Recensione In memoria di me (2006)

Pur essendo tecnicamente superiore a 'Private', il secondo lavoro di Saverio Costanza limita a questo aspetto le note positive, ma amplifica quelle negative che già erano percepibili nel lavoro d'esordio.

Provocazioni e spiritualità

Dopo il clamore suscitato dal suo film d'esordio, Private, Saverio Costanzo affronta con furbizia un altro tema che farà discutere in In memoria di me, presentato in concorso all'edizione 2007 del Festival di Berlino.

Personaggio principale del film è Andrea, interpretato da Christo Jivkov, giovane intelligente che intraprende la strada del noviziato con l'intento di diventare prete.
Nella comunità religiosa, Andrea si trova ad aver a che fare con gli altri novizi, i Padri Superiori e gli altri preti, immerso nel silenzio e nella preghiera. Il monastaro si rivela presto un universo di intrighi, fatto di rituali e sguardi, e la freddezza di Andrea viene presto notata e messa in evidenza dagli altri novizi, che colgono anche la sua attitudine al giudicare ed il suo sentirsi superiore.

Come Andrea, Costanzo giudica; come Andrea, è freddo e distaccato; come non c'è amore nelle parole di Andrea, non se ne ritrova nelle immagini costruite da Costanzo in un film presuntuoso.
Inutilmente estetizzante, accompagnato da una colonna sonora spesso invasiva ed interpretato con freddezza e poca partecipazione, In memoria di me è un film antipatico e superbo, che si arroga il diritto di spiegare la religione e la religiosità.
Ma come lo stesso regista alla fine propone, la religiosità è un concetto intimo, che va vissuto in modo privato ed è forse uno dei motivi del fastidio provocato dal film.

Molti i temi trattati da Costanzo nel suo secondo lavoro, dalla libertà (o meglio, la privazione della stessa), le scelte e l'amore, in cui molti vedranno riferimenti all'omosessualità, confermati dal bacio finale che non mancherà di scatenare polemiche in ambito ecclesiastico.
Pur essendo tecnicamente superiore a Private, il secondo lavoro di Saverio Costanza limita a questo aspetto, quindi, le note positive, ma amplifica quelle negative che già erano percepibili nel lavoro d'esordio.

Nel corso dell'incontro con la stampa, Costanzo ha dichiarato di considerare In memoria di me un film anziano e di sentire di aver saltato alcune fasi della sua vita. Forse gli sarebbe stato utile vivere quelle fasi e realizzare i film che gli avrebbero permesso di diventare un regista maturo.

Movieplayer.it

2.0/5