"Un corpo non cambia il suo moto se non interviene una forza a farlo". È una delle leggi di Newton, e la enuncia la voce narrante, calda a profonda, di Russell Crowe, in una delle prime sequenze del suo nuovo film da regista, che vi raccontiamo nella recensione di Poker Face. Il film, di cui Russell Crowe, oltre che regista è sceneggiatore, attore protagonista e anche autore di alcune musiche, arriva nei cinema il 24 novembre dopo essere stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città. Jake, il protagonista del film, sarà costretto a cambiare il suo moto perché una forza interviene nella sua vita. Poker Face è l'occasione per ritrovare sul grande schermo come protagonista assoluto, dopo lo spassoso cameo in Thor: Love And Thunder, un attore amatissimo. Crowe ritorna con un film dove è un uomo che ritrova i suoi amici di un tempo per una grande, misteriosa, partita a poker. E Poker Face è proprio una partita a poker: un film che nasconde le carte fino alla fine. È più film in uno: thriller psicologico e film d'azione. Funziona a tratti, ma è un buon intrattenimento.
Una partita a poker ad altro rischio
Jake (Russell Crowe), è un miliardario, un imprenditore e un gambler, un giocatore d'azzardo. Gioca a poker da quando era ragazzino e lo faceva con i suoi amici. È diventato ricco sfondando nel settore hi-tech: un sistema per giocare al poker on line è diventato un sistema per la sicurezza nazionale, e Jake è diventato fornitore dei governi. Una sera, Jake riunisce i suoi amici di infanzia nella sua residenza a Miami per una partita a poker ad alto rischio. Sembra che questi amici abbiano un rapporto di amore-odio nei confronti di Jake, che ha in mente qualcosa, e non una semplice partita.
Russell Crowe, la Masterclass a Roma 2022: "Noi attori siamo burattini di noi stessi"
Gli occhi di Russell Crowe
Guardando il film, non si può non fare a meno di notare come il volto di Russell Crowe sia maturato. Ha la barba bianca, ma ben curata. Le rughe che solcano il volto lo rendono più interessante, più espressivo, sembrano raccontare una storia, e questo giova al personaggio di Jake. Non ha più il fisico de Il gladiatore, e non potrebbe essere altrimenti. Russell Crowe ha una struttura imponente, ma non quanto sembra da certe foto recenti prese fuori scena. E poi ci sono quegli occhi, che trasmettono dolcezza e sicurezza. Ma, nel film, anche tristezza, dubbi, pensieri. Come quelli di Jake. A proposito di quegli occhi, aspettare la fine del film.
Russell Crowe non fa vedere subito le carte
Poker Face è un film molto strano da vedere, un film che spiazza in diverse occasioni. Come quella prima mezz'ora in cui sembra iniziare più volte, da quell'intro con i ragazzi al lago, che sembra quasi un film americano alla Stand by me - Ricordo di un'estate, a quel misterioso incontro con una pittrice in una galleria d'arte (a proposito, dimenticatelo, ma poi guardate il film fino ai titoli di coda) a quella visita a una sorta di guru nei boschi e l'arrivo in famiglia. Non si capisce, all'inizio, dove vada a parare il film. Ma, in realtà, non lo si capisce mai nemmeno continuando a guardarlo. O meglio, quando crederete di aver capito che film è, cambierà ancora una volta. In fondo, Poker Face è come una partita a poker. Come se fosse un giocatore consumato, Russell Crowe non fa vedere subito le carte, le tiene giustamente coperte come in ogni partita che si rispetti. E non ci fa vedere neanche subito la posta in gioco. Poker Face diventa allora una lunga partita a poker con lo spettatore. Che, pur tra qualche dubbio e qualche cambio di tono, aspetta, continua a seguire il film, per poter finalmente "vedere".
Se un thriller psicologico diventa Panic Room
Il rischio può essere anche quello di rimanere delusi una volta scoperte le carte, certo. Perché Poker Face sembra decollare quando diventa un thriller psicologico, quando comincia ad indagare i rapporti tra il protagonista e i suoi amici, le loro vite più o meno di successo, più o meno fallite, ma ognuna con un'ombra, un segreto, un punto debole. Proprio mentre stiamo entrando nelle loro vite, Poker Face svolta verso una formula più scontata, e diventa un po' Panic Room, azione pura, adrenalinica. Non è il film che ci eravamo aspettati, non sono le carte che credevamo avesse in mano Crowe, ma il risultato è comunque divertente e in grado di intrattenere.
Un film dalla storia travagliata
Poker Face è probabilmente due, o più film in uno, perché è uno di quei film dalla storia travagliata. Ce lo ha raccontato proprio Russell Crowe alla Festa di Roma, dove ha presentato il film. Poker Face è un progetto in cui l'indimenticato protagonista de Il Gladiatore è entrato in corsa, per sostituire un regista impossibilitato a girarlo e con uno script non molto convincente. È probabile che Poker Face fosse un film d'azione vero e proprio e che proprio l'entrata in scena di Crowe, che ha riscritto due volte la sceneggiatura, lo abbia reso un film più intimo e personale. La scomparsa del padre di Crowe ha probabilmente ispirato all'artista una riflessione più profonda sulla morte, e su che cosa possa fare un uomo che nella vita non ha più tempo. Ed è allora proprio da Russell Crowe che nasce la parte più intrigante del film. E questo non è poco.
Se il poker on line diventa sicurezza nazionale
Se potremmo avere qualcosa da ridire anche sul messaggio del film, con i soldi che, alla fine, arrivano a sistemare tutto, ci viene in mente un sogno. Perdonateci se scherziamo sul film. Ma, dopo aver visto che i personaggi hanno creato, da un sistema per giocare a poker on line, un sistema per la sicurezza nazionale, sogniamo un fumetto di Zerocalcare in cui Secco, dal poker on line, inizia un'avventura nell'intelligence. Scherzi a parte, il film di Russell Crowe ha qualche incongruenza, parecchi cambi di tono e di rotta, ma resta un buon intrattenimento. E poi, in scena, c'è lui, uno degli attori per cui vale la pena di pagare il biglietto. Magari per una proiezione in lingua originale.
Conclusioni
Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Poker Face, il film di Russell Crowe è proprio una partita a poker: un film che nasconde le carte fino alla fine. È più film in uno: thriller psicologico e film d'azione. Funziona a tratti, ma è un buon intrattenimento.
Perché ci piace
- Ritrovare un attore come Russell Crowe.
- La parte centrale del film, costruita come un thriller psicologico.
- Il film è un ottimo intrattenimento...
Cosa non va
- ... anche se a un certo punto sceglie la via più facile per farlo, il film d'azione.
- Cambia più volte tono e direzione, e questo può disorientare il pubblico.
- Il messaggio, che i soldi mettano a posto tutto, non è proprio edificante.