Il passaggio di un'opera teatrale al cinema è un percorso rischioso che spesso non riesce a rispettare le qualità dell'opera squilibrando l'armonia tra parole e immagini. Questo non accade in Quasi Natale, il nuovo film di Francesco Lagi presentato Fuori Concorso al Torino Film Festival nella sezione Tracce di Teatro. Già un'opera portata sui palcoscenici dallo stesso regista e lo stesso cast, Quasi Natale viene adattato per il cinema mantenendo le sue caratteristiche originali, quello di essere un racconto che avviene in un luogo chiuso e dove tutto passa attraverso i dialoghi tra i personaggi, ma lo fa con una sensibilità adatta al mezzo cinematografico. Il risultato è un'opera profonda che racconta nel migliore dei modi una storia che ha a che fare coi fantasmi di un passato.
Tre fratelli che si ritrovano qualche giorno prima di Natale nella casa d'infanzia per volere della madre, che vuole dire loro qualcosa d'importante e che ora però, gravemente malata, è costretta in un letto d'ospedale. Una sorella, due fratelli e la nuova compagna di uno di loro attendono tra le mura domestiche, ancora intrise di ricordi e di discorsi interrotti, il ritorno della madre per sapere il motivo della riunione. Sarà l'occasione di fare il punto della vita per tutti loro, anche togliersi qualche scheletro nell'armadio, danzando tra memorie a prima vista allegre e un difficile presente. Forse quell'attesa saprà spogliarli dalle loro interpretazioni (il fratello sempre felice, la sorella un po' matta...), da quei ruoli che ormai indossano da anni e forse sarà l'inizio (o la fine) di una fase di vita. Intorno a loro una casa che si fa protagonista, intrisa di oggetti e di storia, che sembra vivere di vita propria o che sembra accudire non solo i resti di una famiglia, ma anche i fantasmi del passato.
Dal teatro al cinema
Già attivi nella compagnia Teatrodilina, il regista Francesco Lagi e gli attori Francesco Colella e Leonardo Maddalena, presenti alla conferenza stampa, sono consapevoli dell'adattamento che ha traslato l'opera dal palco allo schermo. "C'è sicuramente stato un lavoro di adattamento rispetto allo spettacolo teatrale" afferma il regista "Sono due linguaggi diversi ma che si contaminano, si sovrappongono. In primo piano ci sono sempre due elementi fondamentali: la scrittura e la recitazione degli attori, ma cambia il modo in cui queste si esprimono. L'importante è riuscire a raccontare le nostre storie in modo libero". Una libertà che si traduce anche nel modo in cui il film è stato prodotto da Alfredo Covelli, attraverso una casa di produzione fieramente indipendente e senza alcun ausilio da parte dei grandi broadcaster. Francesco Colella, che nel film interpreta uno dei due fratelli, Isidoro, ritiene il passaggio dal teatro al cinema una prosecuzione naturale del percorso dell'opera: "_È un sogno che si avvera per noi. La nostra aspirazione era quella di poter trasformare il nostro spettacolo in un film. La nostra esperienza sul palco ha fatto in modo che questi personaggi ormai siano identità vive dentro di noi, li capiamo a fondo e siamo riusciti non solo ad adattare lo spettacolo teatrale, ma anche ad ampliarlo, anche a livello di dinamiche e di sentimenti".
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La magia del set, una casa perfetta
"Sono vicende semplici e quotidiane che al loro interno, attraverso dialoghi a prima vista banali e comuni, stanno raccontando intere esistenze" prosegue l'attore e, infatti, guardando Quasi Natale non si può fare a meno di notare come quella semplicità e quel realismo si sposino perfettamente con le tematiche del film che riesce a creare un'atmosfera di attesa e di tensione continua. La regia di Lagi sa costruire un clima rarefatto e allo stesso tempo magico, capace di catturare uno spazio unico entro i quali i personaggi si muovono.
"Il set era una vera casa e questo ci ha permesso di immedesimarci ancora meglio. Gli oggetti, le pareti, tutto quel mondo diventa fisico e di conseguenza lo diventano i sentimenti" racconta Leonardo Maddalena, il fratello più giovane della storia. Il set è una casa vera e propria posta sulle rive del lago di Como capace di "avere l'atmosfera giusta per la storia. Si respirava un'aria, un sapore, un profumo dato dalle pareti, dal lago oltre le finestre, dagli oggetti che tappezzavano le stanze che era ideale per la nostra storia" prosegue il regista. Con una piccola curiosità, come racconta Colella: "La casa è di proprietà di una signora anziana che ha tre figli, come nel film, e la sua storia personale assomigliava a quella che stavamo raccontando. È così che il tutto è stato intriso di una forza magica che ha reso il periodo di riprese unico e divertente".