Parlami d'amore, Adelmo Togliani: "Mio padre Achille un apripista, un artista crossmediale"

Arriva su Rai3 il 9 dicembre, dopo essere stato presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival, il documentario sul famoso cantante e artista Achille Togliani, raccontato dal figlio Adelmo a quattro mani con Daniele Di Biasio.

Parlami d'amore, Adelmo Togliani: 'Mio padre Achille un apripista, un artista crossmediale'

Ci sono quarant'anni di musica, cinema e costume in Parlami d'amore, documentario sul famoso cantante Achille Togliani, scritto e diretto da Daniele Di Biasio e il figlio di Achille, Adelmo Togliani, coprodotto da Rai Documentari e Santa Ponsa Film con il patrocinio di Accademia Togliani. Presentato in anteprima mondiale fuori concorso al 40° Torino Film Festival, il film conta sulle testimonianze, tra gli altri, di Valeria Fabrizi, Caterina D'Amico, Franco Bixio, Dario Salvatori e Fabio Frizzi e raccoglie materiale d'archivio proveniente da Rai Teche, Istituto Luce, Cineteca Nazionale e l'inedito Archivio Togliani. In onda su Rai3 alle 16.05 del 9 dicembre, Parlami d'amore viaggia lungo la vita e la carriera di Togliani, partita dal centro Sperimentale di cinematografia nei primi anni '40 e passa per i suoi indimenticabili successi da cantante tra cui Parlami d'amore Mariù e Signorinella.

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Parlami d'amore: un'immagine del film

Artista a tutto tondo, dalla regia alla musica alla recitazione, Togliani è stato anche protagonista di una giovanissima e breve storia d'amore con Sophia Loren, allora ancora attrice di fotoromanzi. Nonostante gli usi e i costumi degli italiani cambiassero con velocità disarmante e con essi, anche la musica, Parlami d'amore mostra le mille capacità di Togliani di reinventarsi, essere simbolo di Italia in America e sapore di casa e tradizioni nel nostro paese. A Torino, Adelmo Togliani e Daniele Di Biasio ci hanno descritto il loro lavoro sul film, gli anni di ricerche e la scoperta che la storia di Achille Togliani potesse coincidere con il racconto della storia culturale italiana, dal dopoguerra in poi.

Parlami d'amore: intervista a Daniele Di Biasio e Adelmo Togliani

Crossmediale

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Parlami d'amore: Alberto Sordi in una foto

Iniziamo citando le parole di Caterina D'Amico su Achille Togliani: un apripista. È partito così il film?

Daniele Di Biasio: Sì e potremmo dire un apripista in tanti modi e in tanti mondi, quello del cinema, della musica e del fotoromanzo soprattutto. Apripista anche sul piano dell'essere anche promoter di se stesso, del riuscire a diffondere le sue canzoni. Quando facevamo il documentario abbiamo registrato un passaggio che risponde secondo me a questa domanda in modo preciso. Lui dice: "Ad un certo punto della mia vita ero una voce e sono diventato un volto". Secondo me questo racconta un'epoca, lui l'ha intuito immediatamente e credo sia stata un'intuizione vincente.

Adelmo Togliani: A noi piace dire che è stato un artista crossmediale, un termine modernissimo perché lui è stato anticipatore. Effettivamente è passato dalla carta stampata all'etere con una facilità impressionante e come era stato allora dal bianco e nero al colore, è rimasto in linea con la trasformazione dei tempi. Ha avuto il contraccolpo che ha accusato negli anni '60, non c'ero ma l'ho scoperto attraverso i racconti di mia madre. I giornali pompavano queste cose tantissimo, questo cambio generazionale con titoli come "vanno a casa Togliani, Pizzi, Villa, i cantanti tradizionali sostituiti dagli urlatori". Questi venivano della scuola Dallara prima e poi da Modugno in poi ma lui ha resistito a tutto questo andando all'estero, portando la musica, questi grandi pezzi per gli emigranti negli Stati Uniti italiani e poi quando è tornato in Italia con la musica all'italiana, con il folklore, la sua orchestra e quella di Casadei che portavano in giro i successi nelle balere, nelle sale da ballo, nei teatri e auditorium. Il termine giusto per descriverlo è dunque crossmediale.

Storia d'Italia

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Parlami d'amore: Sophia Loren in una foto

Già la storia di vita di Togliani era degna di un film ma in più, qui ci sembra di poter dire che si parla anche di una particolare epoca della storia d'Italia. Non solo lui ma anche il contesto in cui è vissuto?

