Recensione Calcutta - Tutti in piedi: emozioni all'Arena di Verona

La recensione di Calcutta - Tutti in piedi, il live del concerto all'Arena di Verona di uno dei cantautori più interessanti del nuovo panorama musicale italiano.

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Cantare a ventinove anni il proprio repertorio in un concerto nella storica Arena di Verona non è affatto una cosa scontata, così come assai raramente capita che esca nei cinema il live di un artista così giovane e con soli tre dischi alle spalle. Ma d'altronde Calcutta, nome d'arte di Edoardo D'Erme, non è uno come tanti altri. Dopo aver mosso i primi passi nei locali della città natale Latina, il cantautore pontino ha esordito nel 2012 con Forse..., l'album con cui ha iniziato a farsi notare nell'ambiente indie, e nel 2015 ha avuto un successo tanto inaspettato quanto folgorante grazie all'opera seconda Mainstream.

Il disco in questione è stato fin da subito elogiato dalla critica e anche da cantautori di primissimo piano (all'epoca si fece notare, tra gli altri, l'endorsement di Jovanotti) e nel giro di pochissimo tempo è divenuto un vero e proprio cult, facendo di Calcutta uno degli artisti più considerati della nuova generazione nostrana.
Privo del sostegno di grandi campagne di promozione e prodotto da una piccola ma determinata casa discografica indipendente, la Bomba Dischi, il cantante è divenuto un indiscusso punto di riferimento nel più recente panorama musicale italiano ed è riuscito in maniera rapidissima a fare tendenza, tanto che è davvero difficile tenere il conto dei numerosi emuli usciti fuori negli ultimi anni.

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La musica di Calcutta e il nuovo album Evergreen

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I testi delle canzoni di Calcutta sono intimi e capaci, attraverso accostamenti di parole e versi legati tra loro più da una forte componente emotiva che da un senso manifesto, di sprigionare immagini evocative che arrivano con immediatezza e vigore. In una delle canzoni più famose del cantautore, Gaetano, colpiscono fin dal primo ascolto versi come E ho fatto una svastica in centro a Bologna/Ma era solo per litigare/Non volevo far festa mi serviva un pretesto/Per lasciarti andare o Suona una fisarmonica/Fiamme nel campo Rom/Tua madre lo diceva non andare su YouPorn. Così come, giusto per fare un altro esempio, in Del verde di particolare impatto sono il ritornello Ti presterò i miei soldi per venirmi a trovare o i versi di apertura Preferirei che non esistesse il mondo/Nemmeno la città più bella che io abbia visto/Preferirei perderti nel bosco che per un posto fisso.

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Il terzo album Evergreen, uscito lo scorso 25 maggio e anticipato dai singoli Orgasmo, Pesto e Paracetamolo, ha confermato il talento di Calcutta ed è un disco che, pur mantenendo le peculiarità di scrittura dell'artista pontino, è più "suonato" e caratterizzato da sonorità maggiormente pop rispetto ai precedenti lavori. I ritornelli rimangono in testa all'istante ma dai testi trapela sempre un sottile, pervasivo senso di disagio e spaesamento legato soprattutto alla complessa sfera dei sentimenti.
Il nuovo lavoro in studio di Calcutta ha avuto un successo notevole. Eppure il suo tour estivo, in maniera assai poco convenzionale per le logiche dell'industria musicale, si è limitato a soli due concerti: uno allo Stadio Francioni di Latina e l'altro, come si accennava in apertura di articolo, all'Arena di Verona.

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Il trionfo del concerto di Verona

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Andato subito sold out, questo secondo live ha visto 13.000 spettatori in estasi cantare a memoria tutte le canzoni, in uno dei contesti italiani in assoluto più prestigiosi e suggestivi per la musica dal vivo. Indimenticabile per tutti coloro che vi hanno partecipato con evidente trasporto, la serata ora potrà essere vissuta anche al cinema dal 10 al 12 dicembre.
A riprendere integralmente il concerto del 6 agosto è stato il noto regista di live e videoclip musicali Giorgio Testi, che nel corso della propria carriera ha lavorato con artisti del calibro di Rolling Stones, Oasis, Blur, Amy Winehouse, Adele, Gorillaz, Killers e recentemente ha presentato alla Festa del Cinema il suo Noi siamo Afterhours.

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Attraverso una regia essenziale che evita movimenti di macchina virtuosi ed enfatici, in Calcutta - Tutti in piedi Testi si limita a ripercorrere le varie fasi del concerto e a lasciare più spazio possibile alla musica, alle parole e alle emozioni di quell'ora e mezza in cui Calcutta e il pubblico hanno vissuto in simbiosi.
Qualcuno dei suoi fan forse potrà lamentare l'assenza di backstage o interviste ma, vista la natura introversa e la ritrosia del cantante di Latina nel parlare in video di se stesso e della sua musica, a lui sicuramente è andata bene così.