Operazione Vendetta, recensione: Rami Malek e l'altra faccia degli spy-movie

L'ex Freddy Mercury diventa eroe action in un thriller che punta sull'ottimo cast e sulla linearità narrativa. Tutto sommato, funziona. Al cinema dal 10 aprile.

Rami Malek e Laurence Fishburne in Operazione Vendetta

Storia lunga, The Amateur di James Hawes. Il film, che in Italia arriva con l'emblematico titolo Operazione vendetta, nasce addirittura nel 1981: prima il romanzo di Robert Littell, poi l'adattamento cinematografico uscito lo stesso anno e interpretato da John Savage e Christopher Plummer.

Operazione Vendetta Rami Malek Foto
Rami Malek è Charles Heller in Operazione Vendetta

Quarantacinque anni dopo la Cecoslovacchia non esiste più - era infatti la location originale - ma, di certo, è ancora intatta la cortina di ferro eretta tra la verità e la menzogna (e non solo tra Stati Uniti e Russia) che nel film di Hawes si rimpallano e si avvicendano. Una linea di demarcazione in cui agisce la CIA, sfruttata da Hawes per strutturare il più classico dei film di spionaggio. Un complotto intricato (ma nemmeno poi così tanto), colpi di scena, bugie e una tela che, almeno in questo caso, viene stesa seguendo la ragione personale e non (solo) quella di Stato.

Operazione Vendetta: Rami Malek versione action

Operazione Vendetta Laurence Fishburne
Operazione Vendetta: Laurence Fishburne in un'immagine

Il protagonista de Operazione Vendetta è Charles Heller (Rami Malek), crittografo della CIA più adatto ai numeri binari che all'azione dura e cruda. Passa le giornate davanti il terminale, leggendo le più scottanti informazioni classificate che arrivano dai vari dipartimenti di intelligence. La sua vita viene stravolta quando l'amata moglie (Rachel Brosnahan) rimane vittima di un controverso attentato terroristico a Londra. Quando Charles si rende conto che il vice-direttore della CIA (Holt McCallany) non ha nessuna intenzione di rintracciare i colpevoli, l'analista decide di ricattare l'agenzia governativa (conosce abbastanza segreti scottanti) intraprendendo una personale missione di vendetta.

Uno spy-movie che punta all'azione

Operazione Vendetta Rami Malek Rachel Brosnahan
Rachel Brosnahan e Rami Malek in scena

Fondamentalmente, Operazione Vendetta è una digressione più action rispetto al genere spionistico (di consueto molto più ragionato, ma il ragionamento non si sposa con l'attenzione suscettibile degli spettatori), risultando tanto coinvolgente quanto (fin troppo?) lineare nell'attuazione di un racconto thriller che tira dritto senza intoppi, aggraziato dalla presenza di un cast fugace ma efficace.

Se Rami Malek ha il phisique du role adatto per essere il più tipico degli eroi di "necessità" attorno a lui compaiono e scompaiono nomi come Jon Bernthal, Laurence Fishburne, Julianne Nicholson, Caitriona Balfe e, infine, quel fuoriclasse di Michael Stuhlbarg, protagonista della miglior sequenza del film. Una buona dose action, poi, tiene alto il ritmo che, nemmeno a dirlo, avrebbe giovato di un minutaggio leggermente inferiore (siamo sugli assodati 120 minuti), al netto di un crescendo tensivo che porterà Charles ad essere ciò non avrebbe mai immaginato di diventare.

Ovvio, da parte degli autori, di puntare tutto sul fattore intrattenimento, anche grazie alla girandola di location che tagliano verticalmente la storyline: Madrid, Londra, Parigi, Istanbul fino ad un remoto porto russo affacciato sul Baltico. Un tour scenografico tipico di certe opere, e funzionale per esaltare il senso di giustizia costi-quel-che-costi inseguito dal protagonista. Una giustizia che sfocia nell'archetipo della vendetta, tema questo oggi cardine, nonché legato a quelle responsabilità politiche che appaiono quasi distopiche, e sicuramente disumane, e su cui il film, pur enfatizzandole, pone l'accento.

Conclusioni

Rami Malek protagonista di uno spy-thriller che punta all'azione, giocando sulle location e sui temi cardine, vendetta e giustizia. Dura probabilmente troppo, ma il cast - pur fugace - sembra centrato, nonché di assoluto rilievo (su tutti Jon Bernthal e Michael Stuhlbarg). Interessante lo spunto sulla figura dell'eroe, mutando forma rispetto ai classici action movie. Dall'altra parte, la durata risulta, ancora una volta, una sorta di limite.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • Le location suggestive.
  • Una linearità funzionale.
  • Il finale convince.
  • Un ottimo cast...

Cosa non va

  • ...Ma forse sotto-dosato.
  • Dura troppo.