Un romanzo di formazione ambientato nella Napoli del 1987. Sullo sfondo, il tripudio di una città che attende lo Scudetto, mentre un palazzo attende di essere sgombrato per far spazio ad un'importante piano urbanistico. I colori saturi, i contrapposti, un certo realismo magico. Dopo il successo della docuserie Wanna, Nicola Prosatore debutta alla regia con il bel Piano piano, presentato sia a Locarno che ad Alice nella Città. La storia è quella di Anna, che dalla finestra di casa si affaccia sul cortile del suo stabile, in procinto di essere demolito. In mezzo, l'adolescenza che sta per finire, una maturità che dovrebbe arrivare. Il senso dell'attesa, per una ragazza e per una città intera.
Protagoniste del film, Dominique Donnarumma e Antonia Truppo, con loro Giuseppe Pirozzi, Giovanni Esposito, Antonio De Matteo, Massimiliano Caiazzo e Lello Arena. Come spiegato dal regista nella nostra video intervista, Piano piano è un film di contrapposti: "Ci sono tanti opposti. Mi piacciono. Mi piace ispirarmi a cose vere, o verosimili. È nel mio DNA. A livello estetico si ripropone perché è ambientato negli anni Ottanta, tra colori complementari e colori che si respingono. C'è una dualità seminata ovunque".
La video intervista ad Nicola Prosatore, Dominique Donnarumma, Antonia Truppo
Nota di merito alla fotografia di Edoardo Carlo Bolli, oltre alla scenografia di Gaspare De Pascali e Brunella De Colla. Elementi tecnici che hanno aiutato Nicola Prosatore a dare il giusto tono al film: "C'è il ciano, che torna spesso a Napoli come colore", spiega il regista: "Devo dire che Napoli si sente, nei sottofondi e nei dialoghi. Anche nei silenzi. In post-produzione ho lavorato su questo, anche a livello musicale". Sempre Prosatore, spiega poi: "Napoli è ben rappresentata dal cinema. Sono contento che Piano piano possa essere lontano da alcuni stereotipi legati alla città. Vedo però un grande futuro per il cinema italiano locale. È qualcosa che va al passo con i tempi. La regionalizzazione sta tornando". Sempre su Napoli, Antonia Truppo ci dice che "Napoli è autonoma, sono veri i volti di Napoli. Da Troisi in poi, sono tutte inquadrature dello stesso mondo. E ognuno offre il suo".
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"Il cinema è vivere"
Piano piano, con dolcezza e forte senso narrativo, racconta poi della felicità, e di quanto possa rintracciarsi negli angoli più inaspettati. Chiediamo allora alle protagoniste se il cinema può essere una forma di felicità. "Il cinema è vivere. Cimentarmi in altre vite mi permette di evadere", confida la brava Dominique Donnarumma. "Per me il cinema è un mezzo confortevole, anche attraverso le storie altrui", ci dice invece Antonia Truppo, anche sceneggiatrice, che poi si sofferma sui contrapposti di Piano piano, e sulla delicatezza alternata alla fermezza, interpretando la mamma di Anna. "Questo è un rapporto archetipo tra madre e figlia. Una mamma che prova a salvaguardarla, può essere un riscatto anche verso sé stessa", prosegue l'attrice: "Abbiamo costruito tutto grazie al lavoro precedente alle riprese. Dominique è una debuttante, ma è la protagonista. Sono stata un po' la sua coach". Dall'altra parte, le risponde Dominique Donnarumma: "Lavorare con lei è stato importante, e sul set il legame è stato poi profondo".