Proprio dopo aver visto il nuovo film di Lasse Hallström, è apparso online un video che mostra uno dei cani del film in un momento delle riprese, mentre viene forzato ad entrare in acqua per una scena d'azione, opponendo visibilmente resistenza. Una manciata di secondi che ha scatenato le polemiche e gli appelli a boicottare il film. Chi scrive è amante dei cani, è abituato a fare attività con loro e sa quanto sia importante l'approccio giocoso e positivo in questo tipo di attività cinofila, anche e soprattutto per l'ovvio rispetto per l'animale che va sottolineato e mai dato per scontato.
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Ciononostante, non è questa la sede per attaccare, giudicare o condannare chi eventualmente ha sbagliato su quel set, questo lo stabilirà chi di dovere, identificando e punendo i colpevoli (leggiamo, tra l'altro, che il responsabile sul set della American Humane è stato già sospeso. E ci sembra un doveroso primo passo). Noi, in quanto giornalisti di cinema e critici, dobbiamo concentrarci su Qua la zampa in quanto film... che di problemi ne ha anche qualche altro.
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Lo scopo della vita
Il film di Hallström parte da uno spunto simpatico, mette al centro del racconto un cane seguendolo dalla nascita, i primi giochi, la vita libera, la successiva cattura da parte degli accalappiacani... e la sua rinascita. Il cane protagonista di Qua la zampa è infatti più di un cane, è lo spirito di un cane che si reincarna di volta in volta alla ricerca dello scopo di un cane richiamato dal titolo originale A Dog's Purpose. In questo percorso, il cane si imbatte in un bambino dal nome Ethan che diventa il suo bambino, l'essere umano con cui stringe un rapporto così forte da andare oltre la sua vita mortale. Anche nelle successive reincarnazioni, quando Bailey non sarà più Bailey ma Ellie, Tino o Buddy, il ricordo di Ethan non sparirà mai, fino a ricondurlo al suo vecchio padrone ormai uomo maturo e disilluso dalla vita.
La voce di Bailey
A guidarci in questo percorso è la voce fuori campo di Bailey, inizialmente molto didascalica e carica di spiegoni a beneficio dello spettatore, poi semplice contrappunto ironico a quanto vediamo su schermo, in modo non molto diverso da quanto fatto a suo tempo con Senti chi parla, per darvi un'idea più precisa. Una voce che in originale è regalata a Bailey da Josh Gad, lo stesso che ha dato vita all'Olaf di Frozen - Il regno di ghiaccio, mentre nella versione nostrana è uno stanco Gerry Scotti che non sempre riesce a dare mordente e brio al racconto fuori campo ed alla storia fiabesca di Bailey. Qua la zampa è, infatti, essenzialmente una favola, che fa della semplicità narrativa la sua forza in quanto film per famiglie. Non è in questa scelta il suo problema, ma nell'eccessiva banalizzazione con cui il tutto è raccontato, non solo sul versante canino ma anche quello degli umani che lo circondano.
Emozioni cinofile
In un racconto che si sviluppa anche con qualche problema di equilibrio tra la lentezza di una prima parte e la frettolosità delle incarnazioni successive, va detto però che Qua la zampa riesce in qualche modo a raggiungere il suo scopo in quanto film per famiglie, intrattenendo i più giovani e finendo inevitabilmente per portare alle lacrime chiunque abbia, abbia avuto o abbia amato un cane. Il rapporto tra Ethan e Bailey (ma anche quello delle vite successive con i nuovi padroni), quel legame stretto, unico ed indissolubile che si crea tra un essere umano ed il suo migliore amico, è infatti tratteggiato con cura ed in modo credibile, attraverso piccoli gesti e situazioni, regalando più di qualche sorriso ed emozioni forse un po' troppo facili ma genuine.
Movieplayer.it
2.5/5