Quando sei un autore che ha scritto gioielli come Rapunzel, e hai dimostrato di sapertela cavare tanto con le comedy (Vicini del terzo tipo, Galavant) quanto con i drama (This Is Us), ogni tuo nuovo progetto finisce subito sotto i riflettori. Soprattutto perché hai oramai abituato i tuoi spettatori a rimanere sorpresi e spiazzati su ciò che dovrebbero aspettarsi. Succede a Dan Fogelman con Paradise la sua ultima fatica seriale che arriva dal 28 gennaio su Disney+ con appuntamento settimanale.
Paradise: un Eden in Terra, o forse no?
La trama ufficiale della serie Disney+ parla di una tranquilla comunità abitata da alcune delle persone più importanti del mondo, la cui serenità va in frantumi quando si verifica uno scioccante omicidio e si apre un'indagine ad alto rischio. Il trailer mostrava un altro tipo di racconto. Quindi cosa aspettarsi? Rimaniamo con la mascella abbassata ancora una volta, proprio come alla fine del primo episodio di This Is Us, che da storia di persone nate lo stesso giorno diventava un family drama attraverso le epoche.
Questa volta viaggiamo su terreni più "istituzionali", dato che il protagonista Xavier Collins interpretato da Sterling K. Brown - che Fogelman ritrova proprio da This is Us - è il responsabile della sicurezza dell'ex Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford (James Marsden). Un fatto terribile li mette in mezzo ad un'incresciosa situazione, e Collins proverà a sbrogliare il bandolo della matassa per cercare di risolverla, finendo lui stesso al centro dell'attenzione.
Passato, presente e futuro nella serie Disney+
Anche questa volta Dan Fogelman sceglie di giocare col tempo, e quindi con gli spettatori. I flashback divengono così il mezzo necessario per raccontare il background dei personaggi e gli snodi narrativi, mettendo con pazienza e perizia i pezzi del puzzle uno ad uno sul tavolo. Dopo un primo episodio scoppiettante e ad alta tensione, il secondo risulta maggiormente introduttivo. Bisognerà sicuramente aspettare la fine della prima stagione per avere un quadro completo e capirne l'effettiva efficacia. Si possono però già intuire le tematiche affrontate: patriottismo, sacrificio, lealtà: qualcosa di molto americano, proprio come il family drama.
Sterling K. Brown non è da solo a reggere il mystery drama sulle proprie spalle, dimostrando comunque di saper tenere addosso lo sguardo del pubblico come nelle puntate monografiche dedicate a Randall. Accanto a lui troviamo infatti il già citato James Marsden, bravissimo a caratterizzare un Presidente diverso dal solito e con una forte componente comica che contrasti il dramma generale e lo sguardo severo del protagonista. Completano il main cast Julianne Nicholson che si conferma sempre preziosa in tutto ciò che fa, e Sarah Shahi nel ruolo di una terapeuta dalla grande sensibilità.
Scrittura o regia al centro della serie mystery?
La sceneggiatura è la vera forza di Paradise che, alla messa in scena, può risultare un po' fredda e artefatta al pubblico. Forse per il contesto narrativo più istituzionale, forse per ciò che svelerà il racconto nel suo progredire, forse per la regia volutamente asettica che si concentra sui primi piani. E forse per un montaggio che spezza continuamente la narrazione su più piani temporali: è evidente come lo showrunner sia affezionato a quella struttura narrativa. Ora bisognerà vedere se anche questa volta saprà reggere sul lungo periodo. Le premesse, però, fanno ben sperare.
Conclusioni
I primi episodi di Paradise sono un interessante approccio al mystery drama, provando a ribaltarlo, destrutturarlo e ricostruirlo come già fatto in passato da Dan Fogelman con altri generi. Vediamo se la formula risulterà vincente un’altra volta, intanto godiamoci le performance di Sterling K. Brown, James Marsden e Julianne Nicholson e il colpo di scena ben assestato.
Perché ci piace
- Il colpo di scena.
- Rivisitare e rivitalizzare un genere.
- Sterling K. Brown tiene bene la scena, ottimi contraltari James Marsden e Julianne Nicholson.
Cosa non va
- Può risultare un po’ artefatta e costruita, ma forse vuole ottenere proprio quell’effetto per via dell’argomento trattato.
- Anche la regia è fredda.
- Bisogna vedere come si evolve a lungo raggio.