Sguardo indemoniato, barba lunga, l'armatura al posto dal costume di supereroe: Aaron Taylor-Johnson si sta specializzando nel ruolo dell'eroe tormentato, che ha bisogno di abbracciare una causa per scoprire chi è. Al fianco di Chris Pine, che interpreta Robert The Bruce, diventato primo re di Scozia, in Outlaw King - Il re fuorilegge, l'attore americano è James Douglas, considerato un eroe in patria, disonorato dalla propria casa e diventato un simbolo di lotta per la libertà.
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Per arrivare pronti sul set di Outlaw King di David MacKenzie, disponibile su Netflix dal 9 novembre, sia Aaron Taylor-Johnson che Chris Pine, entrambi americani, hanno dovuto studiare l'accento scozzese e l'arte del combattimento. Una tappa fondamentale, visto che i loro personaggi non fanno che lottare mentre parlano, la versione antica delle battaglie sui social: "Immagino si possa individuare un'analogia, una sorta di metafora, tra una battaglia e una serie infinita di tweet tra due persone, politici, giornalisti..." ci ha detto Taylor-Johnson a Londra, dove l'abbiamo incontrato, proseguendo: "Viviamo in tempi bizzarri, i social media stanno prendendo il sopravvento, c'è una discussione aperta: hanno pro e contro. La discussione è a livello mondiale: danno consapevolezza a molte persone ma c'è anche paura. È una piattaforma strana: usata in un certo modo dà il potere di manipolare. È una cosa strana."
Nel film, prima di partire per la liberazione della Scozia, James Douglas chiede a Robert The Bruce se è un brav'uomo. Secondo Aaron Taylor-Johnson i leader devono essere brave persone o non è necessario? "Credo che la tua passione e il tuo cuore debbano essere nel posto giusto, le tue intenzioni devono essere rivolte al bene. Credo che l'aspetto interessante di Robert The Bruce sia che cerca di fare la cosa giusta ma moralmente non è necessariamente buono, non sempre. Perché siamo umani, facciamo errori e tutti dovremmo avere la possibilità di redimerci ed essere perdonati. Siamo umani, è ciò che ci rende interessanti come specie."
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Re delle persone, non della terra
Alla fine del film Robert I di Scozia dice che non è il re della terra, ma delle persone: in tempi in cui i nostri leader vogliono costruire muri tra paesi, quanto è importante il suo esempio? Per l'attore: "È molto interessante riflettere sulla storia: è uno schema che va avanti e si ripete. Il film esplora una nazione divisa, che si fa forza grazie a un leader per unire il paese. Quel leader è nominato fuorilegge, messo da parte, è la storia dello sfavorito che si fa strada. È una storia che dà ispirazione, tutti vogliamo vedere lo sfavorito che ce la fa, vogliamo vedere chi protesta per i propri diritti, tutti che si uniscono per veder trionfare lo sfavorito. Credo che si possa interpretare in molti modi."