Il Festival di Locarno si apre alle serie tv ospitando la prima mondiale di Prisma, serie Prime Video che racconta l'adolescenza di un gruppo di ragazzi di Latina divisi tra scuola, genitori, voglia di crescere e scoperta della propria identità sessuale. La serie in otto episodi, in arrivo su Prime Video dal 21 settembre, è diretta da Ludovico Bessegato e scritta insieme ad Alice Urciolo, entrambi già responsabili del successo di Skam Italia. Al centro della storia troviamo i gemelli Marco e Andrea, entrambi interpretati da Mattia Carrano, presente a Locarno insieme a Lorenzo Zurzolo, che interpreta Daniele, Caterina Forza (Nina) e Chiara Bordi (Carola).
Come puntualizza Bessegato, "Skam è basata su un format norvegese, ma stavolta abbiamo deciso di realizzare una serie ambiziosa radicata in Italia. Skam racconta un personaggio alla volta, noi avevamo voglia di creare una serie che avesse un passo diverso. L'obiettivo è farne più stagioni. E poi volevamo vedere se saremmo riusciti a fare una cosa nostra. Abbiamo sperimentato inserendo salti temporali, un montaggio serrato, musiche con funzione espressiva. Siamo riusciti a fare tutto questo con l'aiuto di Cross Productions e Amazon Original".
Scoprire se stessi e la propria identità sessuale
Il team creativo formato da Ludovico Bessegato e Alice Urciolo torna a parlare di adolescenza, un tema toccato costantemente al cinema e in televisione, ma spesso utilizzando un punto di vista adulto, distante dalla materia trattata. Come spiega Ludovico Bessegato, "parlare con i ragazzi è bellissimo, sono pieni di energia, parlano di cose che nel mondo adulto arrivano dopo. In Prisma affrontiamo il tema dell'identità di genere, mostrando la difficoltà delle nuove generazioni a rientrare dentro certe etichette".
Alice Urciolo rivela come la storia di Prisma sia stata ispirata da "una ragazza transgender conosciuta all'università che poi è diventata poetessa. Anche l'idea dei gemelli è nata da lì. Potevamo avere una persona identica ad Andrea che rappresenta ciò che lui vorrebbe essere, ma purtroppo non è". A giudicare da quanto riferito dai suoi autori, Prisma è una serie radicata nella realtà nata da interviste e indagini sui ragazzi. Per Bessegato, "rappresentare la realtà esattamente come la vediamo, visto che parliamo a 190 milioni di persone, è una grande responsabilità. Noi partiamo dal reale, nulla nasce dalla nostra fantasia. Non inventiamo niente, ma scegliamo di rappresentare eventi che forniscano un'ispirazione positiva".
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Un cast giovane, ma non le idee chiare
A parlare è il giovane cast di Prisma. Lorenzo Zurzolo interpreta Daniele, campione di nuoto appassionato di musica trap che a volte si comporta da bullo. Descrivendo l'esperienza sul set di Prisma, il ragazzo ricorda cosa è stato detto al cast riunito a inizio riprese: "Questa è in tutto e per tutto una classe di liceo che finora non è mai stata raccontata in questo modo. La serie punta a un ritratto reale dei giovani toccando temi che raramente vengono affrontati con tale schiettezza". Chiara Bordi è Carola, che ha una cotta per Daniele e affronta a testa alta la sua disabilità dopo aver perso una gamba in un incidente: "La forza di Prisma raccontare tante vite in maniera reale, cogliendo la naturalezza dei giovani. Le sofferenze tipiche dell'età, il rapporto con gli altri, con la famiglia, la scuola, gli hobby. Il mondo come viene rappresentato in Prima è molto vicino alla realtà".
Caterina Forza, interprete di Nina, apertamente lesbica, aggiunge: "La bellezza di Prisma è l'inclusività, racconta una storia per far sentire il pubblico meno solo". Riguardo alla sua esperienza nei panni dei gemelli protagonisti, Mattia Carrano racconta: "Durante le riprese ero tre persone diverse: sul set ero Andrea e Marco, in hotel ero Mattia. Nonostante le difficoltà sono riuscito a sentire questa diversità".
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Una location fuori dal comune
Ma c'è un'altra protagonista in Prisma ed è Latina, location inedita visto che la maggior parte delle serie sono ambientate a Roma. "Proprio per questo ormai è difficile trovare luoghi che non siano già battuti. Difficile sorprendere il pubblico con spazi diversi" spiega Ludovico Bessegato. "Latina ci sembrava un posto poco conosciuto che poteva sorprendere il pubblico. Ha queste serre incredibili a bordo città, il grattacielo, le architetture razionaliste. Ci permetteva di raccontare la provincia, ma con atmosfere diverse dalla provincia italiana classica. Latina non ha un centro storico, ha un'identità sfuggente, ha solo 90 anni, ci sono persone più vecchie della città in cui vivono". E poi c'è la mano di Amazon Original, che ha permesso lo sviluppo di una serie profondamente italiana con uno sguardo universale visto l'approdo su una piattaforma globale. "Non vediamo l'ora di saggiare la reazione del pubblico al nostro romanzo di formazione, anzi di trasformazione".