Tre guerrieri di tre epoche diverse si ritrovano ad affrontare la stessa spietata minaccia, un combattente alieno il cui unico scopo è quello di confrontarsi con i migliori assassini di altre specie. È questo l'incipit di Predator: Killer of Killers, nuovo film animato disponibile su Disney+, che porta in animazione tutta la forza e la violenza delle quali Predator è capace, raccontando attraverso episodi non solo l'iconico personaggio, già icona di fumetti, lungometraggi e videogiochi, ma anche una parte della sua "etica" e del suo mondo.

Killer of Killers, infatti sembra fare da ponte verso il prossimo lungometraggio dedicato a Predator, Badlands, diretto da Dan Trachtenberg, che quindi va a comporre un'ideale trilogia dedicata al sanguinario alieno. Abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata con il regista, un'occasione per comprendere come raccontare questo iconico personaggio e capire il perché a lui piaccia così tanto venire a caccia sulla Terra.
Un villain con un proprio codice
È stata infatti questa la prima domanda che abbiamo rivolto a Trachtenberg, ovvero il motivo che, secondo lui, spinge Predator a prediligere il nostro pianeta: "Per qualche ragione, sembra chiaro che la Terra, tra tutti i pianeti, gli abbia dato del filo da torcere. Quindi, il luogo con gli avversari più formidabili, è chiaramente un terreno di caccia privilegiato per loro."

Ad essere diverso, però, non è solo il nostro pianeta ma anche Predator stesso che, nonostante sia stato introdotto nell'universo di Alien all'inizio degli anni novanta si discosta enormemente dallo Xenomorfo per intenzioni ed etica: "Sì, penso che Predator sia diverso da Alien e da altre creature e cattivi dei film. In sostanza, come il primo Alien, anche il primo suo film è uno slasher: si vede una creatura che uccide le persone una a una. Ma la differenza, una differenza davvero netta, è che Predator sembra avere sin dall'inizio un codice e una cultura. Aveva un'intelligenza che non era presente in nessuno degli altri cattivi cinematografici e un design davvero fantastico. Quindi penso che ci abbia fatto venire voglia di saperne di più e di capire cosa facesse davvero. Era un po' come un film di killer o un film sulla mafia. È come un cattivo con un codice."
Prima volta in animazione

Predator: Killer of Killers è la prima occasione che abbiamo per vedere questo villain in animazione, un mezzo perfetto per enfatizzare la spettacolarità dei combattimenti mantenendo comunque una storia emozionante e avvincente. Abbiamo quindi chiesto al regista quali nuove sfide hanno dovuto affrontare: _ "La sfida più grande è stata trattare tre storie che dovevano avere un inizio, una parte centrale e una fine proprie, ma che al tempo stesso dovevano contenere qualcosa di ancora più potente del semplice raccontare una vicenda. Volevamo che si legassero in qualche modo, tematicamente e non solo."_

Dan Trachtenberg ha poi parlato del processo di realizzazione del film che ha coinvolto anche la casa di produzione Third Floor, che ha aiutato lui e il co-regista Josh Wassung a sviluppare storyboard e concept art prima che il film entrasse pienamente in produzione : _ "Per molti di noi è stata la prima volta con un film film d'animazione: il mio co-regista, il produttore Ben Rosenblatt, per tutti noi era la prima volta. Certamente questo porta freschezza, audacia e uno sguardo non stanco al genere, ma significa anche che dovevamo essere il più acuti possibile e al massimo della forma per fare qualcosa di speciale."_
Come sopravvivere a Predator

Prima dello scadere del tempo concesso per l'intervista abbiamo dovuto comunque chiedere a Trachtenberg come, secondo lui, si può sfuggire ad un alieno fortissimo e super tecnologico che ti da la caccia e la risposta possibile si è rivelata una sola: "Un guerriero per battere Predator deve essere intelligente. Di volta in volta la forza sembra non essere abbastanza contro le dimensioni di Predator e gli strumenti non sembrano essere efficaci, quindi servono scaltrezza, astuzia e tutto il resto per sopravvivere."