Nella Terra dei Merli: un docu-film per raccontare il Kosovo, “stato a metà”, tra passato e futuro

Andrea Bettinetti realizza un docu-film on the road dedicato al Kosovo e al lavoro dell'Esercito Italiano in un territorio che, a distanza di quasi vent'anni dallo scoppio della guerra, mostra ancora i segni di un conflitto etnico non del tutto sopito per arrivare fino ai giorni nostri. In onda il 20 aprile su Sky Cinema Cult HD e su Sky TG24.

Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Un'immagine del docufilm scattata sul confine con la Serbia
Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Un'immagine del docufilm scattata sul confine con la Serbia

Tre è il numero perfetto dicevano i pitagorici. Deve averla pensata così anche Andrea Bettinetti, regista del docu-film, Nella Terra dei Merli: Kosovo tra passato e futuro, che torna a raccontare il lavoro dei militari italiani all'estero dopo aver diretto altri due documentari, Lungo la Blue Line e Reduci, rispettivamente sulle missioni in Afghanistan e Libano, prodotti della Good Day Films di Michele Bongiorno per Sky Cinema. Il lavoro, realizzato con il supporto dello Stato Maggiore della Difesa - Ufficio Pubblica Informazione e dello Stato Maggiore dell'Esercito - Ufficio Pubblica Informazione e Comunicazione, racconta l'impegno in Kosovo della missione italiana della KFOR (Kosovo Force), la forza militare Nato - di cui fa parte anche l'Esercito Italiano - responsabile del mantenimento della sicurezza e del ristabilimento della pace dopo la cessazione delle ostilità siglata nel 1999. Uno sguardo sul Kosovo di oggi, il cui nome deriva dalla Kosovo Polje, La Piana dei Merli, che nel corso degli anni è stata silenziosa testimone di una storia cruda e dolorosa che ha lasciato segni ancora ravvisabili in un territorio che fatica a rialzarsi, apparentemente impossibilitato a dimenticare. Uno "stato a metà" che si è autoproclamato repubblica solo nel 2008 e che, ad oggi, non viene riconosciuto come tale da ben 82 paesi dell'Onu, mentre la Serbia continua a rivendicare la podestà perché considerata una sua provincia a tutti gli effetti.

Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Un'immagine del docufilm
Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Un'immagine del docufilm

Bettinetti, in compagnia di tre unità LMT (liaison monitoring team) dell'Esercito Italiano, attraversa il Paese, mostrandoci una spaccatura ed una divisione ancora palpabili in una popolazione che continua a vivere in un equilibrio sottilissimo che, di tanto in tanto, cede il posto a nuovi scontri. La narrazione si dipana attraverso un susseguirsi fluido di testimonianze raccolte nella varie tappe del viaggio nel quale la troupe capitanata dal regista ha avuto modo di intervistare un nutrito ed eterogeneo numero di personaggi, dal Comandante di KFOR, Generale Guglielmo Luigi Miglietta alla presidentessa uscente del Kosovo Atifefe Jahjaga passando per studenti, professori universitari, monaci, imam, giornalisti, militari dell'esercito e semplici cittadini. Il quadro generale scaturito da questi interventi è quello di una Terra affaticata ma desiderosa di ripartire, con negli occhi ancora le immagini di un conflitto aspro, spaventata dalla possibilità di nuovi contrasti tuttora latenti, ma anche testimone di parentesi di pace e bellezza e che vede nella presenza della KFOR un sinonimo di garanzia di stabilità. Nella Terra dei Merli: Kosovo tra passato e futuro andrà in onda, in esclusiva, mercoledì 20 aprile su Sky Cinema Cult HD e su Sky TG24.