Daniele Di Biasio: Assolutamente. Più che una difficoltà questa, è stata una sfida. Raccontare i quarant'anni di un paese che è cambiato in quegli anni tante volte dal dopoguerra alla cultura di massa. Abbiamo trovato delle fotografie di Achille Togliani che arriva a Palermo dove le ragazze lo spogliano, uscendo da un albergo praticamente lo lasciano in mutande alla stazione. Una cosa quindi che fino ad allora era completamente fuori anche dall'immaginario collettivo. L'altra cosa che ci ha colpito, perché secondo me era non solo nel carattere di Achille Togliani ma nel personaggio, è stata quella di vedere, osservare l'epoca che cambiava e trovare a questi cambiamenti, delle reazioni. Adelmo prima parlava del viaggio in America. Lui scopre quello che hanno fatto tanti autori, l'andare in una comunità come quella italiana negli USA, numericamente simile a quella italiana paradossalmente, che lo riscopre, lo accoglie come il figlio che torna e che gli riporta la cultura. Lui è riuscito a cristallizzare in un'altra epoca quello che era avvenuto. Secondo me è una cosa meravigliosa. Credo che per gli emigranti italiani sia stato veramente qualcosa di molto importante, riavere questa musica e questa cultura.

Adelmo Togliani: Quando abbiamo affrontato il documentario, la prima cosa di cui ci siamo resi conto è che molti colleghi di papà erano mancati. Ci siamo chiesti: "Che facciamo, ci concentriamo solo sul personaggio o raccontiamo il contesto storico? La carriera di papà è stata molto lunga ma controllando il suo archivio, abbiamo trovato degli elementi che si fondevano perfettamente con la trasformazione del paese e avevamo del materiale che ci consentiva non solo di raccontare il personaggio ma anche l'Italia e questa è stata la vera svolta. Rovistando nell'archivio, di notte, guardavo i personaggi e colleghi di mio padre che non conoscevo e svegliavo mia madre per chiederle una mano. Tra mio padre e mia madre ci sono 20 anni di differenza, andavo ad analizzare le foto degli anni '50 e mia madre mi diceva che lei non era manco nata. Allora, come usare queste cose al meglio? Capendo in che periodo storico inserirle e raccontare il paese e la musica attraverso di lui, la sua musica, il suo parlato dalle interviste radiofoniche e televisive, il materiale dell'Istituto luce, etc.

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Parlami d'amore: una scena del film

Daniele Di Biasio: Tra l'altro ce la racconta lui l'epoca con le sue immagini, con la sua 16 mm. Gira quello che vede intorno quindi non solo il personaggio che racconta se stesso ma ci sono i suoi diari. Noi abbiamo praticamente utilizzato questo materiale non solo video ma raccontato, battuto a macchina, lo curava, stava attento alle parole. Ci dicevamo che forse immaginava che un domani Adelmo avrebbe preso questo materiale e ci avrebbe fatto un documentario.

Raccontare un padre

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Parlami d'amore: una foto d'archivio

Come avete lavorato a raccontare anche un padre e non solo un artista?

Adelmo Togliani: Io ringrazio Daniele, il primo ad avere quest'idea che mi era stata proposta molte volte, anche rassegne di suoi film, visto che alcuni dei suoi primissimi film sono di proprietà nostra. È stato un bene che io l'abbia fatto in età così matura però durante le ricerche ho sofferto, perché sono andato a ricostruire la storia di tanti personaggi che l'hanno affiancato. Ho scoperto tante cose di come erano mancati, della storia di alcuni di loro, mi ha portato indietro nel tempo. Poi a me piace tantissimo mio padre nel periodo degli anni '50-'60, un periodo che mi è estraneo, sconosciuto, però ne ho sempre subito una grandissima fascinazione. Attraverso le foto, il restauro dei filmati, e qualcosa come 300 ore di interviste audio su radio e TV che lui registrava sui nastri, ho riordinato ed è tornato un po' fuori tutto e ho capito che potevo essere solo suo figlio. Mi ha commosso ed emozionato talmente tanto che ho sentito di ritrovare veramente mio padre, mi sono detto: "È lui anche con 50 anni di distanza".

Daniele Di Biasio: Quando è iniziato questo progetto, parliamo del 2017, nel chiacchierare su canzoni, archivio, Adelmo si è fermato e m'ha detto: "O lo fai con me o non lo faccio perché altrimenti io non ne esco più, rischio di stare per i prossimi trent'anni a cercare di dire questo sì e questo no, sono troppo coinvolto". Una grande intuizione questa, ma non perché fossi io ma perché capisco e la sua emozione è nel documentario.