Inizia con grande ordine la conferenza stampa romana di Questione di karma. Ordinatamente si siedono il produttore Marco Martani per la Wildeside, poi Fabio De Luigi, che si guarda intorno un po' spaesato, il regista Edoardo Falcone seguito da Elio Germano, che sorride ad alcune giovani blogger in prima fila che gli scattano foto. Infine si siedono la bella Daniela Virgilio e Massimo De Lorenzo. Il regista di Se Dio Vuole prende subito la parola per dare una notizia: "A novembre sono stato a Tokyo a presentare il mio primo film", racconta. "Il presidente della giuria era Bryan Singer che mi ha espresso la sua volontà di realizzare il remake di Se Dio vuole in America. Oggi posso confermarvi che si farà!". L'entusiasmo è subito alle stelle e la conferenza prosegue con grande simpatia.
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Il ciclo del Karma
Se c'è una cosa che appare subito evidente è che Elio Germano, oltre a essere un serio professionista e un uomo impegnato sul fronte politico-sociale, è anche capace di far ridere di gusto. Assume l'aria da intellettuale prezzolato e con toni parodistici spiega il suo personaggio: "So che siete abituati a vedermi in ruoli diversi, ma in questo ciclo karmico e delle continue rinascite nel ciclo dell'attore, ci si trova a ricoprire dei ruoli diversi, 'Se Dio vuole' (tutti ridono, ndr). La natura di cambiare pelle che ci appartiene ci ha fatto ritrovare qui. Il mestiere dell'attore è anche questa pluralità: invece di schiacciarci in questa vita sola, possiamo essere molti". Fabio De Luigi fa smorfie come dire "Ah, però!" e poi non può far altro che concludere con un "Sono d'accordo con mio padre". Il film racconta una storia a dir poco surreale, ma che si basa su filosofie di vita che concepiscono l'esistenza terrena in modo circolare. Elemento che può suonare culturalmente lontano dalla nostra cultura, ma non è così. Elio lo spiega subito: "Anche in un tempo contadino si era abituati a un tempo circolare e al fatto che se fai il bene ti torna il bene. Questo approccio, credo, ci farebbe meglio della concezione lineare della vita, quella per cui la felicità è sempre lontana, per cui non si devono perdere i treni. Forse è da quando abbiamo iniziato a pensarla così che sono iniziati i problemi che prendono il nome di stress. Poi di questi disagi c'è sempre chi approfitta". Edoardo Falcone chiosa semplificando ancor di più: "Con il karma ciascuno di noi, facendo il bene, ha ogni giorno modo di rinascere".
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L'alchimia del cast? Una questione di karma
Ciò che sicuramente funziona meglio in Questione di Karma è l'alchimia che si nota fra i personaggi. Non solo tra i due protagonisti, ma anche con i comprimari. Il casting è stato condotto dallo stesso regista. "La cosa che mi ha convinto a lavorare con Edoardo" - inizia De Luigi - "a parte aver visto il suo primo film, è che ho pensato che questo ruolo fosse rischioso e difficile. È adatto a me e alle mie corde, ma l'interpretazione andava fatta in modo da poter risultare credibile". Il personaggio di De Luigi è infatti il più paradossale: spirituale e credulone fino al parossismo. "C'erano situazioni in cui mi veniva voglia di reagire, ma il mio compito era reggere questa struttura narrativa che già in partenza era abbastanza paradossale. Sono stato aiutato da un intransigente come Edoardo, che aveva le idee talmente chiare da avermi diretto con grande rigore". Sull'intransigenza del regista, gli interpreti sono tutti concordi: "Ci ha dato un grande senso del limite" - racconta Elio Germano - "La misura del film è stata una comicità di situazioni, ma bisognava restare sempre nei personaggi e non ammiccare mai al pubblico. Nella comicità italiana contemporanea è spesso quello che viene dato al pubblico: il frontman che viene mutuato dalla TV al cinema. Qui invece andiamo su una comicità più tradizionale. Pirandello diceva che più ti avvicini, meno ridi. Noi in questo film ridiamo di loro, non con loro. Il mio personaggio, se ti avvicini e vedi la sua reale situazione familiare, diventa drammatico. Invece così ridi di lui".
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Fabio De Luigi ha un rispetto assoluto per il suo collega: "Mi sono intonato a un campione assoluto che è arrivato con un personaggio pronto, fatto e finito. Con Elio è nata un'alchimia che mi sembra di capire che sia stata apprezzata. Il lavoro di noi attori è stato fatto molto prima delle riprese. Il mandato era stare nel personaggio e nella credibilità di ciò che accadeva, proprio perché ci confrontavamo con una situazione al limite del paradosso. Edoardo è stato con noi anche un buon domatore. Lui mi de-DeLuigizzava".
La ricerca della credibilità
Le definizioni di regista inossidabile e intransigente continuano anche con i comprimari: "Edoardo è la persona che mi ha fatto fare più ciak in assoluto, riesce a farti ripetere una battuta anche 60 volte", riferisce Daniela Virgilio. Lo descrivono meticolosissimo, nemmeno fosse Stanley Kubrick! E dopo ripetute "accuse" di intransigenza, Edoardo Falcone ribatte così: "Cerco sempre una verità nel racconto, anche se siamo in commedia. Mi piace lavorare per sottrazione, sono 'leggermente maniacale'. Dagli attori voglio una cosa, se non la ottengo o non è come l'ho pensata, li faccio ripetere fino allo stremo. La scena con più ciack? Quella in cui Fabio De Luigi parla Giapponese. Ma di contro dovete sapere che Fabio è bravissimo nelle arti marziali. Quindi abbiamo dovuto togliergli le sue capacità nella scena in cui è in palestra".
Sempre in nome della credibilità, Daniela Virgilio ha interpretato un altro personaggio rispetto a quello per cui era stata chiamata. "Ho fatto i provini per l'altro personaggio femminile, ma alla fine abbiamo deciso che funzionavo di più come moglie di Elio. Sono stata felice perché siamo molto amici, quindi quando mi hanno detto che in un solo film prima lo avrei baciato e poi gli avrei dato un cazzotto in faccia, mi sono detta che era il film per me!". "Per me è stata un'esperienza arricchente", dice Massimo De Lorenzo, che nel film interpreta un ruolo da comprimario, ma tutt'altro che marginale. "Nel cinema italiano a volte deve andare bene quello che hai detto la prima volta, per ragioni di tempo, soprattutto per ruoli secondari come il mio. Non è stato così questa volta. Tutti i personaggi sono tridimensionali per il lavoro che è stato fatto sul set, e poi ci siamo divertiti molto". A questo punto Elio Germano e Fabio De Luigi scoppiano in una piccola, simpatica rivolta: "A volte, per colpa sua, abbiamo avuto difficoltà a portare avanti la giornata!", esclama Elio riferendosi a Massimo. "Soprattutto nella scena in cui è in pigiama e ciabatte!", gli fa eco Fabio. La conferenza assume gli stessi toni che devono esserci stati nelle pause sul set: calore, simpatia... dev'essere questione di karma.