Finora è il film più fischiato della competizione. Ed è un dispiacere perché Olivier Assayas è uno degli autori più sensibili ed eclettici del panorama europeo. In più è una persona squisita, cortese e flemmatica, capace di accettare le critiche negative, anche quelle più becere, col sorriso sulle labbra. Ecco come ha commentato i fischi e i boo ricevuti dal suo Personal Shopper: "Ogni film ha una vita propria vita. Lo prepari, nutri enormi aspettative e poi lui cammina con le sue gambe, fa reagire il pubblico in maniera diversa. E' come quando si partorisce. A Cannes tutto questo processo è amplificato, è l'aspetto più eccitante del festival, ma può essere anche traumatico. Cannes è una versione estrema della vita, io ero già preparato. Immaginate se durante il parto qualcuno vi fischiasse contro".
Scherzi a parte, i dissensi di parte della critica sembrano dovuti al tema delicato toccato in Personal Shopper, il rapporto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Il Ghostbusters francese, come è stato scherzosamente ribattezzato qualche critico. Riguardo al tema del film, Olivier Assayas spiega: "Ho cercato di connettere la realtà in cui viviamo con il mondo dell'immaginazione e della memoria. Noi viviamo immersi in un mondo terreno, materiale, risucchiati dal lavoro e dagli impegni, ma in noi vive anche una dimensione spirituale, la memoria dei nostri cari che non esistono più. La mia protagonista, Maureen, si affaccia nel passaggio tra questi due mondi. Mi piaceva l'idea di immergere questa storia in un universo materialista e moderno come il mondo della moda. Sono stato guidata dall'idea di una donna in fuga che trova la salvezza nel mondo dell'invisibile".
Kristen Stewart si affaccia sull'orlo dell'abisso
Grazie a Olivier Assayas, Kristen Stewart è stata la prima attrice americana a ricevere il Cesar per la performance in Sils Maria. L'attrice ribadisce tutta la sua fiducia al cineasta francese descrivendo con parole entusiastiche il loro rapporto. "Non parliamo molto, non risponde mai alle domande che gli faccio, ma tra di noi c'è una comunicazione non verbale innegabile. Cerco di far sì che siano le sensazioni a guidare la mia carriera e con Olivier ho un legame forte. Quando lavoro con lui sento che sto creando qualcosa di soddisfacente, mi sento parte del processo. Si può essere attrice in vari modi, ma questo è quello che preferisco". Parlando della sua Maureen, l'attrice aggiunge: "Ho letto il copione una volta sola e poi ho deciso di vivere l'attimo. All'inizio ero spaventata da questo salto nel vuoto. Ammetto che il mondo in cui vive del personaggio, l'universo effimero della moda, sia affascinante, ma Maureen è molto consapevole, è pratica, fisica, è una persona concreta".
Per Personal Shopper c'è chi ha addirittura usato il termine horror. Olivier Assayas si distacca dalla definizione di genere spiegando che l'horror "spesso ha un passo veloce, mentre io ho sovvertito le regole. Mentre preparavo il film, come faccio di solito, ho smesso di andare al cinema. Quando scrivo cerco di dimenticarmi i film altrui. Il mio non è un horror, ma una pellicola in cui le persone comunicano con gli spiriti. Sono tornato con la mente al 1800, epoca in cui sono concentrate tante invenzioni fondamentali come la fotografia, i raggi x. Era un'epoca in cui l'impossibile stava diventando reale. Ho riletto le cronache della comunicazione con gli spiriti, le opere di Victor Hugo, un uomo moderno e un grande artista che credeva nella comunicazione con l'aldilà. Più che al cinema i miei riferimenti culturali per Personal Shopper sono la poesia simbolista e l'esoterismo". Assayas prosegue: "Usiamo il termine 'fantasma' per esprimere una serie di cose diverse. Io credo che non siamo soli. Tutti abbiamo una vita intima, privata, che ci lega al passato, alle persone che amiamo e non ci sono più, ma anche da morte restano sempre con noi. Nel mondo contemporaneo la gente rifiuta questa idea, mette a tacere il suo lato esoterico." Riflettendo sul sul rapporto con l'aldilà, Kristen Stewart confessa: "Io sono agnostica, Non so cosa ci sia e non ci sia, ma sono sensibile alle energie e penso che siamo guidati da qualcosa che non sappiamo definire, e che non è consapevole delle nostre azioni".
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Nuda come il personaggio
Personal Shopper è una pellicola che indaga nel rapporto tra la vita e la morte, ma lo fa partendo da una cornice ipermoderna, il mondo della moda parigina. Il flm è, infatti, "invaso" dalla tecnologia. "Volevo sperimentare, far sì che parte del dialogo, nel mio film, si svolgesse tramite sms" racconta Assayas. "A vari livello tutti diveniamo ostaggi di questo tipo di comunicazione tecnologica. E' sconvolgente, spaventoso, ma ormai ne siamo tutti condizionati che ci piaccia o no. Usare un telefono è parte della mia vita, perciò pensavo che in un film ambientato nel presente massicce dosi di cellulari non potessero mancare". Aggiunge Kristen Stewart: "Oggi riceviamo stimoli costanti che in realtà sono privi di senso. Servono solo a colmare il vuoto. Il mio personaggio è solo e non parla con nessuno. Il telefono diventa, così, qualcosa di vivo, uno strumento di comunicazione". L'attrice ammette però che ricevere nella vita reale gli stessi sms che arrivano a Maureen sarebbe "spaventoso. Ero stupita di quanto ogni giorno Olivier riuscisse a rendere l'atmosfera nel film più tesa".
Ciò che non ha spaventato la star di Café Society, invece, sono le scene di nudo richieste dal ruolo. "Maureen è molto lontana dalla sessualità. Non ho problemi ad aderire in toto al mio personaggio. Personal Shopper è un film sulla ricerca della propria identità, è un film sulla crisi e io volevo fare tutto ciò che serviva, spogliarmi in ogni senso per aderire al personaggio". Reduce dall'esperienza sul set del nuovo film di Ang Lee, Billy Lynn's Long Halftime Walk, la Stewart prosegue: "E' sempre difficile fare confronti tra registi. Ang Lee è una brava persona, è un uomo dolce, meditativo, sensibile, sta ancora testando le sue capacità, ma il modo in cui dirige le persone traendo il meglio da loro è fantastico. Sia Ang Lee che Olivier riescono a realizzare qualcosa di molto vicino allo script. Per riuscire a girare il film di Ang Lee dovevo toccare corde emotive profonde, in questo caso con Olivier non sapevo che cosa attendermi. Mi sono lasciata guidare giorno dopo dopo giorno. Ma devo ammettere che sono entrambi tipi in gamba".