"Papà, quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?" "L'ho capito dopo circa dieci minuti". "E da cosa?" "Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli". "E allora?" "E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico. E io dei suoi capelli". Si tratta di una frase, una delle più belle, tratte dal libro Notti in bianco, baci a colazione, di Matteo Bussola, ora diventato un film, diretto da Francesco Mandelli, al cinema dal 21 ottobre. In quella frase c'è dentro di tutto. L'innamoramento, l'amore che si consolida, l'amore che resta appeso a un filo, tenuto insieme da un elastico. Ma se quell'elastico tiene, anche un amore difficile può andare avanti tra mille difficoltà. Notti in bianco, baci a colazione racconta la storia d'amore tra Matteo e Paola. Lei è una sceneggiatrice di fumetti e una scrittrice affermata. Lui è un architetto e lavora al comune, ma lascia quel posto per il suo sogno, quello di disegnare fumetti. A volta va, a volte no. Ma intanto arrivano tre bambine e qualche cane. E Matteo fa soprattutto il papà. Fino a quando una vecchia conoscenza sembra prospettargli l'occasione della vita.
Il libro di Matteo Bussola, fatto di immagini, quasi delle fotografie
A dirigere Notti in bianco, baci a colazione c'è Francesco Mandelli, il "non giovane" lanciato da Andrea Pezzi e da MTV, l'artefice con Fabrizio Biggio de I soliti idioti, che giovane non lo è più davvero (anche se, credeteci, è sempre uguale, e ha la solita verve): Non lo è più nel senso che è diventato papà. "La famiglia ha un ruolo centrale in questa storia" ci ha raccontato. "Ed è una cosa che è arrivata nella mia vita. Tre anni fa incontro il produttore che cerca un regista per la storia di Matteo Bussola. Leggo il libro e lo trovo stupendo, da padre, ci trovo quella meravigliosa leggerezza, emozioni con semplici immagini, quasi delle fotografie. Quella era la forza del libro di Matteo: con semplicità e spontaneità mi faceva vedere dei quadri, delle emozioni in cui mi ritrovavo parecchio. Conosco questa realtà che mi dà ispirazione, mi viene voglia di raccontare storie che parlino di questo mondo. Ci sono state difficoltà, come la pandemia. La stesura del film era un bellissimo esame, dovevo riuscire a fare qualcosa che avesse un termine di paragone, perché sai che chi va a vedere un film avendo letto un libro deve trovare dei colori, delle emozioni. Sapevo che dentro questo film c'era qualcosa che aveva a che fare con me".
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Ilaria Spada, mamma nella vita e sullo schermo
Trovata la chiave per adattare il romanzo in immagini, si è trattato di trovare i protagonisti. Paola Barbato è interpretata da un'Ilaria Spada irresistibile, sexy e "dolcemente complicata", come direbbe quella canzone. "Francesco è stato colui che mi ha fatto innamorare di questa storia" racconta. "L'ho conosciuta attraverso il suo racconto. Sono rimasta affascinata, incantata, ha incrociato la mia maternità. Non mi era mai capitato di interpretare una mamma vera, quella difficoltà, quel senso di inadeguatezza nel raggiungere quello che vorresti essere. Ci sono dei momenti di emozione, la complessità e anche l'assurdo, il tragicomico di certe situazioni. Dopo il bellissimo racconto di Francesco volevo stare proprio in questo mondo che mi ha raccontato lui". "Alessio Vassallo è stato incredibile, per come abbia avuto subito voglia di entrare nella paternità chiedendomi cose che sembrano assurde, invece sono vere" continua. "In questo racconto c'è del surreale. Paola è un personaggio reale, esistente di cui abbiamo avuto notizie: i nostri sono personaggi forti, non avevano bisogno di abbellimenti". "Nel ruolo c'è anche del mio" ci svela Ilaria Spafa, "le fragilità sono le cose che ci accomunano e che ci fanno sentire vicini".
