A due anni di distanza dal capitolo precedente (Nei panni di una principessa), Vanessa Hudgens torna a vestire i doppi panni della pasticcera di Chicago Stacy De Novo e della duchessa Margaret del regno di Montenaro per una nuova avventura romantica natalizia firmata dal regista Mike Rohl (Smalville, Supernatural, Shadowhunters). Ma rispetto al film del 2018, questo sequel porta con sé una novità: l'attrice, infatti, presta il proprio volto anche a un terzo personaggio della saga, pronto a dare del filo da torcere alle due protagoniste. Come vedremo nella nostra recensione di Nei panni di una principessa: ci risiamo!, la pellicola ricalca le dinamiche surreali e fiabesche del primo capitolo, recuperando la formula dello scambio e introducendo un pizzico di originalità che però non basta a risollevarne le sorti.
La trama
Due anni dopo gli eventi narrati nel primo capitolo, Stacy De Novo (Vanessa Hudgens) è felicemente sposata con il principe Edward di Belgravia (Sam Palladio) e trascorre le sue giornate tra la pasticceria e gli eventi benefici. La relazione a distanza tra il suo migliore amico Kevin (Nick Sagar) e la duchessa Margaret Delacourt (Hudgens), invece, si è interrotta bruscamente a causa degli impegni reali della seconda. Dopo la morte del re di Montenaro, infatti, la duchessa si appresta ad assumere le redini del regno e a essere incoronata regina. A riunire i due ci penserà Stacy che convince Kevin a volare da Chicago a Montenaro per partecipare alla cerimonia di incoronazione e recuperare il rapporto con Margaret. Riunitisi tutti sotto lo stesso (sfarzoso) tetto per Natale, la storia sembra avviarsi verso un rapido lieto fine; ma la cugina di Margaret, Fiona (anche lei interpretata dalla Hudgens), giunge a palazzo per mettere i bastoni tra le ruote alla felicità del gruppo.
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Non c'è due senza tre
Nei panni di una principessa, ci risiamo! sembra prendere alla lettera il famoso proverbio. Il sequel diretto da Mike Rohl, infatti, vede l'attrice Vanessa Hudgens nel triplo ruolo della neo principessa Stacy, della duchessa Margaret e della perfida cugina Fiona. Un po' troppo? Forse sì. Lungi dal pensare che la produzione volesse risparmiare sul casting, questa terza presenza identica alle due protagoniste rende ancora più assurda una pellicola che ha già fatto del surreale il suo marchio di fabbrica. Perlomeno, l'entrata in scena di Lady Fiona e dei suoi due improbabili servitori riesce a strappare un sorriso allo spettatore, portando un po' di sano trash in una narrazione altrimenti iperglicemica.
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Espediente che vince non si cambia
Esattamente come accade nel capitolo precedente, anche Nei panni di una principessa: ci risiamo! sfrutta la formula dello scambio e basa la sua narrazione sugli equivoci che da esso scaturiscono. Ed è ovvio che sia così, dal momento che sul doppio ruolo (triplo in questo caso) della sua attrice protagonista si fonda la fortuna delle avventure natalizie ambientate nel regno di Montenaro; un canovaccio ben noto ma che, nonostante tutto, continua a riscuotere un discreto successo. Peccato che, al di là di questa idea di fondo non esattamente originale, ci sia ben poco in questa pellicola: la narrazione è monotona e scontata, i dialoghi poco credibili e i personaggi non sono minimamente caratterizzati.
Una recitazione senza infamia e senza lode
Gli attori protagonisti sembrano interpretare i propri personaggi mettendo in pratica la legge del minimo sforzo, fornendo una prova attoriale mediocre che, pur non presentando incredibili difetti, non mostra nemmeno particolari qualità. Anzi, la loro interpretazione, spesso troppo impostata, rende ancora meno credibile alcune delle situazioni già al limite dell'assurdo che si susseguono nella narrazione. Ancora una volta, l'unico personaggio a distinguersi è quello di Lady Fiona, meglio caratterizzato degli altri e unica ventata di freschezza all'interno di questo sequel.
Conclusioni
Come abbiamo visto nella nostra recensione di Nei panni di una principessa: ci risiamo! il sequel firmato da Mike Rohl ricalca gli stratagemmi narrativi del suo predecessore, recuperandone le dinamiche fiabesche e surreali e la formula dello scambio. L'unico elemento di novità della pellicola è rappresentato dal triplo ruolo Vanessa Hudgens ma questo non basta a risollevare le sorti di una pellicola banale e dai personaggi mal caratterizzati.
Perché ci piace
- Elemento di novità rispetto al precedente capitolo.
Cosa non va
- Narrazione monotona e prevedibile.
- Personaggi non caratterizzati.