Per il suo nuovo film, Juliette Binoche si è messa alla guida di un tir. Paradise Highway è un thriller girato per le strade degli USA, ma portatore di una sensibilità tutta europea. Oltre alla Binoche, che interpreta una camionista di origine canadese impegnata in traffici loschi per salvare il fratello detenuto Frank Grillo, troviamo alla regia la norvegese Anna Gutto, anche autrice della sceneggiatura. Oltre a Grillo, fanno parte del cast Morgan Freeman e Cameron Monaghan nei panni di due agenti dell'FBI e la tredicenne Hala Finley, che interpreta una ragazzina coinvolta in un traffico di esseri umani.
Paradise Highway, presentato in anteprima europea in Piazza Grande, a Locarno 2022, ha avuto una lunghissima incubazione, come conferma la stessa Anna Gutto: "Ho iniziato a scrivere il film quando ero incinta del mio primo figlio, che adesso sta per compiere dieci anni. Quasi subito ho contattato la comunità di camioniste e ho scoperto l'esistenza di un gruppo che si chiama Real Women in Tracking. Queste donne comunicano tra di loro durante i viaggi, si danno consigli, si aiutano, si informano sulla sicurezza e sul traffico. Tutto ciò mi ha affascinato. Molte di queste donne provengono da situazioni difficili e fanno un lavoro impegnativo per mantenere se stesse e i loro figli. Molti dei dialoghi del film sono trascrizioni delle conversazioni di queste donne".
Risultare credibile alla guida di un tir
Per calarsi al meglio nei panni di una camionista, Juliette Binoche si è preparata a lungo incontrando vere camioniste e trascorrendo con loro molto tempo. "Apprendere la vita che fanno queste donne è stato sorprendente" ammette la diva francese. "Devo ringraziare Desiree, tra le altre, che mi è servita da modello. Lei è molto pratica, le ho fatto un sacco di domande sui viaggi e sui pericoli che si corre a stare sole sulla strada per tanti giorni. Lavorano tantissime ore al giorno, mangiano junk food perché non possono percorrere strade secondarie. Non è facile fare quel tipo di vita, devi essere in gamba per schivare i rischi. Spesso ti metti in competizione con i maschi, devi essere forte e talvolta anche aggressiva. Per entrare in quel mondo devi sconfiggere la paura, devi superare degli esami. Alcune donne sono state violentate durante gli esami perché devi dormire nel camion per giorni. Devi imparare a difenderti".
Un'altra componente essenziale del personaggio di Juliette Binoche, Sally, è il rapporto con la giovanissima Leila, che deve consegnare a dei criminali, ma decide invece di proteggere mettendo a repentaglio se stessa. Parlando del legame con Hala Finley, Binoche quasi si commuove: "Abbiamo costruito una relazione emotiva sul set. Sono stata affascinata da quanto genuine fossero le sue emozioni e dal legame che abbiamo costruito. E poi mi ha colpito il modo in cui è riuscita a preparare il suo personaggio tutta da sola. Questo è uno dei miracoli di questo film".
Juliette Binoche: "Non si può essere attori al 50%"
Tra camion, afa e zanzare, ogni set è un'avventura
Attrice di enorme esperienza, Juliette Binoche è sempre pronta a tuffarsi in nuove avventure. Dopo il delicato ruolo nella serie The Staircase - Una morte sospetta, ora la troviamo alle prese con un universo così lontano dal suo, pronta a una nuova avventura. Parlando del suo coraggio artistico, l'attrice specifica: "Molto dipende dalla fiducia tra attore e regista, ma per un interprete è meraviglioso avere un punto di riferimento. Ogni personaggio è un viaggio nell'ignoto, quando un regista ti spinge verso un nuovo mondo è fantastico. Il segreto del set è riuscire a creare legami, fare gruppo con tutti i membri del team. Ogni film è un'avventura incredibile perché non sai mai cosa succederà". Le fa eco Anna Gutto, spiegando: "Quando siamo sul set il lavoro dell'attore diventa più importante del mio. Il mio lavoro consiste nel preparare lo spazio necessario per l'attore. Ciò che conta sono la storia e i personaggi, e io cerco di mettere gli attori in condizione di avere tutto ciò di cui hanno bisogno per esprimersi al meglio".
Nonostante l'entusiasmo, il set di Paradise Highway è stato tutt'altro che una passeggiata: "La storia ci ha spinto ad andare avanti perché è difficile, aspra. Ma sul set era caldissimo, giravamo di giorno e di notte, eravamo esausti: In più al tramonto venivamo assaliti dalle zanzare, passavamo il tempo a coprirci di repellenti che non funzionavano. Le condizioni ci hanno ispirato. Alla fine la storia sa cosa vuole".