No Other Choice, intervista a Park Chan-wook: "Nonostante il capitalismo, il cinema puro non morirà"

Il regista di culto crede ancora fortemente nel potere e nel valore del cinema. E, a sorpresa, anche in quello della critica cinematografica. In sala dal primo gennaio.

Park Chan-wook è il regista di No Other Choice - Non c'è altra scelta

In pochissimi sanno far danzare la telecamera. Uno di questi registi è Park Chan-wook. Quando si vede un suo film è impossibile non riconoscerne la mano, che ormai ha raggiunto vette quasi commoventi. Una sua caratteristica è la frammentazione del punto di vista: specchi, schermi e riflessi moltiplicano lo sguardo. Succede anche in No Other Choice - Non c'è altra scelta, in sala dal primo gennaio dopo il concorso a Venezia 2025.

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Lee Byung-hun in No Other Choice - Non c'è altra scelta

È la storia di Man-soo, impiegato modello che sembra aver ottenuto tutto per essere felice. La sua vita apparentemente perfetta va però improvvisamente in pezzi: la società di carta per cui ha lavorato 25 anni lo licenzia. E trovare una nuova posizione nello stesso settore si rivela difficilissimo. Pensa quindi a una soluzione estrema.

A interpretare il protagonista è Lee Byung-hun (il Front Man della serie Netflix Squid Game), che proprio il regista ha reso una star nel 2000 con Joint Security Area. Nella nostra intervista l'autore della trilogia della Vendetta ci spiega perché crede ancora nel potere del cinema. E, a sorpresa, lui che ha cominciato proprio come critico cinematografico, anche in quello della critica.

No Other Choice - Non c'è altra scelta: intervista a Park Chan-wook

In No Other Choice - Non c'è altra scelta una delle domande ricorrenti che vengono fatte al protagonista durante i colloqui di lavoro è: qual è la sua debolezza? Impossibile non chiederlo a un regista apparentemente perfetto come Park Chan-wook.

L'autore non ha dubbi: "La mia debolezza è che quando sono sul set dovrei concentrarmi al 100% sulla scena, ma non ci riesco. Mi vengono in mente moltissimi altri pensieri, mi distraggo, mi diverto a scherzare con gli attori... Sì, è questa la mia debolezza".

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Tra scarpe e speranza

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Una scena di No Other Choice

Un elemento ricorrente nei film di Park Chan-wook sono le scarpe. Hanno sempre un ruolo importante nella storia. In No Other Choice - Non c'è altra scelta delle calzature da ballo sono cruciali. Come mai questa ossessione? Il regista ci risponde ridendo: "Ah sì, qui ci sono delle scarpe da ballo. Non ci avevo fatto caso. I piedi sono una parte del corpo umano a cui le persone non fanno caso. E forse è proprio per questo che invece io li osservo con molta attenzione".

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So Yul Choi e Son Ye-jin

La parabola di Man-soo, adattamento del romanzo The Ax di Donald E. Westlake, tocca diversi argomenti. Sicuramente la disumanizzazione della società, la precarietà del lavoro, la competizione sempre più spietata, che oggi non è soltanto tra esseri umani ma anche con le macchine. E poi c'è il ruolo dell'arte in questo caos. A simboleggiarla è la piccola Ri-one (So Yul Choi), la figlia del protagonista: non parla, ma ha un enorme talento per la musica. Suona il violoncello e Man-soo fa di tutto per continuare a pagare le sue lezioni. In un mondo in cui il capitalismo non ha semplicemente vinto, ma ha inglobato qualsiasi cosa, l'arte può essere ancora pura come Ri-one?

Per il regista: "Certo: non soltanto nel film, ma proprio il cinema. Quando, alla fine di No Other Choice, Ri-one si esibisce finalmente con il violoncello, lo sta facendo non soltanto per la madre, ma per il pubblico. Possiamo apprezzare il brano per intero, non solo i frammenti di quando si esercita. Questo è proprio il motivo per cui ho sperato che quella scena facesse emozionare il pubblico: perché dà speranza".

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Il futuro della critica cinematografica

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Una scena di No Other Choice

Prima di diventare un mago del set, Park Chan-wook ha cominciato la sua carriera come critico cinematografico. Crede ancora nella rilevanza di questo mestiere? Il regista: "Con internet siamo arrivati a un punto in cui tutti possono condividere le proprie recensioni. E questo vuol dire che, in un certo senso, gli spettatori di tutto il mondo sono critici. Quindi le persone che hanno studiato e si sono formate per essere critici non sono più rispettate come prima. C'è la percezione che vogliano imporre il loro punto di vista. Le persone rifiutano il punto di vista dei critici perché hanno il loro. Le analisi dei critici vengono rifiutate perché giudicate egoriferite. Ma il cinema, come ogni altra professione, richiede studio, tempo e impegno. Quindi più esperienza hai, più riesci a comprendere questo media. Questo significa che in futuro il valore dei critici di professione brillerà ancora di più e sarà percepito come più importante".

La moltiplicazione del punto di vista

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I protagonisti di No Other Choice

Come dicevamo, insieme alle scarpe, la moltiplicazione del punto di vista è una delle caratteristiche dei film di Park Chan-wook. Per il regista è un aspetto fondamentale: "Perché le persone tendono a rimanere intrappolate nella loro mentalità, nel loro punto di vista limitato. E questo crea diversi problemi: non solo a livello personale, ma anche nel rapporto con le altre persone e nella società. Quindi bisogna sforzarsi e prendere in considerazione punti di vista diversi, cercando di mettersi nei panni degli altri. Penso sia una delle funzioni più importanti dell'arte".