Il caschetto alla Natalie Portman, alias Mathilda di Leon, non c'è più. L'Alice Pagani che vedete in Non mi uccidere, il suo nuovo film diretto da Andrea De Sica, in digitale dal 21 aprile, è molto diversa. I suoi capelli sono più lunghi, scalati, sciolti o raccolti in una coda di cavallo da brava ragazza. O scarmigliati, mossi, nei momenti in cui vive la sua nuova dimensione. In Non mi uccidere Alice Pagani è Mirta, una ragazza che ama il suo Robin (Rocco Fasano) alla follia, e crede nell'amore eterno. La voglia di trasgredire costa la vita a entrambi. Mirta però si risveglia... Il volto di Ludovica, quello che tanti ragazzi si sono tatuati addosso dopo aver visto Baby, la serie tv Netflix che l'ha vista come protagonista insieme a Benedetta Porcaroli, c'è sempre, bellissimo, diafano, etereo. Eppure è cambiato. Piccole Baby crescono, verrebbe da dire, pensando alla serie che ha reso famosa Alice Pagani. La sua crescita, nel ruolo di Mirta in Non mi uccidere, sembra rispecchiare quella del suo personaggio nel film: affrontare un ostacolo, superarlo, e trovarsi nuova, diversa.
Loro di Paolo Sorrentino: la giovinezza
Quella di Alice Pagani è una carriera che è già partita da un punto molto alto. Non è da tutti, infatti, iniziare la propria storia al cinema con Paolo Sorrentino. Il film era Loro, quello dedicato a Silvio Berlusconi. Il suo non era un ruolo principale. E si trovava in una situazione dove, come ci ha raccontato la cronaca prima del film, intorno all'ex premier c'era una vera e propria corte di bellissime ragazze. Eppure Alice Pagani ha lasciato il segno. È riuscita a spiccare in mezzo a tanta, grande bellezza. Il suo personaggio rappresentava la giovinezza, era quello che più contrastava con il personaggio e le tentazioni di Berlusconi, La battuta "Lei ha lo stesso alito di mio nonno, l'alito di un vecchio" demoliva vent'anni di Berlusconismo, e ci mostrava un personaggio da molti idolatrato in tutta la sua tristezza e la sua nudità.
Andrea De Sica e Baby: la solitudine e l'insicurezza
In Baby, la serie Netflix diretta proprio da Andrea De Sica (e poi da Letizia Lamartire) è Ludovica. In una storia che prende solo lo spunto dallo scandalo delle baby squillo dei Parioli, Alice Pagani è riuscita a dare vita a un personaggio complesso, empatico, e molto vicino a tante adolescenti di oggi. Quelle giornatacce che sembrano non finire mai, l'apatia che fa sentire adulti, la solitudine, l'insicurezza. "Forse vorrei non essere sola, lasciarmi alle spalle quello che mi rende insicura. Oppure no. Vorrei guardare in faccia tutti i miei cazzo di rimpianti. E poi guardare me stessa da fuori, essere pronta ad aprirmi agli altri" sentiamo dire a Ludovica alla fine della storia. Lei e Chiara sono entrate nell'immaginario delle ragazze tra i 13 e i 17 anni, un'età in cui si affrontano delle difficoltà, non si sa come muoversi. Capelli a caschetto alla Mathilda di Leon, o, se preferite, alla Louise Brooks, Alice Pagani è entrata in scena nella serie Netflix con un aspetto da lolita, tra la divisa scolastica con la camicetta, la cravatta, la giacca e la gonna, o vestiti più corti e sexy nei momenti della sua vita segreta.
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Non mi uccidere: Alice che visse due volte
Anche in Non mi uccidere Alice Pagani vive due vite. Quella di Mirta e quella di Luna. C'è la ragazza bene con i capelli raccolti, i vestitini leggeri alla Liv Tyler in Io ballo da sola, il giubbetto da college americano. Gli occhi luminosi e ingenui, il sorriso che tradisce l'imbarazzo. E poi la ragazza in divenire, alla ricerca del suo posto, del suo nuovo carattere. Prima sposa cadavere, virginale nel suo abito bianco quando si risveglia, ancora incredula, ancora sospesa tra due mondi, tra la sua vita di prima e quella di adesso. Poi ragazza in cerca di se stessa, in passaggio, grunge come lo era*Kurt Cobain, di cui indossa i famosi occhiali bianchi e le felpe oversize. E poi, ancora, nuda, ferina, nel momento di fare l'amore con il suo amato. In questo passaggio c'è un filo conduttore, come si può capire, un immaginario anni Novanta che Andrea De Sica ha voluto per il film, perché erano gli anni della sua adolescenza, e per portare il suo stile, e quello di Alice, lontano da quello di Baby.
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La musa delle terre di mezzo
In Non mi uccidere c'è ancora una crescita. Ancora un passaggio, un percorso irto di difficoltà. Alice Pagani si conferma la musa dell'adolescenza, la musa delle terre di mezzo, del passaggio all'età adulta. È l'eroina degli ostacoli di questa età, il simbolo di chi non si piace, di chi ha paura, di chi non si sente se stesso, di chi si annoia. La sua Mirta/Luna in Non mi uccidere è un personaggio attualissimo, una donna dei nostri tempi che trova il suo modo di reagire al mondo maschile. Quello "sbranare" gli uomini prevaricanti è una metafora del percorso che tante giovani donne devono, o dovrebbero fare. Aggredire per non essere aggredita.
La musa si Andrea De Sica
Alice Pagani è anche la musa di Andrea De Sica. La sua regia la segue con cura, la accompagna. La macchina da presa accarezza il suo corpo con una sua dolcezza. "È uno dei pochissimi volti in Italia che può affrontare questo tipo di film. è un volto poco italiano" ci ha raccontato il regista. "In questo film le ho fatto un monumento, l'ho fatta debuttare come protagonista assoluta. La vicenda di Mirta, che messa sotto dalla vita cambia mentalità, è stata quella di Alice, che messa sotto da un impegno così importante, ha reagito e ha vinto". Quando la abbiamo vista ballare, abbracciata a Giacomo Ferrara, che nel film è Ago, un amico di Robin, sulle note ipnotiche e sognanti di The Nightingale, il brano scritto da David Lynch e Angelo Badalamenti per il pilot di I segreti di Twin Peaks (ancora gli anni Novanta che ritornano) ci è sembrato tutto chiaro. Alice Pagani in un film di David Lynch ci starebbe benissimo.