Recensione Strada per la morte (2005)

Divertente horror-parodia su un camionista assassino ed un maniaco autostoppista. Un vero e proprio duello tra leggende metropolitane che scuote continuamente i ruoli di vittima e carnefice; chi vincera?

Non attraversate quella strada

Quanto può essere pericoloso fare l'autostop o raccogliere degli autostoppisti per le strade deserte della provincia americana? Film come Non aprite quella porta ci avevano ben avvertiti, e non perde occasione di ricordarcelo nemmeno Larry Cohen (più noto come sceneggiatore di film come Cellular e In linea con l'assassino che come regista) nel suo episodio della serie Masters Of Horror. Ma Pick Me Up non si esaurisce nell'ennesima scopiazzatura di qualche classico del cinema del terrore. I riferimenti cinematografici sono chiari ed espliciti fin da subito ed è proprio il gioco tra questi a caratterizzare il film del regista newyorkese.

Un autobus ha un guasto lungo una desolata strada di montagna, l'autista ed una coppia di passeggeri decidono di aspettare i soccorsi mentre altri due accettano l'aiuto di un camionista (Michael Moriarty), "fortunatamente" di passaggio su quella strada, che si offre di accompagnarli alla stazione di servizio più vicina. Stacia (Fairuza Balk) invece preferisce proseguire a piedi ed arrivare da sola sino al motel successivo, e nel frattempo il bus viene raggiunto da un cowboy autostoppista (Warren Cole) dall'aspetto non troppo rassicurante.

Sembra tutto abbastanza chiaro: mentre accanto al ricordo del film di Tobe Hooper fa capolino anche Psycho di Hitchcock, i destini dei vari personaggi appaiono sempre più evidenti. Ma è proprio a questo punto che il racconto di Cohen riesce a trovare una propria identità; il regista mette in scena un beffardo gioco tra le parti, un vero e proprio duello tra leggende metropolitane che scuote continuamente i ruoli di vittima e carnefice. Sta essenzialmente nell'ironia quindi la forza di questo episodio, non proprio brillantissimo, per quanto efficace, sotto altri aspetti. Se infatti la caratterizzazione dei personaggi risulta godibile ed azzeccata nella scelta di caricaturizzarne i più noti cliché, è sui ritmi narrativi che il film mostra i propri difetti.
Pick Me Up pecca di una lentezza che potrebbe anche essere adatta ai contenuti del racconto, ma che Cohen non riesce a gestire a dovere rischiando in più momenti di annoiare più che incuriosire o inquietare. Ad ogni modo è evidente che del film debba rimanere più il ritratto dei due maniaci che altro, e se ciò non bastasse c'è sempre il finale "a sorpresa" ad aggiungere un tassello a questa divertente horror-parodia.