Conrad Valmont (interpretato da Jason Bateman) è un uomo che fin dall'infanzia ha vissuto una vita comoda e agiata in un prestigioso hotel di Manhattan di proprietà dei genitori, allevato dal personale delle pulizie e passando la sua esistenza tra alcol, feste, belle donne, sedute in analisi e l'aspirazione di diventare uno scrittore in realtà mai decollata. Tutto questo mondo facile, dorato e ricco di privilegi però finisce all'improvviso: i suoi genitori, che sono in giro per il mondo, divorziano, con conseguente discussione sulla divisione dei beni. Fatto sta che il pigro Conrad viene cacciato dall'hotel e in poco tempo si ritrova sfrattato e diseredato.
L'ormai nullatenente Conrad tiene però nascosta la sua nuova condizione, si fa ospitare dall'amico artista Dylan (Billy Crudup) dicendo che l'hotel è in ristrutturazione, e finisce per innamorarsi della ragazza che lui sta frequentando, Beatrice, interpretata da Olivia Wilde, che casualmente aveva già incontrato e ammirato qualche giorno prima in metropolitana. Un incontro nel quale la ragazza gli aveva perfino lasciato il suo numero di telefono. Conrad promette a Dylan di non interferire nel suo rapporto con Beatrice, ma ben presto i due si frequentano e diventano amanti. Questo ovviamente farà arrabbiare Dylan; in più, Conrad non riuscirà ancora a lungo a nascondere la sua condizione di diseredato, e la resa dei conti giungerà inesorabile.
Un incipit frizzante, ma il castello crolla presto
In originale questo film di Peter Glanz si chiama The Longest Week, ora è uscito direttamente in homevideo in Italia con il nome 7 giorni per cambiare. Gli intenti del regista sono chiari: confezionare una commedia intelligente, brillante e dallo stile originale. E per come inizia il film, il modello non è nemmeno tanto nascosto, anzi: il look dell'incipit ricorda infatti moltissimo lo stile di Wes Anderson. E fra inquadrature simmetriche, modo di girare, capitoli, colonna sonora, voce narrante, e cura degli oggetti di scena, bisogna riconoscere che l'inizio del film è frizzante ed effettivamente incuriosisce e stuzzica. Peccato che ben presto tutto questo svanisca e il film si areni in una verbosità vacua che non porta da nessuna parte. Tra stralunate incursioni nei meandri mentali del protagonista e una voce narrante fuori campo che alla lunga diventa davvero insopportabile, il percorso si appesantisce in maniera inesorabile e rischia di vanificare i pochi guizzi ironici che pur emergono qua e là.
Un modello troppo alto
La parabola del diseredato che ha pochi giorni per dare una svolta alla sua vita, si rivela un semipasticcio presuntuoso di stampo intellettualistico. Dal punto di vista registico, Glanz ha ancora la capacità di pescare durante il film qualche buona trovata piuttosto curiosa, ma è dal punto di vista emotivo che la storia crolla: il protagonista, anche se Jason Bateman non demerita, riesce a trasmettere poco della sua condizione di crisi, ma nessun personaggio pare particolarmente riuscito. Alla fine, il modello Wes Anderson risulta troppo ambizioso per Glanz: del mondo magico e colorato del regista texano, qui resta solo un vuoto formalismo senza sostanza.
Il DVD: video non del tutto convincente, buono l'audio
7 giorni per cambiare, come detto, arriva direttamente in homevideo e lo fa con un DVD targato Videa. Il video ha una resa complessiva discreta, ma non è del tutto convincente e anzi in qualche momento appare zoppicante. Per buona parte del film il quadro è compatto, il croma brioso e il dettaglio anche soddisfacente, però qua e là vanno registrate molte sgranature, con aloni attorno ai bordi delle figure e qualche pixel vagante, segno di una compressione non sempre gestita al meglio. I difetti emergono soprattutto su certi elementi ostici da riprodurre. In altri momenti, invece, grazie soprattutto a un buon dettaglio per lo standard DVD, il video si risolleva riuscendo a guadagnare nel complesso un'ampia sufficienza, ma non di più. Più convincente l'audio multicanale, che si rivela di buona qualità. Il film è quasi sempre basato solo su dialoghi tranquilli, con un centrale preciso e una voce narrante calda e potente, ma appena la scena si movimenta con applausi, musiche ed effetti ambientali, i rear rispondono puntuali con incisività. Insomma una traccia buona, in gran parte tranquilla solo per le tematiche del film. Scarso il reparto extra, dove troviamo solamente il trailer e una galleria fotografica.
Conclusioni
Dopo un promettente inizio, nel quale l'ambizione di arrivare al look di Wes Anderson è evidente, Peter Glanz non riesce a dare pepe alla storia e scivola in un prodotto insipido. Il DVD di 7 giorni per cambiare presenta un audio più convincente del video, e scarsi extra.
Movieplayer.it
2.0/5