Una nuova voce si fa largo nel panorama italiano, come sottolinea la recensione di Paradise - una nuova vita, sorprendente opera prima in cui la trama da crime movie diviene un espediente per raccontare una storia di rinascita e redenzione in chiave umoristica. Un progetto dalla lunga gestazione che il regista triestino Davide Del Degan è riuscito a portare a termine solo ora dopo averlo coccolato per lunghi anni. Un film che rifugge le etichette, disorienta e chiede al pubblico di andare oltre le apparenze per fare risuonare dentro di sé la vicenda narrata.
Paradise - Una nuova vita racconta il trasferimento di Calogero, giovane venditore di granite siciliano trapiantato in un villaggio delle Alpi Carniche dopo aver assistito a un delitto di mafia ed essere entrato nel programma protezione testimoni contro il volere della moglie incinta. Alle prevedibili difficoltà di integrazione si aggiunge lo sconcerto quando anche il killer (guarda caso un altro Calogero, nome standard assegnato ai collaboratori di giustizia) si pente e per errore viene inviato nello stesso villaggio. L'incontro tra i due darà vita a una serie di equivoci e divertenti gag, ma sarà anche all'origine di un profondo cambiamento nelle loro vite.
Scardinare i cliché, ma con stile
Paradise - Una nuova vita è un film di personaggi, ma anche di dettagli, atmosfere e ambienti. Bastano le prime inquadrature a dare la misura del cambiamento che Calogero (uno stralunato Vincenzo Nemolato) è costretto ad affrontare. All'inizio del film lo troviamo intento a vendere le sue granite in mezzo a una distesa innevata mentre intorno a lui non c'è anima viva oppure lo vediamo rintanato nel residence Paradise che, a dispetto delle promesse contenute nell'insegna a neon, non è altro che un maxi cottage rivestito di legno, spoglio e solitario. Per fare la cosa giusta, infrangendo il muro dell'omertà e denunciando un assassino, Calogero si è dovuto lasciare alle spalle l'assolata Sicilia e gli affetti.
Questo scontro di culture rappresenta un terreno fertile per la comicità sottile e arguta contenuta nella sceneggiatura scritta a quattro mani da Davide Del Degan e Andrea Magnani, regista di Easy - Un viaggio facile facile. Calogero rimane stranito dai costumi dei montanari, dalle loro tradizioni per lui incomprensibili. A suscitare particolare ilarità sono le scene in cui il giovane siciliano assiste alle prove dello Schuhplattler, ruvida danza tradizionale praticata solo dagli uomini che consiste nell'assestare schiaffoni e pacche sul sedere al compagno, bollando tutti i danzatori come "omosessuali". Lui stesso si ritroverà costretto ad apprendere quest'arte di fronte alle doti persuasive di Padre Georg (l'irresistibile Branko Završan).
Paradise - Una nuova vita: la "commedia stranita" di Davide Del Degan a Torino 2019
Una nuova vita è possibile?
Gli effetti comici si amplificano con l'entrata in campo del killer (Giovanni Calcagno), antitetico a Calogero nel fisico e nello spirito. A differenza del venditore di granite, il killer pentito non sembra avere grande nostalgia della sua terra e si adegua immediatamente alle usanze locali. La sua presenza genera, però, il panico nel povero Calogero, terrorizzato all'idea di essere stato rintracciato per essere fatto fuori una volta per tutte dalla mafia. La commedia degli equivoci tout court, che dà vita ad alcune scene davvero gustose, raramente sfocia nella risata catartica. La comicità di Paradise - Una nuova vita viene filtrata dalla natura multiforme del film che, in linea con l'anima multiculturale della città di provenienza del suo autore, oscilla tra noir, thriller, dramma e commedia. Non sono pochi i momenti che riportano alla mente lo stesso umoristico spaesamento di certi film di Aki Kaurismaki o Jim Jarmusch.
Paradise - Una nuova vita è un'opera che sorvola i generi senza mai abbracciarne nessuno in particolare e spiazza lo spettatore dandogli costantemente ciò che non si aspetta. Delicato nei toni e raffinato nella confezione, il film gode dell'incredibile espressività dei suoi due interpreti che danno vita a una delle più improbabili amicizie maschili mai viste sul grande schermo. Il volto stralunato di Vincenzo Nemolato e quello impenetrabile di Giovanni Calcagno si scoprono complementari negli irresistibili duetti, ma l'apparente semplicità del racconto nasconde una riflessione profonda su scelte e conseguenze. La questione morale toccata da Paradise - Una nuova vita va ben oltre il dilemma sul fare la cosa giusta. Sia Calogero che il killer sono dotati di un'etica che impone loro di anteporre il sacrificio (personale, familiare) al proprio benessere. E' possibile sfuggire al proprio destino? Siamo in grado di cambiare il corso della nostra esistenza? Il film evita di fornire risposte facili e consolatorie, ma si accomiata con un finale aperto, fervido di possibilità, che stimola la mente e il cuore dallo spettatore.
Conclusioni
Come evidenzia la recensione di Paradise - una nuova vita, il film di Davide Del Degan è un esordio felice che stimola lo spettatore con una pellicola complessa celata dietro una storia semplice. Il riscatto è possibile per i personaggi del film, ottimamente interpretati da Vincenzo Nemolato e Giovanni Calcagno, o le loro esistenze torneranno a risucchiarli? Tra dramma, crime movie e commedia, un film immerso nelle bellezze naturali delle Alpi Carniche che strappa il sorriso (amaro) giocando sui contrasti.
Perché ci piace
- E' una pellicola venata di humor che gioca sui contrasti e sui cliché rovesciandoli in una riflessione profonda sulla redenzione e sulle seconde possibilità.
- La chimica tra i protagonisti Vincenzo Nemolato e Giovanni Calcagno dà vita a stralunati duetti comici, amplificati dal contrasto fisico tra i due interpreti.
- La sottile malinconia che caratterizza il mood della pellicola è amplificata dalla solitaria bellezza dei paesaggi.
Cosa non va
- Il ritmo meditativo richiede un surplus di attenzione in un film che si prende i tempi necessari per farci immergere nella vicenda.
- L'ironia è sempre mediata dalla riflessione, sono pochi i momenti che strappano la risata.