Si respirava un'aria molto scanzonata proprio come quella della pellicola, alla conferenza stampa di Rapiniamo il Duce, il film originale Netflix presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, che arriva dal 26 ottobre sulla piattaforma. Renato De Maria non vedeva l'ora di fare un heist movie e così è nata la scintilla per realizzare il film: "Avevo fatto un documentario nel 2017 intitolato Italian Gangsters, dove raccontavo i gangster italiani degli anni '40 e '50 a Milano, tra cui un personaggio chiamato 'Il bandito dell'isola' a cui è ispirato Isola, il protagonista del film interpretato da Pietro Castellitto - dice De Maria - "Il Tesoro di Mussolini è rimasto per davvero a Milano per dieci giorni, perché stava trattando con gli Svizzeri per espatriare, poi quando fu arrestato, il tesoro sparì e non fu più ritrovato. È diventato una leggenda e ci sembrava la rapina impossibile perfetta per la squadra di scalcagnati improbabili al centro della storia".
Le femme fatale del film
Ognuno degli interpreti ha avuto delle indicazioni e delle reference diverse dal regista, come le due femme fatale della storia. A Isabella Ferrari De Maria ha dato delle reference importanti e ingombranti per il personaggio di Nora: la visione di un documentario dell'Istituto Luce tra telefoni bianchi e camicie nere, si è rivista più volte Viale del tramonto, si è ispirata a Crudelia De Mon e a Sharon Stone di Basic Instict per come fuma la sigaretta: "De Maria mi ha detto 'Sii perdente, vincente, spudorata, senza archetipi, sii te stessa'. Un paio di consigli insomma (ride). Mi ci voleva questo personaggio a questo punto della mia carriera, in qualche modo storico ma con dei tratti molto moderni; un personaggio che ha un desiderio di riscatto e di non stare per forza dentro quel ruolo e in un matrimonio infelice, forse in maniera feroce e un po' infantile. Ho potuto usare una buona dose di sense of humour che in genere mi manca (ride)". Anche Matilda De Angelis si è molto divertita con il ruolo di Yvonne: "Renato ci ha preparati in modo che non stessimo troppo scomodi nei panni dei personaggi, avevo voglia di cantare ed è la stata la parte che mi ha arricchita di più. Come reference ho avuto Madame Gina di Porco Rosso, che canta nell'hotel che è un po' una terra di mezzo come il Cabiria, il locale del film dove si ritrovano e incrociano ladri, fascisti, prostitute, e così via. Il consiglio principale di Renato è stato 'Sentiti figa' (ride) nel fare l'amante del porco fascista e l'amica del ladro canaglia".
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Le reference degli attori
Ovviamente anche gli altri interpreti hanno avuto delle indicazioni dal regista su cui hanno potuto giocare. Per Filippo Timi, il villain della storia, è stato impossibile allontanarsi dall'esperienza di Vincere: "Qui ho trovato un altro tipo di libertà, una sorta di cartoon, una spinta in avanti, da subito ho pensato di fare il cattivo di 007, anzi il mediano che diventa cattivo perché non riesce a essere il Duce. Parlando con Renato ho voluto giocare con il personaggio e con gli attori". Pietro Castellitto, che è il protagonista Isola, si è invece ispirato ai film di genere, che sono quelli che ci crescono e da cui in parte ci allontaniamo quando cresciamo, cercando un cinema più introspettivo: "È un cinema che siamo abituati a vedere, più che a fare. Non ho avuto reference particolari ma la sfida era riuscire a veicolare la materia narrativa e mandare avanti la storia senza perdere la psicologia del personaggio. In molte scene venivano date molte informazioni narrative e darle senza perdere l'atmosfera è stata la sfida più grande. Ma eravamo tutti messi nella condizione migliore per vincere questa sfida". Irrompe Maccio Capatonda con la sua sagace simpatia: "Dirigere Rapiniamo il Duce è stato difficile ma mai quanto scriverlo, montarlo, ho sentito tutta la responsabilità sulle mie spalle per il mio film. È la prima volta che ho interpretato un ruolo nel film di qualcun altro, Renato mi ci ha traghettato fin dal provino e mi ha dato un sacco di reference e molta backstory del personaggio, un pilota famosissimo che ha vinto di tutto e che pippava. Quest'ultima parte probabilmente è quella che mi ha aiutato di più (ride). È un personaggio che ho costruito sul mio carattere, molto egocentrico e allo stesso tempo molto fifone. Mi ha fatto pensare che un giorno forse potrò fare l'attore (ride). Non avrei potuto interpretare il Duce perché non sono di quel partito politico e poi era già stato scelto l'ispettore di produzione. Non tutti i pelati sono Duci!" (ride). Mattacchione e mattatore fino alla fine.
