Paper Moon - Luna di carta: La prima volta che abbiamo visto Tatum O'Neal, bambina da Oscar

Paper Moon - Luna di carta usciva negli Stati Uniti il 9 maggio del 1973: Tatum O'Neal, recitava per la prima volta sul grande schermo accanto al padre, Ryan O'Neal, per una di quelle interpretazioni indelebili, che le portarono l'Oscar come miglior attrice non protagonista.

Paper Moon - Luna di carta: La prima volta che abbiamo visto Tatum O'Neal, bambina da Oscar

Paper Moon - Luna di carta, di Peter Bogdanovich, usciva negli Stati Uniti il 9 maggio del 1973. È la prima volta sul grande schermo di una di quelle attrici bambine che non ci saremmo scordati facilmente. È Tatum O'Neal, che recitava per la prima volta sul grande schermo accanto al padre, Ryan O'Neal. Per una di quelle interpretazioni indelebili, che non ha caso le portarono l'Oscar nel 1974 come miglior attrice non protagonista. La sua è un'interpretazione commovente, eppure, come vi raccontiamo, non avrebbe dovuto esserci lei in quel ruolo.

Tatum O'Neal è Addie Loggins

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Luna di carta: una scena del film

In Luna di carta, Tatum O'Neal è Addie Loggins, una bambina di nove anni. Siamo negli anni Trenta, nell'America della Grande Depressione. Al funerale della madre, Addie incontra per caso Moses Pray (Ryan O'Neal), un truffatore che vive di espedienti cambiando spesso città. Moses viene scambiato per il padre di Addie: lui dice subito di non esserlo, ma accetta di portare la bambina a casa della zia, nel Missouri. Un complicato affare fa sì che Moses debba dei soldi ad Addie, e così lei rimane con lui fino a che non avrà recuperato la somma. Moses mette in atto una serie di truffe a delle vedove con al centro delle Bibbie. E scopre che Addie è molto brava a "interpretare" sua figlia, e che ha molto talento per le truffe. I due, così, diventano una squadra.

Tatum O'Neal non avrebbe dovuto essere nel cast

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Luna di carta: una scena del film

Passata alla storia per il suo ruolo in Paper Moon, come spesso accade, Tatum O'Neal non avrebbe dovuto essere nel cast. Originariamente nel film, che doveva essere diretto da John Huston, doveva esserci Paul Newman: insieme a lui, così, ci sarebbe stata sua figlia, Nell Potts. Con l'abbandono di Huston, lasciarono il progetto anche l'attore protagonista, e quindi la bambina. Peter Bogdanovich allora era padre di due bambine, e anche per questo fu conquistato dalla sceneggiatura del film. Il regista era reduce dal successo di Ma papà ti manda sola?, dove aveva lavorato proprio con Ryan O'Neal. Così pensò a lui. E, su consiglio della sua ex moglie e collaboratrice, Polly Platt, provò a proporre la parte alla figlia di Ryan, Tatum O'Neal.

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Luna di carta: una scena del film

Premio Oscar come miglior attrice non protagonista

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Luna di carta: una scena del film

All'epoca Tatum O'Neal aveva solo otto anni e non aveva mai recitato in un film. Per assegnare la parte alla piccola attrice esordiente, Peter Bogdanovich modificò l'età della protagonista, che da dodicenne diventò così una bambina di nove anni. Il cast era fatto: padre e figlia avrebbero così lavorato insieme, creando una magia e un affiatamento che sarebbe stato difficile ricreare altrimenti. Il risultato fu uno di quelle interpretazioni che lasciano il segno e che entrano nella storia: la spontaneità della giovane attrice le fece vincere il Premio Oscar nel 1974 come miglior attrice non protagonista. Ancora oggi, Tatum O'Neal è l'attrice più giovane ad aver vinto l'Oscar. Con una di quelle scelte che fa spesso l'Academy, nonostante fosse presente in tutte le scene del film, non volle candidarla come miglior attrice protagonista. Tatum O'Neal, in quell'anno, vinse anche il David di Donatello come miglior attrice straniera e il Golden Globe come miglior artista emergente. A proposito di giovani attrici, da Paper Moon fu tratta una serie tv, in realtà poco fortunata, che però lanciò come attrice una giovanissima Jodie Foster. Un passaggio di consegne tra bambine talentuose.

Uno di quei ruoli che segnano una carriera

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Luna di carta: una scena del film

Quello di Addie in Paper Moon è uno di quei ruoli che, inevitabilmente, segnano una carriera. è il ruolo per cui Tatum O'Neal è rimasta nella storia. Il resto della sua carriera è stato dignitoso, ma non ha mai raggiunto vette altissime. Ha girato, tra gli altri film, Che botte se incontri gli orsi (1976), Basquiat, di Julian Schnabel (1996) e _The Runaways di Flora Sigismondi (2010). Nel 2014 è tornata a lavorare con Peter Bogdanovich con un cameo nel suo Tutto può accadere a Broadway (She's Funny That Way). In tv, è apparsa in un episodio di Sex And The City, di Criminal Minds e L_aw & Order_. E ha recitato a lungo nelle serie Rescue Me e Wicked Wicked Games. È nota anche per aver sposato il campione del tennis John McEnroe (dal 1986 al 1992) e per essere stata la prima fidanzata di Michael Jackson.

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Tatum O'Neal, una novella Shirley Temple

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Luna di carta: una scena del film

Basato sul romanzo Addie Pray di Joe David Brown, e girato in un romantico bianco e nero, con la straordinaria fotografia di László Kovács, il film di Peter Bogdanovich ha quindi consacrato la stella di Tatum O'Neal e l'ha anche fissata e costretta in un ruolo e un'interpretazione che è stata qualcosa di irripetibile. Quelle immagini in bianco e nero, color seppia, ricreano il mood del cinema americano degli anni Trenta, e sembrano davvero riportarci in quell'America che guardava Shirley Temple al cinema. E Tatum O'Neal si muoveva su quella scia: una novella Shirley Temple, ma meno vezzosa e più reale. E tenera, simpaticissima, con un musino e un broncio irresistibili. Insieme al padre Ryan, ha dato vita, come è stato scritto, a una delle coppie adulto-bambino più efficaci dai tempi de Il monello di Charlie Chaplin.

Quella luna di carta

La locandina di Luna di carta
La locandina di Luna di carta

Ma da dove arriva quel titolo così bello, Paper Moon? Da una canzone di Billy Rose, Yip Harburg e Harold Arlen dal titolo It's Only a Paper Moon, un brano del 1933. Bogdanovich ascoltò la canzone e se ne innamorò. Orson Welles, che era suo grande amico, e suo fidato consigliere gli disse: "Quel titolo è talmente buono, che non dovresti nemmeno fare il film. Ti basterebbe mostrare nelle sale solo il titolo". Così fu scelto il titolo. E fu scritta appositamente una scena che richiamasse quelle parole. È quella in cui la piccola Addie si trova in un chiosco di un Luna Park dove si scattano delle foto alle persone sedute sulla sagoma di una grande mezza luna. L'immagine era perfetta: iconica, legata al titolo. E, ovviamente, pronta anche per essere usata come locandina.