In ogni favola che si rispetti c'è una fata buona che premia i giusti e con un colpo di bacchetta magica riesce a risolvere ogni situazione spiacevole; nel piccolo paese in cui è ambientata l'opera prima di Manuela Tempesta, Pane e burlesque, in uscita nazionale domani, giovedì 29 maggio, il ruolo spetta a Giuliana, detta Mimì La Petite (Sabrina Impacciatore), una ballerina di burlesque tornata nel borgo natio in Puglia, dopo aver fatto fortuna all'estero, per vendere le proprietà di famiglia. Quando scopre di essere stata truffata dalle ragazze che con lei lavoravano, decide di metter su un gruppo nuovo di zecca e arruola per l'occasione la sarta Teresa (Michela Andreozzi), la timida e impacciata Matilde (Laura Chiatti) e la cameriera Viola (Giovanna Rei).
Riusciranno queste eroine sensuali e spigliate a risollevare il morale degli uomini di casa, avviliti dalla mancanza di lavoro? La risposta non può che essere affermativa, perché in un film in cui trionfano bellezza e ironia niente può essere lasciato nell'ombra. Dopo il divertente Amiche da morire, un'altra commedia tutta al femminile per 01 Distribution che stavolta tiene a battesimo l'esordio registico della Tempesta, rinvigorita dalle presenze di Sabrina Impacciatore, Laura Chiatti, Michela Andreozzi e Giovanna Rei.
Un debutto in guêpière
In questo consesso al femminile, la precedenza l'abbiamo data alla regista e autrice della sceneggiatura assieme a Michela Andreozzi. "Sono qui per imparare e ho avuto la fortuna di avere a disposizione un cast eccezionale - ha raccontato -. Abbiamo voluto fare qualcosa di nuovo, ad esempio vedere una bellezza soave come Laura Chiatti in chiave comica, prendere una ragazza sensuale come Giovanna Rei e puntare sulla verve comica di Michela. Sabrina, poi, ha amato subito il progetto, perché le dava la possibilità di far venire fuori la sensualità. Anche io ho studiato burlesque per un anno e poi ho fatto una ricerca iconografica molto accurata, che ho condiviso con ognuna di loro". "E' stato Massimiliano Bruno ad abbinarci - ha raccontato Michela Andreozzi -, e ho colto l'occasione perché mi piacciono le donne, o meglio, ammiro la bellezza femminile. Il burlesque è un alibi per essere alla moda senza essere anoressiche ed è molto più complesso di quanto si pensi. La sfida quindi è stata doppia; già è difficile essere attrici, interpretare una donna che a sua volta lavora sul corpo è ancora più stimolante".
Burlesque sì
Sempre più radicato nella cultura e nello spettacolo, il burlesque continua a conquistare adepti ed ammiratori, un amore che per Sabrina Impacciatore ha delle motivazioni ben precise. "Tutte le donne, anche le manager più androgine, desiderano essere femminili e covano il desiderio di essere sensuali ed di esplorare quella possibilità di sentirsi bella - ha detto -. Il burlesque poi ti libera dalla volgarità e dal ruolo di donna oggetto; non devi essere bella per forza, perché ti spinge ad essere unica e a valorizzare il tuo corpo così com'è". Ogni donna, insomma, può sentirsi come una dea sul palcoscenico. "Ci sono performer obese che sprigionano una grande sensualità - ha aggiunto - e questo è un messaggio ben preciso in un mondo in cui la bellezza è stereotipata e in cui la perfezione si raggiunge con photoshop. Sotto sotto un uomo desidera un culone cellulitico. Mi spiego meglio, gli uomini amano una donna che sa stare bene con il proprio corpo, non fanno certo caso a quelle cose che ci ossessionano".
Il burlesque, quindi, come modo di giocare con gli uomini, sfruttando non solo il corpo. "Nel burlesque è tutto fondato sull'ironia, sei tu che hai il potere e sei soggetto del desiderio. Io farei solo questo!", ha poi concluso. "E' un mondo strettamente connesso alla femminilità - gli ha fatto eco Giovanna Rei -, fortunatamente l'ho scoperto in un'età in cui stavo a mia volta esplorando la mia idea di femminilità e mi ha portato alla mente ricordi di un'età passata, quando le donne emanavano erotismo grazie alla loro completezza".
Il burlesque è un modo intelligente di affermare la propria sensualità
Burlesque no
A distaccarsi da questo coro di entusiasmi in favore di un'arte così affascinante è stata Laura Chiatti. "Personalmente non ci trovo nulla di interessante, ma non faccio testo, io ero la più negata e credo si veda anche nel film (ride) - ha detto -. Ironia e sensualità dovrebbero appartenermi, ma non mi sentivo neanche a mio agio con i costumi, figuratevi. Non ho le basi e poi sono così iper critica nei miei confronti, anche se non sono maniaca della perfezione". Il suo personaggio, quello della dimessa Matilde, moglie rassegnata del sarto del paese, interpretato da Edoardo Leo, compie un'evoluzione ben precisa, trasformandosi da brutto anatroccolo a cigno meraviglioso."Matilde è una specie di Fantozzi, una donna che ha rinunciato alle sue aspirazioni per il marito despota e si è messa in secondo piano per seguirlo. Questo non lo farei mai per un uomo - ha spiegato -, lo fare solo se diventassi madre".
Abbiamo girato in cinque settimane, eravamo più preoccupate che divertite
Cinque donne sul set
Se pensate ad una lavorazione vissuta in tranquillità, vi sbagliate di grosso. Sul set di Pane e Burlesque si respirava un'aria particolarmente frizzante. "E' stato divertente lavorare con un cast tutto al femminile - ha spiegato la Chiatti -, ma gli uomini fanno squadra e per quanto ci sforziamo, noi donne siamo sempre in competizione. Fortunatamente, non devi legare con tutti". Dello stesso avviso Sabrina Impacciatore. " Gli incontri umani magici sono rari nella vita - ha raccontato l'attrice romana -, ma non è questione di genere. Semplicemente non è scattato l'amore".