Nevia, la recensione: la ribellione è femmina

La recensione di Nevia, opera prima dal sapore autobiografico di Nunzia De Stefano che racconta un romanzo di formazione al femminile all'ombra dei container della periferia napoletana, da oggi su Sky Cinema 2.

Nevia Virginia Apicella Muretto
Nevia: Virginia Apicella seduta su un muretto

Una donna forte, indipendente, capace di prendere in mano il proprio destino seppur cresciuta in un ambiente svantaggiato. È così che Nunzia De Stefano ama dipingersi, come sottolinea la nostra recensione di Nevia, film in gran parte autobiografico. Nevia è una diciassettenne volitiva e scontrosa che vive in un container di Ponticelli, nella periferia di Napoli, insieme alla sorellina Enza, alla nonna e alla zia, vicine di container che si occupano delle due ragazzine da quando la madre è morta e il padre è in carcere.

La vita nei container è scandita dalla comunità criminale che governa l'area e dai suoi riti, a cui Nevia decide di non sottostare. Dopo aver lasciato la scuola, la ragazza si dà da fare in ogni modo per difendere la sua indipendenza e sfuggire alle mire degli uomini che le stanno addosso. La scoperta del circo e l'amore per gli animali la aiuteranno a sfuggire alla sua condizione disagiata e a trovare la propria strada.

Un ritratto psicologico al femminile tra cinema e autobiografia

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Nevia: un primo piano di Virginia Apicella

Come Nevia, anche Nunzia De Stefano è cresciuta in un container alle porte di Napoli, dove la sua numerosa famiglia si è trasferita dopo il terremoto dell'80, e come lei è divenuta domatrice di elefanti in un circo di Secondigliano. Ma le analogie non si fermano qui. La neo-regista, ex moglie di Matteo Garrone, ha scelto di esordire dietro la presa con una storia al femminile, femminista, in cui le donne sono artefici del proprio destino e gli uomini appaiono come creature predatorie, violente e minacciose, ma il loro potere si ferma qui.

Nevia Primo Piano Virginia Apicella
Nevia: Virginia Apicella truccata da clown

Il sottobosco criminale della periferia di Napoli fa da sfondo a una vicenda in cui si parla di tutt'altro. La povertà si respira in ogni inquadratura, le leggi della camorra aleggiano nell'aria a intridere il quadro in cui Nevia si muove, ma il film di Nunzia De Stefano non ha scopi di denuncia né cavalca l'onda degli spaccati criminali alla Gomorra. Nevia è principalmente un potente ritratto psicologico al femminile di una ragazzina che diventa donna senza mai essere stata bambina e impara a fare le proprie scelte senza farsi condizionare dall'ambiente circostante. Questa è la forza e, in un certo senso, anche il limite di un'opera prima totalmente dipendente dalla sua protagonista. La regista dimostra di possedere gran fiuto in fatto di casting scommettendo sull'esordiente Virginia Apicella[ che, a differenza sua, è minuta e poco appariscente, ma ha un'intensità rara e uno sguardo che buca lo schermo. Nevia ha modi bruschi, veste abiti maschili, troppo larghi per lei, eppure calamita l'attenzione degli uomini così come degli spettatori e regge sulle proprie spalle l'intero film, seppur circondata da un cast di comprimari di lusso.

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Una donna capace di sfuggire al proprio destino

Nevia Virginia Apicella Cast
Nevia: una scena del film

La capacità di costruire un futuro migliore sta nelle nostre mani, questo indipendentemente dall'ambiente che ci circonda e dalle possibilità che la vita ci ha offerto. Questo è il messaggio che Nunzia De Stefano ci tiene a veicolare in un film che è anche un romanzo di formazione e un appassionato studio di carattere. "Nascere femmine qui è una vera disgrazia" è la risposta rassegnata di zia Lucia a una domanda di Nevia, ma la regista non ci sta ad accettare i limiti imposti dalla società e lo dimostra rivendicando con orgoglio le proprie origini, e al tempo stesso il loro superamento, in un film cupo, ma non privo di speranza. La dedizione del cast va di pari passo alla rappresentazione dell'ambiente, mai edulcorata. La miseria viene fotografata in modo realistico, ma con pudore, senza mai speculare sulla condizione dei personaggi. Non manca, nel finale, un pizzico di magia con la scoperta del circo da parte di Nevia che conserva echi felliniani.

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Conclusioni

La recensione di Nevia mette in luce la capacità della regista esordiente Nunzia De Stefano di fondere esperienze personali, osservazione della realtà e prospettive cinematografiche in un'opera che si salda intorno alla sua protagonista. Nevia è una ragazzina capace di combattere e scegliere il proprio destino, proteggendosi da un ambiente malsano, tentacolare e soffocante. Non un film sulla criminalità, ma un intenso ritratto psicologico femminile e femminista interpretato da un cast efficace.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.7/5

Perché ci piace

  • La capacità della regista di fotografare ambienti e personaggi preservando il senso di realtà, senza però speculare sulla miseria.
  • Il film è un ritratto al femminile forte, di una donna capace di scegliere il proprio destino.
  • Opera ruvida, ma al tempo stesso capace di squarci, di frammenti che aprono a nuove possibilità.
  • Ottima la performance dell'esordiente Virginia Apicella che regge sulle proprie spalle il film...

Cosa non va

  • ...ma al tempo stesso l'opera è troppo dipendente dalla sua protagonista, intorno a lei c'è poco altro.
  • Alcune situazioni di sceneggiatura restano incompiute.