Una settima stagione da dimenticare, da mettere da parte e da archiviare si è appena conclusa e con tutta la buona volontà, la difficoltà sta soprattutto nel tentare di estrapolarne gli aspetti meno disastrosi.
One Tree Hill si congeda fino a settembre, lasciando tutti coloro che da anni seguono la serie con passione e coinvolgimento, con l'amaro in bocca e il dispiacere di aver visto uno dei migliori teendrama del decennio cadere totalmente a picco, col rischio di cancellare ciò che di buono ha raccontato in questi anni.
Messi da parte agonismo e sport, esiliati i due personaggi principali, Lucas e Peyton, e tralasciate le emozioni, quelle vere, quelle che One Tree Hill sapeva dare, il telefilm ha perso tutte le caratteristiche che lo avevano contraddistinto nel corso del tempo, riducendosi a essere una serie marginale, costretta nel limbo dei "telefilm a rischio di cancellazione", al pari di altre serie minori.
Gli ascolti sopravvivono e superano i due milioni di spettatori a episodio, i fan non demordono e vi restano aggrappati più per dovere che per altro, più per curiosità e abitudine che non per un interesse reale.
In tutti resta quella flebile speranza che il telefilm riesca, in qualche modo a risollevarsi, o che si compia il miracolo del ritorno inaspettato e improvviso di Lucas Scott.
E sono proprio loro, gli oltre due milioni di spettatori fissi ogni settimana, il motivo che ha spinto la CW a rinnovare la serie per un'altra stagione di dodici episodi, oltre al fatto di voler portare a termine le esigue storyline aperte nel corso della season appena conclusa, terminata con un (im)prevedibile colpo di scena.
Prima del rush finale, One Tree Hilll si ero preso una pausa di un mese per lasciare spazio a Life Unexpected, la novità di casa CW, e trasmettere successivamente gli ultimi quattro episodi.
Avevamo lasciato i ragazzi di Tree Hill alle prese con la morte della madre di Haley, in una scena commovente e fin troppo melensa, che ci aveva costretti, volenti o nolenti, a versare qualche lacrima. Da quel momento in poi, si contano sulle dita di una mano gli avvenimenti significativi che ci hanno condotto alla season finale. Per Haley, la situazione inizia a degenerare in Every Picture Tells a Story: caduta in depressione, sconvolta dal lutto e totalmente incapace di reagire, nel corso nelle tre puntate successive, inizia a scontrarsi aspramente con il mondo che la circonda, in balia di un malessere radicato nel profondo che la porta a nascondere una gravidanza a Nathan e a sfiorare il suicidio.
La tempesta emotiva di cui è caduta vittima, la induce ad allontanarsi dal marito, ormai inutile ai fini della trama, completamente fuori dal mondo del basket e privo di un ruolo preciso e la spinge a trascurare il piccolo Jamie e la sorella Quinn.
Quest'ultima, intanto, si destreggia con la follia del personaggio di Katie, la stalker di Clay che si finge Sarah, la moglie defunta, senza una spiegazione verosimile, se non quella sbrigativa e poco credibile fornitaci in Learning To Fall, in cui viene definita psicolabile da una vecchia amica che mette in guardia Clay.
Un'instabilità che non ne giustifica il comportamento assurdo e senza senso, che la spinge a tentare il suicidio per conquistare Clay, ormai rinsavito dalle allucinazioni sulla defunta moglie e quindi capace di sottrarsi alla "tentazione" di credere al comportamento di Katie, privo di ogni logica e fondamenta.
Dopo Derek, lo psicopatico invaghitosi di Peyton, e la Scary Nanny schizofrenica che aveva provato a rapire Jamie, ecco quindi un altro folle personaggio a Tree Hill a sconvolgere l'equilibrio, in un circolo vizioso di situazioni viste e vissute ormai troppe volte per riuscire a sorprenderci ancora. Ed è proprio il finale di stagione, Almost Everything I Wish I'd Said the Last Time I Saw You, il momento in cui Katie dà il meglio di sé, sparando a bruciapelo e a sangue freddao ai due innamorati, Quinn prima, Clay poi.
Un finale scioccante se vogliamo, ma banalmente prevedibile, che non riesce minimamente a risollevare una stagione carente su ogni fronte.
Il cliffangher, comunque, servirà almeno a tenere incollati gli spettatori all'inizio dell'ottava season, con la speranza che la scelta degli autori non si riveli altrettanto scontata nel salvare in extremis i due personaggi, nonostante molti si preoccupino già della depressione in cui potrebbe ricadere tutto il gruppo e che potrebbe intrappolarci nella noia totale, nel tentativo di bissare ciò che avvenne con la morte di Keith.
Intanto, mentre Victoria (Daphne Zuniga), la madre di Brooke, ci regala un bel po' di risate grazie al suo atteggiamento ironico e fuori dal coro, e alla sua relazione col giovane stilista Alexander, il personaggio interpretato da Sophia Bush ci annoia (e ci dispiace davvero ammetterlo) fino allo sfinimento con la sua storia d'amore con Julian: tornati insieme dopo mille peripezie, i due non fanno altro che ripetersi quanto si amino, quanto siano importanti l'uno per l'altra e come non potrebbero vivere separati. La proposta di matrimonio nell'episodio finale, è solo la ciliegina sulla torta in questo tripudio di romanticismo, e arriva, ancora una volta, in maniera prevedibile e ovvia.
L'episodio 21, What's in the Ground Belongs to You, ne è l'esempio lampante: è solo un susseguirsi di dialoghi lunghi e noiosi, spesso privi di senso come l'intreccio in generale, con scene strappalacrime e fini a sé stesse, a cui fa da contorno una colonna sonora altrettanto triste e malinconica, in un susseguirsi di immagini che hanno davvero poco da raccontare.
One Tree Hill è l'ulteriore conferma alla teoria che sarebbe meglio chiudere i battenti al termine di un ciclo narrativo, piuttosto che trascinarsi a stento aprendo nuove storie inconsistenti e incerte, malgrado subentrino interessi editoriali e pubblicitari, per non cadere nel rischio di passare, inevitabilmente, dalle stelle alle stelle.