza speranze nel futuro.

La realtà come punto di partenza in Cut Down Kite (titolo originale Volantin cortao, letteralmente aquilone tagliato) porta lo spettatore ad esplorare da vicino la nascita di un'amicizia speciale tra due ragazzi nati e cresciuti in ambienti e situazioni completamente diverse. Il racconto nasce dall'osservazione del quotidiano, dal tentativo di comprendere ed osservare le vite di persone, nella fattispecie ragazzi, che vivono nella stessa città senza mai interagire tra loro. Quella dei due giovanissimi registi cileni Diego Ayala e Anibal Jofré è una ricerca umana, lontana dai pregiudizi e dalla caricatura del 'delinquente minorenne' che si aggira per le strade della città. E' una ricerca che scava nell'intimità dei due giovani protagonisti sullo sfondo del Cile contemporaneo, in cui le disuguaglianze economiche incidono brutalmente sul sociale delle giovani generazioni.
La recitazione e la messa in scena puntano ad un estremo realismo e il risultato sullo schermo trasuda ribellione e dolcezza ed è di una naturalezza disarmante; ma il film è anche molto onesto nella narrazione, tanto da sfiorare l'ideale linea di demarcazione che divide la fiction dal documentario. E' grazie alla spontaneità e alla bravura dei due interpreti principali che il film riesce a coinvolgere con una macchina da presa incollata addosso ai due protagonisti per tutto il tempo e, un po' come Alice nel Paese delle Meraviglie si perde inseguendo il coniglio, Paulina si perde nelle strade di Santiago seguendo i passi di Manuel, un ragazzo dolce e ribelle dal sorriso magico che nei suoi confronti prova non solo attrazione e simpatia ma qualcosa di più profondo che travalica ogni differenza sociale e ogni convenzione. Ma come in tutti i viaggi nulla al ritorno sarà più come prima per Paulina, costretta per la prima volta nella vita a fare i conti con le conseguenze, talvolta tragiche, delle sue azioni.

Movieplayer.it

3.0/5