Peace is the only way

Sul Ponte di Austerlitz, sul fiume Ibar, che divide in due la città di Mitrovica (una parte serba e una albanese) costantemente assediata da militari armati, c'è una scritta, "Peace is the only way", un monito dalla grafia adolescenziale capace di racchiudere nella sua disarmate semplicità l'intera insensatezza di quella forzata separazione, di quell'intero conflitto. Andrea Bettinetti grazie all'utilizzo di una grafica efficace ne ripercorre le varie tappe, utilizzando immagini di repertorio che ne amplificano l'impatto emotivo, orientando lo spettatore con altrettante mappe che mostrano l'avanzare del viaggio. Ogni tappa serve al regista per introdurre un nuovo tema, raccontando il Kosovo di oggi attraverso più angolazioni. E un ruolo importante è indubbiamente giocato dalla presenza dei militari italiani della KFOR e del loro lavoro di monitoraggio. "L'idea iniziale era quella di raccontare la missione oggi. Seguire i militari nel loro viaggio all'interno del territorio, attraversando il Paese con l'intenzione di chiedere alla popolazione cosa pensassero della loro presenza, se il loro lavoro lì avesse ancora senso", racconta il regista, "Ma ogni persona che abbiamo incontrato ne ha riconosciuto l'importanza e il senso di protezione che trasmette in un presente così incerto, fatto di disoccupazione, corruzione e una classe dirigente assente".

Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Una foto del docufilm di Andrea Bettinetti
Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Una foto del docufilm di Andrea Bettinetti

Quello che colpisce, infatti, oltre alla percezione estremamente positiva della presenza militare italiana - "Vengono visti come degli "amici in uniforme"", sottolinea Michele Bongiorno ,"Una chiave di lettura diversa della missione dopo così tanti anni dal suo inizio" - è la mancanza di una solida struttura governativa capace, a vent'anni dalla conclusione ufficiale della guerra, di permettere al Kosovo di ripartire, ancora - tra i tanti problemi che lo affliggono - schiacciato tra la mancanza di uno stato di diritto e legittime proprietà usurpate durante il conflitto. Quello che Nella Terra dei Merli ci fa conoscere sono, invece, tante piccole realtà differenti, partendo da Villaggio Italia, che oggi ospita 570 militari tra unità cinetiche e non, per proseguire nell'enclave di Gorazdevac, dove risiede una delle ultime comunità serbe rimaste in Kosovo passando per il monastero Ortodosso di Zociste, ricostruito interamente, dopo essere stato raso al suolo dagli estremisti, grazie alla KFOR fino all'antica moschea del villaggio di Prekouluka e alla Grande Moschea di Pristina, dove la narrazione di apre al problema, attualissimo, dei Foreign Fighters.

Un futuro ricco di incognite

Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Una foto di Pristina
Nella terra dei merli: Kosovo tra passato e futuro - Una foto di Pristina

Proprio la mancanza delle Istituzioni ha portato, infatti, alla ricerca di un'appartenenza identitaria nella religione. Ma, esattamente come sta avvenendo in ogni parte d'Europa, una piccola fetta della popolazione si è lasciata ammaliare da un Islam politico che nulla ha a che vedere con quello religioso. Bettinetti, senza focalizzarsi esclusivamente sull'operato della missione italiana, apre quindi al futuro del Kosovo inserendo anche una riflessione su un fenomeno che rischia di diventarne, tristemente e pericolosamente, uno degli aspetti rappresentativi. Proprio La Piana dei Merli si è tramutata in una regione di transito, un crocevia per l'estremismo islamico che conta un numero che si aggira sui 350 combattenti partiti dal Kosovo per andare in Siria (dove in 60 hanno trovato la morte), e che rischia di vedere infittirsi la sua rete a causa del camuffarsi di Foreign Figheters nel flusso di migranti che cercano di trovare rifugio in un'Europa che invece pensa ad alzare muri contro di loro. "La situazione non ha raggiunto una maturità statuale. Gli scontri sono interetnici, l'economia non decolla, i più giovani voglio andare via e i conti con il passato non sono ancora chiusi", analizza il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Danilo Errico, "Non è pensabile sganciarsi dal territorio ad oggi. Lo stesso ritorno in patria dei foreign fighters crea instabilità e le forze devono rimane nella Nazione".

Nella Terra dei Merli: Kosovo tra passato e futuro è un docu-film che, senza edificare santini, mostra il lavoro sul campo della missione italiana della KFOR, il tentativo di un territorio di tornare a camminare con le proprie gambe e le numerose difficoltà che ne rallentano la risalita. Un ritratto socio-culturale che non dimentica però l'attenzione alla forma, grazie ad un tappeto musicale stimolante e capace di creare ritmo narrativo o una fotografia curata e "pulita".

Movieplayer.it

3.0/5