Quattro buone giornate, la recensione: un intenso dramma sulla dipendenza

Protagonista di Quattro buone giornate è una trentenne che, nell'ennesimo tentativo di disintossicarsi, chiede aiuto a quella madre della quale ha più volte tradito la fiducia. Disponibile su Netflix.

Un'immagine di Quattro buone giornate

Margaret "Molly" Wheeler, una tossicodipendente di trentun anni, suona alla porta di sua madre Deb, che non vede da oltre un anno. La ragazza è in crisi e in profonda astinenza e cerca aiuto dalla genitrice, sostenendo di esser pronta - per l'ennesima volta - ad andare in un centro specializzato nel tentativo di disintossicarsi una volta per tutte.

Quattro Buone Giornate Una Scena Tratta Dal Film
Mila Kunis e Glenn Close in una scena di Quattro buone giornate

Inizialmente Deb, delusa da quella figlia che più volte ha tradito la sua fiducia, si rifiuta di aiutarla ma il mattino successivo, dopo aver visto come Molly abbia trascorso la notte all'addiaccio nel giardino di casa, si fa impietosire e la accompagna nel centro apposito. Lì scopre come entro una settimana sarà possibile sperimentare una nuova cura, che potrebbe permetterle di ricominciare nuovamente da zero, ma soltanto tre giorni la paziente può chiedere ospitalità in clinica. Le Quattro buone giornate del titolo sono infatti quelle che Molly e sua madre dovranno trascorrere insieme tra le mura domestiche, occasione per ricostruire quel rapporto ormai profondamente logorato.

Quattro buone giornate e tutto il resto

Quattro Buone Giornate Un Momento Del Fim
Un'irriconoscibile Mila Kunis

Alla base vi è una storia vera e non è un caso che la verosimiglianza, per quanto a tratti schiavizzata da una certa retorica, sia il punto di maggior interesse dell'abbondante ora e mezzo di visione, incentrata su questo legame di sangue destinato o a un nuovo inizio o a una conclusione definitiva, con il pubblico che scoprirà piano piano come evolveranno realmente gli eventi. Disponibile nel catalogo di Netflix, Quattro buone giornate si fa forza nella caratterizzazione di queste due personalità al contempo antitetiche e complementari, seguendo un modo di dire biblico originariamente neutro/maschile qua da declinare esclusivamente al femminile, nella versione "le colpe delle madri ricadono sui figli", giacché la figura del padre è quanto mai assente per quanto faccia una sua breve ed estemporanea comparsa.

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Facce giuste al posto giusto

Quattro Buone Giornate Una Immagine Del Film
Le due straordinarie protagoniste di Quattro buone giornate

L'altra carta vincente dell'operazione è data dalle riuscitissime scelte di casting, con il ruolo delle due protagoniste che non poteva trovare sbocco migliore. Glenn Close non è certo una sorpresa, qui nell'ennesima, dolente, maestosa prova di una carriera ancora in attesa del fatidico Oscar, ma non le è da meno una Mila Kunis irriconoscibile, con il trucco che le regala un volto segnato dagli effetti nefasti della droga, in una sorta di immagine scioccante e aprente la mente al pubblico più giovane. Uno dei passaggi più emotivamente riusciti è d'altronde proprio quando Molly viene invitata e esporre il suo caso tra i banchi di un liceo, dove si strugge in una confessione a cuore aperto, testimonianza catartica e amare di una vita gettata al vento ma che forse è ancora possibile salvare prima che sia troppo tardi.

Fino all'ultimo giorno

Quattro Buone Giornate Una Scena Del Film
Quattro buone giornate: una scena del film

L'astinenza opprimente e quel tempo che passa così lento sono ben messi in risalto dalla regia, anche se a tratti il racconto soffre - vizio di partenza - di una certa staticità, con almeno un paio di situazioni parzialmente forzate inserite ad hoc per cercare di imprimere un po' di sprint ad un racconto che, pur intenso nella sua essenza, rischiava di spegnersi su se stesso. Rischio scampato per un pelo, anche se ovviamente Quattro buone giornate non è un film adatto a chi cerca storie ad alto ritmo. Ci troviamo infatti di fronte ad un dramma duro e puro, che non ha paura di mettere a nudo i personaggi e di affrontare tematiche scomode con un piglio crudo, senza nascondere i lati oscuri della dipendenza. Da segnalare inoltre la canzone principale, a chiusura sui titoli di coda, Somehow You Do di Diane Warren, candidata all'Oscar nella relativa categoria nell'edizione 2022.

Conclusioni

Quattordici volte ci ha provato senza successo ed è normale che al nuovo tentativo di disintossicarsi sua madre sia ben più che scettica. Il calvario della protagonista, messa di fronte a una nuova cura, potenzialmente salvifica, riunirà una volta per tutte quelle due donne ormai così distanti? Quattro buone giornate ci accompagna nei meandri di questo legame complicato e amaro, fatto di fiducia tradita e di nuove speranze, verosimile nel suo romanzare una vicenda realmente accaduta. Glenn Close e Mila Kunis sono due straordinarie protagoniste, capace di rendere interessanti anche i passaggi potenzialmente più diluiti.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • Mila Kunis e Glenn Close sono perfette.
  • La sceneggiatura scava con la giusta, cruda, profondità nell'animo tormentato delle protagoniste.

Cosa non va

  • A tratti qualche tempo "morto" e un paio di situazioni parzialmente forzate.