Nuovo Olimpo, la recensione: se Ferzan Ozpetek incontra Serendipity, ma manca la magia

La recensione di Nuovo Olimpo, il nuovo film di Ferzan Ozpetek presentato in anteprima alla Festa di Roma 2023 e dal 1° novembre su Netflix.

Nuovo Olimpo, la recensione: se Ferzan Ozpetek incontra Serendipity, ma manca la magia

Ci sembra paradossale esordire la recensione di Nuovo Olimpo dicendo questo, dato che si tratta del film più personale di Ferzan Ozpetek per sua stessa ammissione, ma l'ultima fatica cinematografica del regista turco oramai adottato dall'Italia è anche quella con meno cuore e sentimento, che si ferma agli angoli dello schermo. La quattordicesimo opera del cineasta segna il suo ritorno al lungometraggio dopo la serialità de Le fate ignoranti del 2022, remake del suo stesso cult, e dopo la presentazione in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2023 è attesa su Netflix dal 1° novembre.

The One That Got Away

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Nuovo Olimpo: Damiano Gavino e Andrea Di Luigi in una scena del film

Sulla carta, la trama di Nuovo Olimpo aveva tutte le carte in regola per coinvolgere: due ragazzi si conoscono nell'Italia degli anni '70 e vengono travolti da un amore misto a passione ma, per uno sfortunato incidente, si perdono di vista. Uno diventa uno dei primi registi a parlare di omosessualità sul grande schermo, l'altro un medico stimato. Quello che non hanno previsto è che le loro strade si incroceranno nuovamente più volte, in modi inaspettati e sorprendenti, per arrivare ad una necessaria resa dei conti. Purtroppo l'idea di "colui che se n'è andato" non riesce a bucare lo schermo ed arrivare al cuore dello spettatore, per l'essere acerbi degli interpreti scelti - non tanto Damiano Gavino che è Enea, alter ego del regista, ma soprattutto Andrea Di Luigi e Alvise Rigo, alla loro effettiva prima esperienza, risultano davvero troppo monoespressivi e poco coinvolgenti.

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Women Power

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Nuovo Olimpo: Luisa Ranieri e Damiano Gavino in una scena del film

A colpire maggiormente in Nuovo Olimpo sono i personaggi femminili grazie alle loro interpreti. Non tanto e non solo l'Alice di Aurora Giovinazzo, storica amica-fidanzata del protagonista che gli dice sempre le cose come stanno senza peli sulla lingua, mostrando un rapporto totalmente onesto e sincero, ma soprattutto la Giulia di Greta Scarano e la Titti di Luisa Ranieri.

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Nuovo Olimpo: Greta Scarano in una scena del film

Scarano dona a questa donna, che forse non ha mai davvero conosciuto totalmente l'uomo che ama, grazia e purezza, lavorando di sottrazione e confermandoci quanto sia una delle giovani attrici italiane più sottovalutate e sorprendenti. Ranieri alla terza collaborazione con Ozpetek tira fuori un personaggio che poteva facilmente risultare macchiettistico come la cassiera del cinema del titolo e invece è una donna gentile, pragmatica e di gran cuore. Sono loro a far risplendere i protagonisti maschili, per paradosso e per riflesso.

Magnifica Assenza

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Nuovo Olimpo: Alvise Rigo e Damiano Gavino in una scena del film

È come se Ferzan Ozpetek in Nuovo Olimpo, insieme al suo storico sceneggiatore Gianni Romoli, avesse voluto mettere in piedi una summa del suo cinema, della sua poetica e delle sue tematiche, ma vi si fosse perso. Non solo la storia risulta un insieme di elementi già visti nella sua filmografia - la casa con la terrazza, la valorizzazione dei corpi maschili (e femminili), il matrimonio che nasconde un segreto e un altro tipo di mondo e di relazioni, i sentimenti che non si possono domare per quanto ci si provi, la colonna sonora soffusa, gli omaggi come in questo caso a Mina - ma anche un mix stanco e poco coinvolgente. Per non parlare del trucco posticcio per invecchiare gli interpreti, dato che la storia dagli anni '70 arriva fino al 2015. Ci sono vari accorgimenti che provano ad elevare il film e ad aggiungergli pathos, come l'attenzione della macchina da presa per gli occhi e per lo sguardo e il Nuovo Olimpo come location-personaggio per ricordarci l'importanza del cinema, come luogo di ritrovo in cui sentirsi al sicuro e potersi rifugiare. Ma questo non basta a soprassedere sui difetti dei film a coronamento di una carriera che deve necessariamente trovare nuovi modi per sorprendere, caratteristica che aveva sempre distinto il cineasta dalla massa.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Nuovo Olimpo dispiaciuti che il quattordicesimo film di Ferzan Ozpetek, nonostante sia il più personale, risulti anche il meno coinvolgente. Vuoi perché summa di argomenti e tematiche visti e rivisti, già raccontati, vuoi per l’interpretazione acerba dei giovani attori, vuoi per un ciclo che si ripete nella carriera del regista turco. Non basta la bravura delle interpreti femminili e la forza dei loro personaggi a salvare una storia d’amore a cui avremmo dovuto appassionarci ma che invece non riesce proprio a lasciare qualcosa dentro al nostro cuoricino di spettatori.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.8/5

Perché ci piace

  • Il cinema come luogo di rifugio.
  • Greta Scarano e Luisa Ranieri sono meravigliose.
  • La storia d’amore alla base aveva enormi potenzialità sulla carta…

Cosa non va

  • …che paradossalmente ottiene l’effetto opposto raccontata per immagini.
  • La recitazione di Andrea Di Luigi e Alvise Rigo.
  • Il trucco posticcio per invecchiare gli interpreti.
  • La ridondanza delle caratteristiche della poetica di Ozpetek, nonostante si vede che ci abbia messo il cuore.