Pluribus, recensione: Vince Gilligan e un (nuovo) folle viaggio. Tra ironia, sorprese e tensione

L'autore di Breaking Bad torna una serie che mette al centro del racconto Rhea Seehorn, con cui aveva già lavorato in Better Call Saul. Disponibile in streaming su Apple TV.

Un'immagine della serie tv Pluribus

Quando un autore è legato a serie o film di un certo calibro, è ovvio che ogni sua nuova opera venga attesa e accolta con un'attenzione differente, maggiore, febbrile. È inevitabile che sia così per Vince Gilligan, che ha partecipato a X-Files, ha realizzato Breaking Bad e il suo altrettanto iconico spin-off Better Call Saul, ora tornato con Pluribus. Lo show ha incuriosito sin dai primi annunci, complice il casting che mette al centro del racconto proprio Rhea Seehorn, che abbiamo già avuto modo di apprezzare nel suo lavoro precedente. E la curiosità per la nuova serie che ha ideato, disponibile su Apple TV, è stata soddisfatta dalla sua visione, perché è un viaggio ricco di tensione, ironia, colpi di scena e spunti di riflessione che ci ha accompagnati per i sei episodi (su nove) che abbiamo potuto guardare in anteprima.

Ma di cosa parla Pluribus?

Plutibus Rhea Seehorn Attice
La protagonista interpretata da Rhea Seehorn

Qui viene il nodo principale, lo scoglio contro cui ci siamo arenati nel cercare di scrivere questa recensione: ci è stata fornita una lunga lista di punti da non rivelare, che ci rende difficile fornirvi molto più di quello che le due righe di sinossi ufficiale propone, ovvero questo: "La persona più infelice della Terra deve salvare il mondo dalla felicità." Con questo abbiamo affrontato la visione e poco altro ci sentiamo di aggiungere per non rovinare questa splendida montagna russa di sensazioni e trovate.

Quello che ci sentiamo di dirvi senza rischiare di rovinarvi la visione e per darvi qualche informazione in più è che la Seehorn interpreta Carol Sturka, una famosa scrittrice, disillusa dalla vita e dal suo lavoro, che conosciamo proprio nel contesto della presentazione di un suo libro, e che sembra essere l'unica persona immune a una inquietante situazione che si viene a creare a livello globale e che cambia in modo significativo il mondo così come lo conosciamo.

Una serie che sorprende

Senza scendere nel dettaglio, quindi, vi parliamo della struttura di Pluribus: guardate assolutamente entrambi gli episodi distribuiti nella prima settimana, perché nel loro essere differenti tra loro per approccio al racconto e nell'impostare il cammino successivo, sono indicativi di una serie che a ogni nuova puntata aggiunge un livello, nuove scoperte e nuovi spunti.

Un po' Lost (sì, puntiamo in alto ma il riferimento ci sembra chiaro oltre che dichiarato per alcuni dettagli che non vi anticipiamo), un po' lo stesso Breaking Bad, tra inquietudine sempre presente, tanta ironia e soprattutto quelle splendide riflessioni che suscita sull'essere se stessi, sull'omologazione e i suoi pericoli, sulla falsità e dover essere sempre positivi e felici.

Plutibus Scena Rhea Seehorn
Una scena di Pluribus, di Vince Gilligan

Una felicità a cui la Carol di Rhea Seehorn è immune: l'attrice che è stata la vera rivelazione di Better Call Saul conferma quella capacità di muoversi tra i toni, di alternare con incredibile abilità l'approccio drammatico a quello più leggere con una credibilità sorprendente. Crediamo alla sua Carol, alle situazioni in cui si trova coinvolta, a un mondo che la circonda che ha preso una svolta assurda e inaspettata.

È lei la guida di un cast che da una parte accoglie e dall'altra inquieta, dando corpo alle idee che l'autore mette in campo, guidandoci in un mondo che riflette in veste fantastica alcune delle ansie e deviate abitudini della nostra contemporaneità.

Puro Gilligan, tra Rhea Seehorn, Albuquerque e tanta musica

Pluribus Protagonista Rhea Seehorn
Rhea Seehorn interpreta Carol nella serie Apple di Gilligan

Non è una serie semplice Pluribus, perché chiede allo spettatore di affidarsi e lasciarsi guidare in un viaggio che cambia direzione più volte, ma è evidente la mano di un autore che sa come gestire questo tipo di cammino, che torna al genere, a presupposti sci-fi e fantastici, dopo aver lavorato a X-Files e ne combina le potenzialità con la capacità di indagine dell'essere umano che ha dimostrato con le altre sue serie.

Torna ad Albuquerque, almeno per una parte della storia, ma non è solo la pigrizia e comodità di poter lavorare con il suo team storico, come ha rivelato Vince Gilligan nella nostra intervista, è anche perché sa che quel contesto ambientale gli offre le location di cui aveva bisogno per portare avanti il suo racconto in maniera ottimale.

C'è anche tanta musica in Pluribus, con versioni in lingue diverse di canzoni pop americane, per amplificare la sensazione di una storia globale, di un mondo che nella sua interessa ha preso una determinata direzione e che subisce le stesse folli regole. Quello di Pluribus, ma anche il nostro, globalizzato soprattutto in negativo.

Conclusioni

L'autore di Breaking Bad colpisce ancora e confeziona un viaggio che sorprende di episodio in episodio, che cambia belle ma resta coerente con l'intento iniziale. Tra dramma e ironia, Rhea Seehorn è perfetta nel caricarsi sulle spalle le vicissitudine della protagonista di Pluribus e rende giustizia alle intenzioni del suo autore, confermando quanto di buono già visto dalla loro collaborazione in Better Call Saul. Torna anche l'ambientazione di Albuquerque, ma è ottimo anche il lavoro fatto sulla musica e la selezioni di canzoni che lancia la serie dal contesto americano a quello globale.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La protagonista interpretata da Rhea Seehorn, che passa dal dramma all'ironia con grande efficacia.
  • Il presupposto della serie, geniale nell'intento che vuole comunicare.
  • Ambientazione, musica e tutta la confezione di primissimo ordine.
  • L'andamento della storia, che sorprende a ogni episodio...

Cosa non va

  • ... ma proprio per questo proseguite per un po' prima di dare un giudizio definitivo, non arrendetevi se nell'immediato vi spiazza.