Outback, la recensione: sperduti nell'Australia più selvaggia, tra scorpioni e serpenti

La recensione di Outback: grazie all'uscita Midnigh Factory abbiamo scoperto un survival movie australiano del 2019, con una coppia di ragazzi americani che si perde nell'Australia più ostile e selvaggia.

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Outback: Taylor Wiese e Lauren Lofberg in una scena del film

Grazie all'uscita targata Midnight Factory, l'etichetta horror di Plaion Pictures, è finalmente disponibile un thriller-horror australiano del 2019 diretto da Mike Green, tratto da una storia vera accaduta alcuni anni fa. Come vedremo nella recensione di Outback, si tratta di un angosciante_ survival movie_ che in pratica vede solo due attori al centro della vicenda, un ragazzo e una ragazza americani che per alcune gravi imprudenze si ritrovano sperduti in un territorio selvaggio e ostile dell'entroterra australiano.

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Outback: una scena del film

Sperduti nell'ostile outback australiano

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Outback: Lauren Lofberg in una scena del film

In Outback, si capisce subito che tra Wade (Taylor Wiese) e Lisa (Lauren Lofberg) qualcosa non gira per il verso giusto. La relazione fra i due ragazzi americani potrebbe essere agli sgoccioli, perché lei ha rifiutato la proposta di lui di sposarlo. Per cercare di rivitalizzare il rapporto e dare forse una svolta alla loro relazione, i due decidono per una vacanza nell'Australia più selvaggia e ostile. Ma una volta sul posto, con la loro malandata auto a noleggio si spingono troppo oltre, senza nemmeno averne i mezzi, in un entroterra quantomai ostile e desertico.

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Outback: Taylor Wiese e Lauren Lofberg in una scena del film

Quando le mappe scaricate da Google Maps finiscono di funzionare, non hanno la più pallida idea di dove siano, decidono di abbandonare la macchina e proseguire a piedi per cercare qualche punto di riferimento. Finiscono per perdersi, non ritrovare più nemmeno la strada per l'auto, intorno tutto è sterpaglie e boscaglia, mentre la fatica li assale e arriva l'oscurità. Restano così soli nella notte tra mille pericoli, tra cui scorpioni e serpenti e altri animali inquietanti, senza nemmeno più cibo e acqua. Sarà solamente l'inizio di un tragico incubo in un ambiente totalmente ostile.

Imprudenza imbarazzante, scelte illogiche e tanta superficialità

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Outback: Taylor Wiese in una scena del film

I survival movie reclamano angoscia, tensione, dolore e talvolta anche una buona dose di imprudenza che è all'origine della difficile situazione. Il problema di Outback è che qui il livello di imprudenza dei due ragazzi tocca livelli altissimi, perfino imbarazzanti, fra sfrontatezza, presunzione e scarsissima capacità di attrezzarsi adeguatamente per quella che vorrebbe essere un'affascinante e suggestiva avventura. Quando poi a tutto questo si associa anche la sfortuna, che non è mai cieca, la situazione diventa tragica. Non sappiamo con quanta cura sia stata fatta la ricostruzione di quanto avvenuto realmente, sta di fatto che sul piano cinematografico il tutto appare fin troppo incredibile. Le decisioni di Wade e Lisa sono tutte illogiche e poco intelligenti, colpevolmente superficiali, a partire dalla trascuratezza con cui viene archiviato un morso di una medusa durante il bagno nell'oceano.

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La coscienza della precarietà della vita, ma anche un pizzico di noia

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Outback: Taylor Wiese e Lauren Lofberg in una scena del film

Certo, l'ansia è assicurata, il film riesce a trasmettere la sofferenza dei corpi martoriati, le lacrime, soprattutto la totale disperazione con al centro il problema principale, la disidratazione, tema di cui non vogliamo anticiparvi le bizzarre soluzioni proposte. Di colpo quelli che erano i problemi di una vita ormai lontana, perfino i rapporti incrinati fra i due, non hanno più senso. I due in un attimo prendono coscienza della precarietà della vita, e in questo sta forse la parte più riuscita del film. Solo che a lungo c'è solo questo, senza un reale sviluppo, e tutto dopo un po' finisce per evaporare sopraffatto perfino da un pizzico di noia, che non è un bel segnale per un thriller horror. Anche lo stratagemma dei problemi della coppia vissuti in flashback, giusto per spezzare un po' il ritmo, non funziona a dovere, insomma non si riesce a creare nessuna empatia con i protagonisti. E se sui dialoghi è meglio sorvolare, almeno i paesaggi affascinanti e una colonna sonora azzeccata mitigano il senso di delusione.

Il blu-ray: video e audio di buon livello, nella slipcase anche un booklet

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Come detto, Outback è ora disponibile grazie all'uscita homevideo Midnight Factory. Abbiamo potuto apprezzare il blu-ray, nella consueta elegante edizione slipcase con booklet di 16 pagine all'interno. Il video presenta un buon dettaglio, anche se il quadro è piuttosto morbido, sensazione che poi si accentua nelle condizioni estreme di oscurità, dove la nitidezza ha una certa flessione e il quadro si fa leggermente pastoso, per quanto la compattezza non venga mai meno. Buono anche l'audio in DTS HD 5.1, sia per l'italiano che l'originale. L'ambienza è ben curata, tutte le insidie che circondano i protagonisti sono ben catturate dai diffusori, anche se un pizzico di maggior grinta dal sub sarebbe stata opportuna. Negli extra solo il trailer, ma ricordiamo che c'è il booklet.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Outback, confermiamo che il survival movie australiano non decolla a causa di una narrazione poco convincente e una coppia di protagonisti che non riescono a creare nessuna empatia, anche a causa delle loro scelte folli che li portano in una tragica situazione. Ci sono momenti di ansia e tensione, ma affiora anche un pizzico di noia. Buono invece il blu-ray della Midnight Factory.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • I paesaggi affascinanti e la colonna sonora.
  • La presa di coscienza dei protagonisti della precarietà della vita.

Cosa non va

  • Le scelte imbarazzanti e follemente superficiali dei due ragazzi.
  • Ci sono ansia e tensione, ma alla lunga affiora anche un po’ di noia.
  • I flashback non funzionano a dovere.