Magical Mystery Tour
Inutile negarlo: l'avvento delle nuove tecnologie stereoscopiche ha modificato inevitabilmente il modo di fare e di intendere il cinema (e chissà quale altre trasformazioni ci attenderanno negli anni a venire). Il 3D non ha influenzato in maniera determinante soltanto la realizzazione dei blockbuster e dei prodotti di puro intrattenimento, ma sta contribuendo anche ad aprire delle nicchie minoritarie di mercato fino a questo momento inesplorate. Si sta aprendo un inedito spazio in sala persino per i generi non narrativi, come i documentari o le riprese di spettacoli di danza, musica e teatro. In alcuni casi l'apporto della terza dimensione ha prodotto anche risultati mirabili dal punto di vista artistico, basti pensare a opere come Pina 3D di Wim Wenders e Cave of Forgotten Dreams di Werner Herzog.
L'immersività della stereoscopia, allora, appare un "trampolino di lancio" perfetto per trasporre sul grande schermo l'essenza dello spettacolo circense, che si fonda soprattutto sulle componenti di emozione, di fascinazione e di meraviglia che è in grado di suscitare nel pubblico. Del resto, molti (incluso il buon Martin Scorsese con Hugo Cabret) hanno già sottolineato come lo "stupore" provocato dalla terza dimensione crei un'insolita connessione con quel "cinema delle attrazioni" all'origine della Settima Arte, la quale agli inizi del secolo scorso veniva per l'appunto trattata alla stregua di un'attrazione di tipo circense. Anche per questo motivo, il legame tra circo e cinema appare indissolubile, e ha segnato indelebilmente la storia e l'immaginario di entrambi i mezzi espressivi.
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La sfida dei realizzatori è stata quella di portare in scena una selezione tra i migliori numeri provenienti da sette diversi spettacoli del Cirque attualmente in scena a Las Vegas (O, KÀ, Mystère, Viva ELVIS, CRISS ANGEL Believe, Zumanity e lo spettacolo dedicato ai Beatles, LOVE), cercando di articolarli in una struttura narrativa coerente. Cirque du Soleil: Mondi Lontani sfrutta così l'espediente archetipico dei mondi paralleli e immaginari, sulla falsariga del prototipo Alice nel Paese delle Meraviglie, per raccontare la storia d'amore tra Mia (Erica Kathleen Linz), ragazza emarginata dai suoi coetanei, e il trapezista (Igor Zaripov) di un circo un po' ammaccato e scalcagnato. Fulminato dallo sguardo di Mia, l'acrobata finisce per cadere dal trapezio e precipita in un mondo fantastico, popolato da strane creature. La ragazza, scortata da un clown silenzioso, intraprende un viaggio nei meandri di questo universo onirico e visionario per ritrovare il suo amato, guidata dal motto "All You Need is Love" di Beatlesiana memoria, che suggella anche l'omaggio tributato dal Cirque ai quattro di Liverpool nella seconda parte del film.
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E anche l'effetto stereoscopico, per quanto realizzato con l'avveniristico 3D Fusion Camera System brevettato da Cameron, non sembra poi così tanto sbalorditivo (a giudicare per lo meno dalla proiezione stampa effettuata con un Dolby Digital 3D di certo non esaltante). Ma, del resto, in Cirque du Soleil: Mondi Lontani 3D va da sé che i veri effetti speciali sono ben altri: i sensazionali corpi degli atleti, capaci di plasmarsi a proprio piacimento, spingendosi fin quasi oltre le leggi della fisica.