Tra heist e adventure movie
C'è tantissimo Indiana Jones e ci sono molte ispirazioni fumettistiche in Rapiniamo il Duce, non solo l'heist movie, come conferma Renato De Maria che ha preso spunto da tantissime pellicole, anche del cinema italiano di genere: "Come diceva Pietro sono i film dell'infanzia e io evidentemente sono rimasto infantile, sono quelli che ti appagano e divertono e ti restituiscono quella che un po' è la purezza del cinema". Anche la colonna sonora è intrinseca nel tessuto narrativo del genere per far entrare subito nel mood gli spettatori e fargli capire che tipo di film stanno per vedere. Una musica moderna ri-arrangiata, una scelta forte, come iniziare il film con Massimo Ranieri. "I due pezzi cantati da Matilda erano pensati già in sceneggiatura, per lavorare sull'epoca e allo stesso tempo sul contemporaneo. 'Tutto nero' di Caterina Caselli era a sua volta una cover di 'Paint It, Black' dei Rolling Stones. "Amandoti" dei CCCP - Fedeli alla linea, una band funk di fine anni '70 di cui avevo girato il primo videoclip, è stata scelta per l'aspetto romantico della storia raccontata. Tra l'altro ne approfitto per sottolineare che Matilda De Angelis ha cantato e registrato dal vivo i due pezzi mentre giravamo al Cabiria". Fare intrattenimento di qualità è l'obiettivo di Bibi Film, come racconta Matilde Barbagallo: "Oltre alla commedia e il genere, mi sembra sia un ottimo modo di avere un dialogo col pubblico. Sono anni che proviamo a fare questo prima con Lo Spietato sempre con Renato e con Netflix e con Rapiniamo il Duce volevamo alzare l'asticella".
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L'evoluzione dei personaggi
I personaggi cambiano necessariamente nello svolgimento di un film. Come scherza Pietro Castellitto: "Altrimenti sarebbe noiosa la pellicola. Quella di Isola è una rincorsa verso un futuro ideale, di vivere la vita che vorrebbe. Magari inizialmente riguarda solo se stesso e Yvonne e poi pian piano si allarga e comprende tutti i componenti della banda". Anche Maccio Capatonda scherza sul cambiamento del suo personaggio, che ha uno switch quando prende una botta durante la rapina. Da lì in poi diventa più umano, parte come detrattore del colpo e poi diventa più vicino alla banda e la aiuta sinceramente. Come dice Filippo Timi "si può cambiare in meglio o in peggio, anche il non cambiare è in peggio in fondo, il mio personaggio ci prova ma non riesce, si dà una possibilità che si rivela sbagliata". Secondo Matilda De Angelis Yvonne cambia "850 volte nel corso del film, parte da un'idea che è quella di conservazione e sopravvivenza 'la guerra sta per finire, teniamo duro ancora per un po' senza fare cavolate'. Ma quando c'è l'amore di mezzo si fanno delle scelte strane e scombinate". Un cambiamento ancora più drastico lo vive la Nora di Isabella Ferrari, che guarda i suoi vecchi film di successo e arriva a un finale diametralmente opposto, interessante, aperto.
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