Dopo l'uscita dei primi due film nati dalla collaborazione tra Amazon Prime Video e la casa di produzione fondata da Jason Blum, The Lie e Black Box, Welcome to the Blumhouse continua con altre due pellicole distribuite in esclusiva dalla piattaforma streaming: Nocturne e Evil Eye. Come vedremo in questa recensione di Nocturne, diretto dal regista esordiente Zu Quirke, ancora una volta - come per gli altri tre film - si tratta di una storia che ha come presupposto quello di raccontare temi come famiglia e amore da una prospettiva nuova ed interessante. Se nei primi due film, disponibili dalla settimana scorsa, ci si concentrava sulla relazione tra genitori e figli, questa volta è il rapporto tra sorelle ad essere messo sotto i riflettori. E non c'è espressione più corretta con cui cominciare a parlare di ciò che lega la protagonista di Nocturne alla sua gemella, questo film racconta infatti il bisogno di allontanarsi dall'ombra ingombrante di qualcun altro per poter brillare, per poter finalmente essere qualcuno di diverso da "la sorella di".
A differenza delle pellicole che abbiamo già visto, che ricadevano a pieno titolo nella categoria del thriller psicologico, qui si sfocia apertamente nel racconto sovrannaturale, anche se mai così tanto da caratterizzare in maniera decisa il film: al centro di tutto c'è sempre e solo la protagonista ed il suo bisogno di rivalsa, che poi a spingerla a fare certe scelte ci sia una qualche mano ultraterrena è meno importante di quanto possa inizialmente sembrare. Il fatto che la storia non sia poi "così horror" (e lo stesso discorso vale anche per le altre pellicole del gruppo) come molti degli aficionados dei prodotti Blumhouse si potrebbero aspettare, potrebbe valere come deterrente per una parte del pubblico, soprattutto visto il periodo, la spooky season per eccellenza, in cui viene distribuita. Detto questo, però, Nocturne è capace di costruire molto bene la tensione, mantenendo un buon ritmo per tutto il corso della narrazione: lo spettatore non potrà che restare colpito da una storia che, pur non spingendo mai l'acceleratore sul suo lato horror, è abbastanza universale da coinvolgerlo ed altrettanto intrigante da affascinarlo.
Amore e gelosia tra sorelle
Juliet (Sydney Sweeney) e Vivian (Madison Iseman), sono due gemelle con il sogno di diventare pianiste: entrambe frequentano un prestigioso collegio d'arte e hanno dedicato la loro vita alla musica classica. Eppure, anche se dotate ambedue di grandissimo talento, Juliet si sente sempre indietro rispetto alla sorella maggiore (solo di qualche minuto): Vivian è più dotata, è più socievole (ha già un fidanzato) ed è stata accettata al primo colpo alla prestigiosissima Juilliard, la scuola dove anche lei sognava di andare. Con il ritorno in collegio dopo le vacanze di primavera, però, le cose per Juliet cambieranno radicalmente: il ritrovamento di uno strano quaderno appartenuto a Megan, una compagna estremamente dotata suicidatasi poco tempo prima, libererà una forza sconosciuta - forse demoniaca? - che risveglierà in lei il bisogno di primeggiare sulla sorella. Il prezzo da pagare per il nuovo inaspettato successo, però, sarà molto più alto di quello che Juliet avrebbe mai potuto immaginare.
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Nocturne sceglie di raccontare il legame tra fratelli - e per i gemelli, poi, il discorso si fa ancor più complesso - che è fatto sì di un amore incredibilmente profondo, ma anche di piccoli rancori e gelosie, e del costante bisogno di riaffermarsi e di confermare le proprie capacità e la propria indipendenza. Una necessità - che si porta appresso anche un inevitabile senso di colpa - in cui non è difficile ritrovarsi. Juliet si fa guidare da un sentimento che rimane solitamente sopito, mettendo la propria realizzazione personale al di sopra di qualsiasi altra cosa: non è chiaro se l'agente sovrannaturale liberato dal diario sia dietro ad ogni sua azione o sia semplicemente responsabile di averla liberata da certe sue inibizioni, ma il film si mantiene volontariamente ambiguo. D'altronde, l'intera narrazione cerca di restare da questo punto di vista piuttosto enigmatica, sottolineando anche più volte quanto la protagonista non sia completamente stabile dal punto di vista psichico ed emotivo (la vediamo spesso prendere medicinali per l'ansia), e non negando mai del tutto, così, che cioè accade possa essere un parto della sua immaginazione.
Una protagonista molto convincente
Tra tutti i personaggi, ovviamente, quello che arriviamo a conoscere meglio è senza dubbio quello principale: ciò che accade ci arriva attraverso la sua prospettiva e, per quanto faccia scelte piuttosto discutibili (sopratutto verso la fine) ci troviamo comunque ad empatizzare con lei. Sydney Sweeney fa un ottimo lavoro nel portare in scena i turbamenti di una protagonista che pare aver accumulato così tanto rancore - nei confronti della sorella, dei genitori, degli insegnanti - da essere sul punto di esplodere. Impostando l'intera narrazione sul personaggio principale, però, è inevitabile che tutti gli altri appaiano sempre un po' più sullo sfondo: questo ci pesa soprattutto per quanto riguarda Vivian che, pur facendosi conoscere un po' più degli altri, rimane comunque piuttosto abbozzata. Se questo da una parte è funzionale per evidenziare la spaccatura e il progressivo distanziamento tra le due, dall'altra non ci permette di approfondire e comprendere meglio il rapporto che le lega, togliendo di gravità a quanto accade durante il film.
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La mancanza di horror si fa sentire
Nocturne, che ci ricorda a tratti Il cigno nero di Aronofsky, si avvale di certi stilemi del thriller psicologico e dell'horror per parlare delle difficoltà della crescita, della scoperta della propria sessualità e di quanto il mondo dell'arte - in questo caso quello della musica classica - possa essere un ambiente spietato e crudele in cui, per farcela, non si possa guardare in faccia a nessuno (nemmeno ad una sorella). Un film di questo tipo, come vi anticipavamo, riesce ad essere sufficientemente intrigante da catturare lo spettatore che, però, potrebbe rimanere piuttosto deluso dal fatto che la componente horror sia così poco presente: se nelle altre pellicole che abbiamo visto del progetto Welcome to the Blumhouse questa mancanza non ci ha particolarmente pesato, in questo caso avremmo forse preferito qualche brivido in più, anche perché questa storia, e le atmosfere (sempre piuttosto tese) che riesce ad evocare, lo avrebbero senza dubbio permesso.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Nocturne sottolineando ancora una volta come questo film, che è parte del progetto Welcome to the Blumhouse, racconti una storia che, pur non spingendo l'acceleratore sul suo lato horror, è coinvolgente ed affascinante. Nocturne si avvale di certi stilemi del thriller psicologico e dell'horror per parlare delle difficoltà della crescita, della scoperta della propria sessualità e di quanto il mondo dell'arte possa essere un ambiente spietato e crudele.
Perché ci piace
- Il modo in cui il film racconta il rapporto tra due sorelle gemelle.
- Le atmosfere inquietanti e tese.
- La protagonista interpretata da Sydney Sweeney.
Cosa non va
- I personaggi secondari, in particolare la sorella gemella Vivian, che non conosciamo mai per davvero.
- Avremmo voluto qualche brivido in più.