Cloni
Se nella realtà incontrare più individui di aspetto identico fa pensare naturalmente al risultato di un concepimento plurigemellare, nella serialità fantascientifica suggerisce immediatamente un caso di clonazione perpetrata da un'avida zaibatsu.
Orphan Black, in onda in prima assoluta dal 3 giugno su Premium Action, è una coproduzione tra la canadese Space e BBC America: due stagioni, venti episodi, un numero indefinito di giovani donne di aspetto identico, un sicario mandate a eliminarle, una corporation che le ha create e ne monitora segretamente ogni attività.
Sarah e le altre
Sarah, orfana inglese e piccola criminale, si imbatte in Beth Childs, un'agente di polizia del tutto identica a lei. La seconda muore e la teppistella coglie l'occasione per rifarsi una vita scambiando la sua identità con quella della gemella senza farsi troppi scrupoli. L'esteta Felix - un giovanotto dallo humour acuto, fratello adottivo della protagonista e sollievo comico dello show - non riesce a dissuaderla dall'infilarsi in un'avventura fatale che coinvolgerà lui, la figlia di Sarah, l'ex e la tutrice della donna.
Ciascun episodio della prima stagione contribuisce a delineare un quadro agghiacciante dove eugenetica, desiderio di profitto, fanatismo e paranoia rendono la vita infernale a chiunque si trovi coinvolto negli esiti del progetto che ha condotto alla creazione dei cloni. Sarah viene presto a conoscenza dell'esistenza delle sue sorelle: dopo Beth, incontra la trafelata Katja - giunta all'Europa con una valigetta e la minaccia di un killer deciso a sterminare tutte quelle che le somigliano -, la casalinga perfettina e sociopatica Alison, la cordiale microbiologa Cosima e la ferale Helena, l'"angelo furioso" che si intaglia ali sulla schiena.
Le declinazioni della scienza
I cloni non si distinguono solo per l'accento (britannico, americano, canadese, ucraino, tedesco...) e scelte estetiche individuali come l'acconciatura e l'abbigliamento, ciascuna ragazza presenta specifici tratti comportamentali distintivi - una è più fragile, un'altra più pragmatica, un'altra ancora più aggressiva - tanto da essere definite "differenti quanto il giorno e la notte" -, diversi orientamenti sessuali e profili genetici: per quanto simili il loro DNA le contraddistingue, tanto da identificarle e condannarne alcune a una misteriosa malattia degenerativa. Cloni fertilizzati in vitro, possono risultare gemelle identiche di una medesima gestazione, rese tuttavia caratterialmente diverse dall'ambiente in cui sono cresciute. Sarah, che con Allison e Cosima porta avanti le indagini circa le proprie origini e le ragioni di chi le vuole morte tanto quanto quelle di chi le ha create in laboratorio, conduce lo spettatore nei meandri di un mistero che per quanto scontato agli occhi di qualsiasi estimatore della fantascienza regala azione e una buona dose di intrattenimento.
L'ingrediente in più
Man mano che Orphan Black svela origini e diramazioni del progetto Leda e il piano della Dyad Institute, la storia delinea due fronti: quella dei ricercatori che hanno creato i cloni e quella del gruppo di fanatici che le ritiene aberrazioni da elidere. Ci si può tranquillamente far bastare l'aspetto più dinamico della serie - la caccia alla verità, gli inseguimenti, le rivelazioni che si succedono una dopo l'altra, i tradimenti e le espiazioni di detrattori e alleati di Sarah e delle sue sorelle - ma se è vero che Orphan Black non utilizza i risvolti thriller per catturare un pubblico cui vuole in realtà parlare di etica della tecnologia (come fa Person of Interest), è altrettanto inopinabile la genialità con cui delinea infinite varianti di una medesima figura, ovvero la parte più intrigante dello show.
Tatiana Maslany - candidata per il ruolo di Sarah e dei cloni al Golden Globe come miglior attrice protagonista in una serie drammatica, ha poi vinto per questa categoria il Critics' Choice Television Award - è a suo agio nell'interpretare una manciata di ruoli. Brava - non eccezionale - nel mutare accento, idiosincrasie, espressioni (meno per quanto riguarda i manierismi e l'idioletto che caratterizza ciascun individuo, ma i cloni sono talmente tanti da giustificarla), si fa più che in quattro [sic!] per portare sullo schermo tante donne diverse, ma dai medesimi lineamenti.
Mille sfumature di donna per un solo volto, quello di una guerriera fatta con uno stampino brevettato, che fanno di Orphan Black, dopo le epiche Alias e Nikita, la serie d'azione al femminile cui la TV non riesce a fare meno. Per la fortuna dello spettatore seriale.
Movieplayer.it
3.5/5