Ordinary Joe, la recensione: Sliding James Wolk

La nostra recensione di Ordinary Joe, la serie prodotta da Matt Reeves con James Wolk nei panni di tre versioni di se stesso dal 13 aprile su Sky Serie e NOW con appuntamento settimanale.

Ordinary Joe James Wolk
Ordinary Joe: un'immagine

James Wolk è uno di quegli attori che ha un grande potere di affezione sul pubblico - basti pensare alla sua piccola eppure apprezzatissima comparsata in tre episodi di Happy Endings - ma che non riesce a trovare una serie che lo valorizzi al meglio da protagonista. Dopo l'esperienza non fortunatissima in Zoo, Wolk si riprova con Ordinary Joe, dal 13 aprile su Sky Serie e NOW con appuntamento settimanale. In realtà anche qui già sappiamo che il serial è stato sfortunato perché cancellato dopo una sola stagione, ma allo stesso tempo è riuscito a dare spazio alle capacità attoriali di Wolk, mai come in questo caso necessarie dato che si ritrova ad interpretare tre personaggi, come spiegheremo nella nostra recensione di Ordinary Joe.

Universi paralleli senza superpoteri

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Ordinary Joe: James Wolk in una scena della serie

I tre personaggi a cui facciamo riferimento sono in realtà tre versioni dello stesso, il protagonista Joe Kimbreau. Come recita il titolo, però, non siamo di fronte a superpoteri e soprannaturale, bensì a tre vite ordinarie rese straordinarie dal vederle in contemporanea, saltando da un universo parallelo all'altro. Un grande What If, nello stile di Sliding Doors, immaginato da Matt Reeves (proprio quello di The Batman e The War) e creato da Garrett Lerner e Russel Friend (Dr. House) su cosa sarebbe successo se Joe avesse intrapreso tre percorsi diversi dopo il diploma: se avesse scelto l'amica d'infanzia e qualcosa di più Jenny (che bello ritrovare Elizabeth Lail dopo C'era una volta e You), se avesse scelto l'appena conosciuta Amy (Natalie Martinez), o ancora se avesse scelto di festeggiare con la propria famiglia. La serie vuole far riflettere, non solo con l'incipit ma di continuo fino al finale, su come le nostre scelte influenzino non solo la nostra vita ma anche quella di chi ci sta accanto, e di come ad ogni azione ne succeda un'altra, in una catena di eventi e di "effetto farfalla" che porta la nostra vita ad essere com'è oggi. Ci ricorda anche che spesso strade diverse portino a un medesimo risultato, come ad esempio a chi possa essere destinato il nostro cuore, o meglio quello di Joe. Sembra volerci dire che la vita non si può controllare, siamo artefici del nostro destino fino ad un certo punto, quando il fato ci mette lo zampino.

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Uno, nessuno, centomila Joe

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Ordinary Joe: un'immagine della serie

James Wolk, visto e amato anche in The Crazy Ones, Mad Men, Tell Me a Story, Watchmen, dona tutto se stesso al suo Joe Kimbreau. L'attore è molto bravo a dipingere tre caratteri diversi per il proprio personaggio, senza tradirlo nel profondo, e così anche Lail e Martinez e gli altri interpreti dello show. Nel primo scenario Joe è una rockstar affermata, ha realizzato il proprio sogno (la musica) ed è aiutato dal migliore amico e manager Eric (Charlie Barnett); è sposato con l'aspirante politica Amy, in corsa per le elezioni (realizzando il proprio di sogno), e da cui vorrebbe il suo secondo desiderio, un figlio; anche Jenny ha realizzato il proprio sogno di diventare un avvocato, ma c'è un segreto inconfessabile che riguarda proprio Joe. Nella seconda versione di questa storia Joe è diventato infermiere e ha scelto Jenny, avendo un figlio con lei, ma i due sono arrivati ad un punto di rottura del proprio matrimonio; nel frattempo Amy e Eric si sono sposati tra di loro e lui è uno chef.

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Ordinary Joe: James Wolk in un'immagine della serie

Nel terzo scenario, quello familiare, Joe ha seguito le orme familiari, a partire dal padre defunto e dallo zio Frank (David Warshofsky), diventando un poliziotto, mentre Amy è diventata una politica affermata insieme al deputato Diaz; Jenny dal canto suo è assistente procuratrice distrettuale e madre di un bambino. Ordinary Joe punta tutto sui sentimenti e sulla realtà dei fatti - pur raccontando tre realtà diverse - e non sul soprannaturale, come dicevamo, ricordando un po' Six Degrees - Sei gradi di separazione che giocava (anch'essa sfortunata durata solo una stagione) sui casi della vita e sulle persone che finiamo per conoscere e che entrano a far parte della nostra vita, basandosi sul concetto dei sei gradi di separazione. Sono proprio i piccoli dettagli con i quali gli autori si sono divertiti a giocare col pubblico - ad esempio, un attentato al deputato Diaz sventato solo quando era presente Joe poliziotto, curato da Joe infermiere e annullato a causa del concerto del Joe rockstar. Ordinary Joe è una serie che gioca molto con la fotografia, col confondere i piani temporali e spaziali attraverso un montaggio fluido che può anche disorientare lo spettatore per il passaggio repentino e continuo tra realtà alternative.

Conclusioni

A conclusione della recensione di Ordinary Joe ribadiamo come la forza dello show sia non essere soprannaturale ma raccontare in parallelo tre diverse versioni della vita di un uomo ordinario se avesse compiuto tre scelte diverse dopo il diploma. Un grande what if che prende ispirazione da storie come Sliding Doors per farci riflettere sull’importanza delle scelte, del libero arbitrio e del destino nella vita di ognuno di noi, e come esse siano concatenate tra loro e influenzino non solo la nostra vita ma anche quella di chi ci sta accanto.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.4/5

Perché ci piace

  • James Wolk è in gran forma attoriale mostrando le diverse sfumature dello stesso personaggio, e con lui il resto del cast.
  • Le tematiche affrontate, come l’importanza destino e delle scelte nella vita.
  • La fotografia e il montaggio fluido per passare da un universo narrativo all’altro…

Cosa non va

  • …ma questo continuo passaggio continuo visivo e narrativo potrebbe creare un po’ di confusione nello spettatore.