Ogni nuova produzione Pixar è un evento per gli appassionati, che sia un nuovo lungometraggio o, come il caso di Alla ricerca di Nemo in 3D, la riedizione di un film degli anni precedenti, che proprio per l'eccezionalità degli studios di Emeryville, possiamo considerare già un classico. Ma ognuno di questi grandi appuntamenti, contiene un altro piccolo evento: il corto abbinato al film. Piccolo in termini di durata, ma quasi mai di importanza o valore artistico: pensiamo a Quando il giorno incontra la notte, Pennuti spennati o il recente La luna dell'italiano Enrico Casarosa. E nel caso più recente della riedizione tridimensionale di Nemo, di Non c'è festa senza Rex, che ci mostra un aspetto inedito del timido, impacciato ed adorabile T-Rex del mondo di Toy Story.
Ne abbiamo parlato con il regista Mark A. Walsh in occasione della sua visita alla ViewConference di quest'anno, per conoscere origine e peculiarità di questo nuovo progetto.
Come nasce l'idea del corto? Come è stato gestita la lavorazione e che particolarità o difficoltà ha dovuto affrontare? Non c'è festa senza Rex nasce da due cose: la prima è il mio amore per il bagno quando ero bambino. Amavo tutto, la schiuma, i giocattoli, l'acqua calda, era un momento che adoravo; la seconda è la mia passione per Rex come personaggio, penso che sia davvero dolce. Timido, insicuro, come ero io da bambino. Ed ho pensato che fosse divertente dargli la possibilità di reinventarsi, di spingersi oltre i propri limiti. Penso che sia un'esperienza che abbiamo provato tutti, quella di cercare di cambiare noi stessi. Lavorare al cortometraggio è stata dura, difficile. A volte scrivi qualcosa e sei convinto che funzionerà, che sarà divertente, poi la realizzi, la metti insieme, e ti accorgi che è terribile. Succede a tutti i film Pixar! Allora la rifai ancora e ancora e cerchi di sistemarla. Abbiamo impiegato due anni per realizzare il corto, abbiamo inserito alcuni personaggi da Alla ricerca di Nemo come giocattoli, per esempio sott'acqua abbiamo il delfino da quel film e Mr. Ray, abbiamo l'attore Tony Cox come voce di Chuck E. Duck, un attore che adoro perché uno dei miei film da ragazzo era Il ritorno dello Jedi e lui interpretava uno degli Ewoks.
Lavorare con un personaggio già consolidato ed amato come Rex è stato un vantaggio o in qualche modo un limite dal punto di vista creativo?
Lavorare con Rex è stato un aiuto. Per un regista al debutto come me è stato più semplice lavorare su un personaggio che già esisteva, perchè il pubblico già amava Rex dai film di Toy Story, quindi non ho dovuto impiegare tempo a presentarlo allo spettatore ed ho avuto la possibilità di dedicare spazio all'esplorazione di altri personaggi. In più dà la possibilità allo spettatore di entrare in sintonia con il protagonista più rapidamente e quando hai solo sei minuti il tempo è molto importante. E' stata un'esperienza divertente e credo di essere riuscito a mantenermi coerente con il personaggio pur cercando di spingerlo un po' oltre quello che già conoscevamo di lui.
Il corto è animato da tanti nuovi personaggi del popolo della vasca da bagno. Quali sono i suoi preferiti?Ho due personaggi preferiti. Adoro Chuck E. Duck, perchè è divertentissimo e amo l'attore che gli dà la voce. Ma amo anche il robot DJ della storia, che è interpretato dal nostro compositore, BT, che è un importante artista di musica elettronica. L'ho visto suonare davanti a migliaia di ragazzi che impazzivano per la sua musica. La sua musica e il suo personaggio sono l'anima della storia, non so che avrei dato per averli durante i miei bagnetti da bambino [ride, ndr]
Sarà possibile vedere alcuni di loro anche in altri cortometraggi futuri?
Sinceramente non so, dipende da che idee future ci saranno per Toy Story. Potrebbero apparire in altri corti o... chi sa. Ma spero che abbiano ancora spazio in futuro. Vedremo!
Molti lavori Pixar contengono delle sfide dal punto di vista tecnico. In questo caso qual è stata la difficoltà maggiore? L'acqua? La schiuma?
La sfida maggiore di Non c'è festa senza Rex dal punto di vista tecnico sono state le bolle. E' già difficile avere una buona schiuma nella realtà e lo è ancora di più usando un computer! Se fai le bolle troppo piccole, sembrano caviale, se le fai troppo grandi sembra un parco di divertimenti per bambini. Devono sembrare soffici, come una nuvola, e poi vanno aggiunte alla superficie dell'acqua che va calcolata dal computer per definirne il movimento, le increspature... E' senza dubbio l'aspetto che ha richiesto l'impegno maggiore.
Ho notato che c'è anche un grande uso delle luci...Le luci! Certo, ed anche quello è stata una vera sfida, perchè le luci si muovono. Specialmente nella parte finale che è simile ad una discoteca. Le luci dovevano essere animate ed aggiunte al vapore che veniva dall'acqua, in più si riflettevano da una bolla all'altra, e tutto questo ha richiesto molto tempo per essere calcolato. Ma sono felice che tu abbia notato le luci ed i colori, perchè abbiamo dedicato veramente molto tempo a questo aspetto.
Dopo Rex, quale altro personaggio di Toy Story, o in generale della Pixar, le piacerebbe approfondire?
Mi piace molto Slinky Dog, ma anche in Toy Story 3 ci sono nuovi personaggi che ho apprezzato molto. C'è un unicorno, un personaggio che si chiama Dolly e la cowgirl Jessie... ma in definitiva sono tutti molto interessanti e tutti meriterebbe un loro progetto per essere approfonditi.
Sta già lavorando a qualcos'altro?
Assolutamente sì, ma purtroppo non ho ancora l'OK dello studio per parlarne. Spero di porterne parlare qui in Italia il prossimo anno e addirittura mostrare qualcosa!