Ritratto della giovane in fiamme, la recensione: La Sciamma mette in scena lo sguardo femminile

La recensione di Ritratto della giovane in fiamme, il film di Celine Sciamma presentato in concorso all'edizione 2019 del Festival di Cannes.

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Ritratto della Giovane in fiamme: una scena del film

Si parla molto, negli ultimi tempi, del problema dello sguardo maschile che segna in qualche modo il mondo del cinema, e nello scrivere la recensione di Ritratto della giovane in fiamme non possiamo far altro che accogliere uno sguardo femminile intenso e purissimo, quello della regista Celine Sciamma, che si sovrappone a quello delle protagoniste della storia che ha raccontato all'edizione 2019 del Festival di Cannes: il suo nuovo film, Ritratto della giovane in fiamme, sarà infatti ambientato qualche secolo nel passato, ma ha un approccio moderno e attuale che non può passare inosservato e conferma la bravura dell'autrice nell'approfondire tematiche e personaggi con delicatezza, sensibilità e acume.

Ritratto di un rapporto nella trama di Ritratto della giovane in fiamme

La trama di Ritratto della giovane in fiamme ci porta nel 1770, dalle parti delle coste rocciose britanniche. Lì facciamo la conoscenza della protagonista, Marianne, pittrice incaricata dalla padrona della casa in cui viene accolta di dipingere il ritratto a cui fa riferimento il titolo. Oggetto del dipinto della donna è Héloïse, figlia della donna appena tornata dal convento e ora riluttante promessa sposa, occasione per la quale il ritratto dovrà essere realizzato. A tal scopo, Marianne inizia a scrutarla di nascosto, la osserva e studia per coglierne l'essenza e l'enigmatico sorriso, ma in questo rapporto la distanza tra le due si assottiglia sempre più, creando un rapporto delicato e profondo, fatto di complicità e comprensione reciproca.

Incontro di sguardi e personaggi

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Ritratto della Giovane in fiamme: una scena del film

Ritratto della giovane in fiamme si costruisce nello spazio tra le due protagoniste, negli sguardi che si scambiano con sempre maggior consapevolezza. Sguardi che guidano anche lo spettatore nella comprensione delle due donne e le rispettive sfumature, passo dopo passo, dettaglio dopo dettaglio, costruendo un rapporto che guadagna in compiutezza con l'evoluzione della storia, canalizzato nelle ottime performance delle due protagoniste Noémie Merlant e Adele Haenel, che rendono vivi e vibranti i due principali personaggi di Ritratto della giovane in fiamme e la loro relazione sempre più intima. Due parole vanno spese, però, sulla natura del rapporto tra le due donne, che si sviluppa soprattutto sul piano intellettivo e verbale, ponendosi sul versante quasi opposto rispetto alla passione di un'altra storia d'amore al femminile che ha segnato la storia recente di Cannes, La vita di Adele.

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Ritratto della Giovane in fiamme: Adèle Haenel durante una scena

Celine Sciamma ci porta nel suo mondo

Il film di Céline Sciamma è una storia al femminile. Lo è perché animata da quasi sole donne (accanto alla due protagoniste troviamo la madre di Héloïse, una efficace Valeria Golino, e la figura della domestica Sophie). Lo è, soprattutto, perché è femminile lo sguardo della regista che filtra la vicenda per noi spettatori, in quello che è uno dei migliori possibili esempi di cinema femminile, che non si concretizza solo nella compiutezza e spessore delle donne che mette in scena e racconta, ma nel proporre una visione del mondo che è intrinsecamente femminile più che femminista. Così facendo, la Sciamma riesce a portare lo spettatore ad assimilare e comprendere il suo punto di vista sulla storia e i personaggi, condendo la narrazione di immagini potenti nella loro delicatezza e alcune sequenze di grande poesia che trasmettono empatia ed emozione.

Conclusioni

Nel sintetizzare la recensione di Portrait of a Lady on Fire, ribadiamo la capacità di Céline Sciamma di condurci nel suo mondo narrativo, permettendoci di comprendere e assimilare il suo approccio e sguardo prettamente femminile nel raccontare la relazione tra due donne che è principalmente intellettiva e verbale. Brave le due protagoniste, capaci di dare spessore ed emozione ai rispettivi personaggi, rendendoli credibili e intensi.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.3/5

Perché ci piace

  • Lo sguardo femminile di Céline Sciamma, che filtra la storia che racconta e ci porta nel suo mondo.
  • La costruzione delle due protagoniste e del loro rapporto, intimo e compiuto.
  • L'attenzione per i dettagli nel tratteggiare le due protagoniste e la delicata potenza di alcune immagini.
  • La natura più intellettiva e verbale della relazione tra le due donne...

Cosa non va

  • ... che potrebbe spiazzare alcuni spettatori.