No. 7 Cherry Lane, recensione: Storia d’amore rarefatta e suggestiva

La recensione di No. 7 Cherry Lane, rarefatto ma affascinante film d'animazione cinese in concorso a Venezia 2019.

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No. 7 Cherry Lane: una scena del film d'animazione

Scrivere la recensione di No. 7 Cherry Lane è una piccola soddisfazione, perché ci permette di volgere lo sguardo su un'animazione che non si riesce solitamente a fruire dalle nostre parti, in territori dominati dai colossi americani e un utilizzo del mezzo espressivo principalmente con un target specifico in mente. Se infatti da noi animazione, o cartone animato, è sinonimo di film per bambini/ragazzi, altrove è più comune trovare storie adulte e più mature raccontate con la libertà e la creatività che il mezzo permette agli artisti e autori che decidono di usarlo. L'opportunità offertaci da Venezia 2019 è ulteriormente interessante perché appartenente a una cinematografia diffusa in modo poco capillare in territorio europeo. Un vantaggio che funziona come un boomerang e diventa anche un vincolo importante nel momento in cui andiamo a scriverne, perché non ci consente di capire se quanto abbiamo visto in No. 7 Cherry Lane sia proprio dell'opera specifica o di un filone che non ha ancora varcato i confini del suo paese.

Un amore combattuto al cuore della trama

Il background della storia di No. 7 Cherry Lane è la Hong Kong degli anni Sessanta, un momento in cui l'impronta materialistica si fa evidente e, parallelamente, movimenti alternativi sorgono. Su questo sfondo seguiamo uno studente universitario di nome Ziming, diviso tra ciò che prova per una madre in autoesilio da Taiwan, la signora Yu, e la sua affascinante figlia Meiling. Una sorta di triangolo amoroso che si sviluppa e definisce attraverso le sequenze dei film le donne vanno a guardare al cinema con Ziming, così come tra le suggestioni di opere letterarie che i protagonisti citano e discutono. Il tutto sullo sfondo delle turbolente proteste studentesche anti-britanniche del 1967, vissute in prima persona dallo stesso regista Yonfan.

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No. 7 Cherry Lane: una scena del film

Personaggi intriganti e figure bidimensionali

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No. 7 Cherry Lane: un'immagine del film

Seppur descrittoci come fascinoso, è il protagonista Ziming il punto debole dello sviluppo di questo film d'animazione, complice un character design e una resa su schermo che rende poco credibile il suo appeal sulle due controparti femminili, molto meglio descritte e definite sia nel look che nei modi, supportati dall'animazione degli artisti al servizio dell'autore. È in questa disparità di resa grafica che risiede uno dei principali limiti del film di Yonfan, perché si fa fatica a empatizzare con le due relazioni sentimentali, entrambe penalizzate da una medesima metà meno riuscita. Ma è ugualmente importante, nell'economia generale del racconto, il gioco cinefilo che coinvolge e appassiona lo spettatore: è il cinema stesso uno dei protagonisti della storia, così come lo è la letteratura, pedine del gioco sentimentale che Yonfan mette in piedi e porta avanti con intrigante successo.

Il fascino rarefatto

No. 7 Cherry Lane basa queste relazioni su contrasti e contraddizioni, tra estremi che si scontrano, tra spiritualità e materialismo, classicità e modernità. Situazioni che il regista mette in scena affidandosi all'animazione tradizionale, segnando il suo esordio nel campo dopo dieci anni dal suo ultimo progetto. Un'animazione che segue lo stesso andamento delle relazioni e alterna immagini di grande qualità e cura ad altre che appaiono meno riuscite e evocative. Difficile, infatti, sostenere un elevato livello qualitativo per due ore abbondanti di durata e forse sarebbe stato meglio rinunciare a qualcosa per concentrare gli sforzi artistici su una parte meno corposa di materiale. Ne avrebbe giovato anche il ritmo, perché il film di Yonfan è costruito con un andamento rarefatto, a tratti ipnotico, che mette alla prova lo spettatore e rischia di annacquare le fascinazioni visive che, almeno a tratti, riesce a costruire.

Conclusioni

Per sintetizzare la nostra recensione di No. 7 Cherry Lane, possiamo confermare il fascino dell’esordio nel campo dell’animazione di Yonfan, sottolineando il fascino di alcune situazioni del film, la qualità di almeno una parte delle sue costruzioni visive, ma le cadute di stile di altri momenti meno riusciti sia dal punto di vista visivo che narrativo. Molto intrigante il modo in cui le relazioni sentimentali sono affidate alle visioni di film o letture di libri, in un gioco cinefilo e colto che omaggia sia il grande cinema che il mondo di Hong Kong che fa da sfondo alla vicenda.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Il gioco cinefilo costruito dall’autore a supporto della relazioni tra i protagonisti.
  • Il design e la costruzione di almeno due su tre dei personaggi principali.
  • Il fascino di alcune situazioni e immagini…

Cosa non va

  • … rovinato da alcune cadute di stile.
  • Il ritmo rarefatto e ipnotico che, complice la qualità alterna, non rende agevole la visione.