"Cosa significa online?" Così Joaquin Phoenix inizia il suo incontro con la stampa web per Vizio di forma, dimostrando ancora una volta di essere un personaggio quantomeno originale con cui non bisogna dare nulla per scontato. Questa volta però, a differenza dell'anteprima mondiale newyorkese di ottobre in cui fece praticamente scena muta, l'attore sembra più talkative del solito, come direbbero gli americani.
Alla sua seconda esperienza con Paul Thomas Anderson dopo The Master,questa volta Phoenix ha avuto il compito non semplice di portare sullo schermo Doc, il personaggio creato dalla fantasia di Thomas Pynchon, autore del romanzo Inherent Vice. Tutto si svolge a Los Angeles nel 1969 dove l'investigatore Larry Doc Sportello viene ingaggiato dalla sue ex Shasta per rintracciare e aiutare l'amante Mickey Wolfmann, minacciato dalla moglie di essere interdetto in manicomio. Al di là dell'intreccio capace di prendere strade ed evoluzioni imprevedibili, il film racconta i sogni di un uomo capace di ricomporre il mondo in molte realtà psichedeliche. Il risultato è incredibile visto che Phoenix ha dimostrato, ancora una volta, di essere materia plasmabile tra le mani del regista lasciandosi conquistare completamente dalle esigenze espresse dal personaggio e dalla storia.
Phoenix il mattatore
Fin da Boogie Nights Paul Thomas Anderson ha dimostrato un talento particolare nel dirigere delle storie corali, riuscendo a mantenere il contatto con ogni singolo personaggio fino al termine della vicenda. Anche in Vizio di forma ricostruisce un set particolarmente affollato di talenti tra cui Josh Brolin, Owen Wilson, Reese Witherspoon e Benicio Del Toro, ma affidando a Joaquin Phoenix la responsabilità assoluta di questo film. Così, se in The Master ha trovato in Philip Seymour Hoffman un attore con cui confrontarsi costantemente alla pari per tutta la durata del film, questa volta cambia con velocità interlocutori dovendo far affidamento solo sulla propria interpretazione. Ma come si costruisce e si sostiene un personaggio cui è affidata tanta responsabilità? "Devo essere onesto - dichiara sempre con fare imbarazzato e lo sguardo schivo - era già tutto nel libro, quindi non mi sono inventato nulla. Il romanzo, inoltre, ha un tono veramente unico ed è stato la mia più grande fonte d'ispirazione insieme a Paul. Anderson ha una capacità incredibile di ricostruzione. Il suo ufficio si è praticamente trasformato seguendo i colori, le mode e la musica di quell'epoca. In questo modo mi ha aiutato ad immergermi completamente nel mood. Ecco, questo è tutto. Non è certo una scienza esatta." Inoltre il film, proprio come il romanzo, è caratterizzato da una forte malinconia di fondo con cui Phoenix ha vestito completamente il personaggio di Doc, un uomo alla rincorsa di sogni ormai irrealizzabili. "Ancora una volta non credo di aver fatto uno sforzo consapevole. Cerco sempre di non prendere una decisione chiara su quale tipo di espressione utilizzare per i miei personaggi. Altrimenti mi sembrerebbe di vendere meccanicamente qualche cosa al pubblico. Mi faccio condurre dal momento e in questo caso ad aiutarmi ci sono stati anche altri elementi come i costumi, la musica e lo stesso Paul."
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Il rapporto con Paul Thomas Anderson
Sarà per il suo atteggiamento sempre schivo, per quella tendenza ad agire fuori dagli schemi o per la sua difficoltà ad affrontare la fase promozionale del suo lavoro, sta di fatto che Phoenix non ha la reputazione di un attore facile da gestire. Per molti probabilmente, ma sicuramente non per Anderson che è sempre riuscito a ricavare il meglio dal suo talento. Il fatto è che, nonostante le loro differenze caratteriali, tra i due sembra essersi stabilita una perfetta sintonia d'intenti. "Con Paul è tutto molto semplice. E' sempre molto calmo e con lui ti trovi ad immergerti in mondi incredibili. Anzi, l'idea di seguirlo in queste realtà cinematografiche diverse è sempre molto bella e divertente, visto che sul set si ride molto. Inoltre, quando una persona ti piace e gli vuoi bene cerchi di stargli intorno il più possibile."
Da The Master a Vizio di forma
Che ogni film sia una storia a se è un dato di fatto, ma anche lavorare con lo stesso regista spesso comporta delle esperienze diverse. Per questo, senza ombra di dubbio, The Master e Vizio di forma rappresentano due percorsi che poco hanno in comune anche se tratteggiati dalla stessa mano. Una diversità che Phoenix ha portato anche nelle sue diverse interpretazioni. "Doc tende ad abbracciare il mondo, mentre il personaggio di The Master era più insulare. Questo mi ha portato ad avere due esperienze completamente diverse anche sul set. Per The Master, infatti, mi sono trovato ad essere isolato mentre con questo film ho fatto uno sforzo per abbracciare il set e tutti gli attori che hanno lavorato con me." E per finire, esiste un vizio di forma che Phoenix attribuisce a se stesso? "Non lo so, sto cercando si pensare a qualche cosa di divertente o onesto da dire nei vostri confronti. Però non mi viene niente. Magari ve lo potete inventare e poi lo attribuite a me. Solitamente fanno così."