Troppo Cattivi ci aveva sorpreso nel 2022 per come riprendeva gli stilemi delle favole e degli heist movies per ribaltarli e giocarci in modo estremamente intelligente e coinvolgente. Un'operazione simile la ritroviamo in Paws of Fury: La leggenda di Hank, nuovo film d'animazione targato Sky Original, in esclusiva da domenica 15 ottobre su Sky Cinema e in streaming solo su NOW. Questa volta ad essere destrutturati e ricostruiti sono il wuxia, il "cappa e spada" orientale e il jidai-geki, dedicato al periodo storico feudale e alle storie di samurai. Protagonisti in questa nuova versione animata sono ovviamente degli adorabili animali in lotta fra loro.
Mezzogiorno e mezzo di fuoco animato
A metà strada tra Klaus e Kung Fu Panda, Paws of Fury: La leggenda di Hank è una rivisitazione animata di Mezzogiorno e mezzo di fuoco di Mel Brooks, che figura tra i doppiatori originali nei panni dello Shogun, il capo supremo di tutte le città che sembra perdersi ciò che succede sotto ai suoi occhi, e che nella versione italiana ha la voce dell'amato commentatore sportivo Federico Buffa. Tra gli altri, citiamo Michael Cera che è il cane protagonista del titolo, Samuel L. Jackson che è il mentore recalcitrante esperto di arti marziali e Ricky Gervais che è il sibillino villain della storia.
La trama quindi riprende liberamente il cult di Mel Brooks e lo riadatta all'animazione animalesca: un segugio sfortunato di nome Hank viene nominato nuovo samurai di una cittadina sperduta dell'impero, dove esiste una secolare diatriba tra cani e gatti. Diatriba che non ha radici logiche ma viene portata avanti da anni. Hank per la propria specie non è considerato degno di diventare un samurai, che possa difendere la città dagli invasori esterni. Ma forse gli abitanti si dovranno ricredere in questa storia di riscatto.
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Discriminazione razziale e meta-cinema
Ci sono due aspetti che rendono profondamente godibile, tanto a livello narrativo quanto visivo, Paws of Fury: la leggenda di Hank. Da un lato il tema della discriminazione razziale ripresa dal film di Brooks e qui trasposta nel rapporto tra cani e gatti. La pellicola gioca anche internamente con le varie specie - e dimensioni - degli stessi felini e con le loro abitudini differenti, strizzando l'occhio al Po di Kung Fu Panda nel suo rapporto con le arti marziali (pensiamo al personaggio di Sumo); gioca anche tra l'animo giochellerone dei migliori amici dell'uomo e lo snobismo dei mici.
Cani e gatti dovranno quindi imparare a convivere e fare squadra per poter sconfiggere un nemico comune. Dall'altro lato c'è un discorso meta-cinematografico fortissimo, con i protagonisti che interrompono spesso la finzione narrativa per commentare ciò che sta accadendo ai loro personaggi come se fossero attori che interpretano un film: rompendo la quarta parete, si rivolgono direttamente allo spettatore. Un escamotage già visto, anche in animazione, ma che qui complice il ritmo effervescente della pellicola non sembra stonare o essere fuori luogo, salvo in qualche punto della storia.
Citazioni a go go
Nel percorso dell'eroe di Hank ci sono tutte le caratteristiche e gli stilemi dei film classici di questo tipo, come Karate Kid, senza dimenticare gli omaggi e le prese in giro al western da saloon, nelle inquadrature e nei movimenti di macchina. L'animazione utilizzata è fluida, tiene un buon ritmo e mantiene l'attenzione e la curiosità dello spettatore. Tantissime sono infatti le citazioni cinematografiche più o meno evidenti - c'è anche 300 ad un certo punto, Kill Bill, Star Wars e addirittura West Side Story - tra omaggi telefonati e easter egg da ricercare, per un mix action davvero riuscito e coinvolgente. In un certo senso il film celebra anche l'animazione come linguaggio e la sua storia ed evoluzione, da Shrek e la DreamWorks ad altre sperimentazioni più ricercate (come i bellissimi titoli di testa in 2D) e questo non fa che confermare la summa della pellicola.
Conclusioni
Alla fine della recensione di Paws of Fury: La leggenda di Hank ci troviamo soddisfatti di questa rivisitazione in chiave animata di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, che parlando di viaggio dell’eroe e di discriminazione razziale trova spazio anche per celebrare l’animazione come linguaggio, riempiendosi di citazioni, omaggi e suggestioni e ricordandoci perché sia così potente e capace di riunire davanti ad uno schermo tutta la famiglia.
Perché ci piace
- Il mix di generi che destruttura per ricostruire.
- La caratterizzazione dei personaggi.
- L’animazione fluida e il ritmo avvincente.
- Le citazioni cinematografiche si sprecano.
Cosa non va
- Essendo molto derivativo, alcuni spettatori potrebbero storcere il naso.
- La rottura della quarta parete a tratti può dare fastidio.