Alessio Vassallo: Mi è venuta voglia di paternità
E poi c'è lui, Matteo, che quando è ancora notte disegna il suo supereroe, Solo Valentine, ma in fondo supereroe lo è un po' pure lui, visto che si occupa delle figlie in modo amorevole e totale. "Ho avuto l'opportunità di questo ruolo per caso" rivela. "Un mio amico sa che ci sono certi periodi in cui sono interessato ad autori contemporanei. Lessi il libro di Bussola e, nonostante non fossi un papà, mi dissi: anch'io vorrei una famiglia così. Quando è capitato il film avevo in mente ben chiara questa idea di famiglia". "Mandelli è stato bravo perché ha messo a nudo una coppia, i problemi logistici" continua. "Oggi restare in un luogo, restare in una coppia è una scelta coraggiosa". Quello che non ama è un termine orrendo in voga negli ultimi tempi, e che, se ci pensate, è tutto il contrario della parità. "Non sono d'accordo sul termine 'mammo" ci spiega Vassallo. "Si tratta di un termine di cui abusiamo. Quando un papà fa più cose del dovuto diventa subito un mammo. Ci sono la mamma e il papà, ci sono i genitori. E se un papà fa il papà non è un mammo, ma un papà a 360 gradi". Il film di Francesco Mandelli ha avuto un effetto molto particolare su Alessio Vassallo. "Mi è venuta una voglia di fare figli" ci rivela. "Ma quando parlo di figli scappano tutte...". Ma a questa voglia di paternità hanno sicuramente contribuito le sue figlie sul set. "Le bambine sono state fenomenali" confessa. "Aurora vedeva morti ovunque. Ginevra, la piccolissima, non deve parlare per tutto il film, e invece parlava di continuo. Nelle commedie la coppia viene messa come nelle figurine Panini in maniera semplicistica. Qui invece ci sono due persone che se le dicono".
Tess Masazza: non sono la cattiva...
Lei, lui, l'altra. Nella vita di Matteo, e anche in quella di Paola, entra un'altra ragazza. È Sara, è stata la stagista di Matteo dieci anni prima e ora torna nella sua vita. Nel frattempo è diventa l'editor di una grande casa editrice di fumetti, e gli prospetta un'occasione unica. Ma fate attenzione, Sara non è la classica amante che entra in scena per tentare il protagonista, è un personaggio molto particolare, diverso dal solito, e in questa scelta c'è uno dei punti di forza del film. "Quando Francesco mi ha fatto questa proposta la cosa mi è piaciuta subito" spiega Tess Masazza, attrice e influencer che qui si cala alla perfezione nel suo personaggio, in modo discreto e funzionale alla storia. "Mi ha detto: il personaggio è buono, non è la cattiva che arriva e rovina la famiglia. Lei incontra dopo anni il protagonista, ed è innamorata di lui, non solo della persona ma del suo talento. Vuole proprio aprire quel cassetto dove aveva messo il suo talento. Io sono parigina e mi sono trovata in modo naturale a interpretare questo personaggio".
Francesco Mandelli: tre bambine, tre cani e una barca
"Nel film ci sono tre bambine, tre cani e a un certo punto abbiamo messo anche una barca" sorride Mandelli. "Tutte le cose che si dice non siano da mettere in un film". "Delle bambine ci interessavano le loro interazioni, e il loro rapporto con il papà" continua il regista. "La più grande, a un certo punto, fa un discorso da adulti con il papà. E la più piccola, quando dice papà, ci regala un grande momento. Per me dirigere un bambino è una cosa da fare non in punta di piedi, di più. Devi trovare un bambino che abbia coglia di giocare con te: deve vivere questa cosa come un gioco... il set è un posto dove ci si diverte. Quando c'erano i bambini c'erano 100 occhi di riguardo. Lavorare con loro è stato molto bello".
L'elastico
E torniamo a quell'elastico da cui siamo partiti. C'è qualcosa, nelle coppie che funzionano, che è flessibile, che si allunga o si accorcia a seconda delle occasioni, che viene tirato al limite ma non si rompe. "A un certo punto, quando la famiglia si sta per rompere, le cose si incastrano in una maniera in cui la scena cambia e sei con dei protagonisti diversi" spiega il regista. "Ed è la vita che ti porta lì. Devi essere tu il responsabile delle tue azioni. la mostra storia finisce così: ma è lui ha scelto di finire così. Paola a un certo punto lo fa andare. E, quello va detto, è lui che sceglie di tornare".