Da qualche giorno è disponibile su Sky e NOW il nuovo Mortal Kombat, adattamento cinematografico del celebre franchise videoludico che è entrato a far parte della cultura popolare mondiale dal 1992. Un franchise a base di botte e ramificazioni cosmiche, con una mitologia che si è fatta più complessa col passare degli anni ma senza dimenticare i capisaldi della saga, che si tratti del celebre tema musicale o delle frasi a effetto come "Finish him!" o "Flawless victory". E con la nuova incarnazione cinematografica disponibile in sala e/o in streaming e VOD (a seconda dei singoli paesi), con l'intenzione di lanciare una nuova trilogia, abbiamo voluto passare in rassegna quelli che finora sono i quattro film (tre per il cinema, uno direttamente in digitale e home video) basati sui giochi, tutti prodotti dalla New Line Cinema e, dopo l'assorbimento nel 2008, dalla Warner Bros.
Mortal Kombat (1995)
Il primo Mortal Kombat arriva nelle sale appena tre anni dopo il debutto del gioco, con la regia di Paul W.S. Anderson che successivamente si darà di nuovo al videogame sullo schermo con Resident Evil. Efficace sul piano dell'action e un po' meno su quello della scrittura (ma gli attori compensano le pecche drammaturgiche con abbondanti dosi di carisma, in particolare Christopher Lambert nei panni di Raiden), il film è invecchiato maluccio per quanto riguarda la CGI (Reptile è a livelli da Asylum, casa di produzione che realizza pellicole a basso costo liberamente basate sui blockbuster di turno), ma conserva un certo fascino rétro soprattutto per la colonna sonora: impossibile togliersi dalla testa la voce che urla "MORTAL KOMBAT!" prima di ogni combattimento. Notevole anche il finale involontariamente ridicolo, un cliffhanger rapidissimo (appena qualche secondo in più rispetto a quella che doveva essere la conclusione) imposto dallo studio dopo le prime proiezioni test.
Mortal Kombat - Distruzione totale (1997)
Due anni dopo, i nostri eroi tornano, ma l'impressione è che quasi nessuno credesse nel progetto: Mortal Kombat - Distruzione totale è citato dagli stessi creatori del gioco come il loro ricordo più brutto legato al franchise, ed è facile intuirne il motivo. Shao Kahn, imperatore del Mondo Esterno, vuole invadere la Terra pur avendo perso l'ultimo torneo, e la rivincita ha un sapore decisamente cheap: lo stesso Kahn rispetto alla sua prima apparizione sembra quasi un cosplayer, e metà del cast originale è stato sostituito per motivi vari. Se a questo aggiungiamo una regia spesso al di sotto dell'elementare, non c'è da stupirsi se anche il pubblico ha osteggiato il film, portando la New Line a cancellare il già previsto terzo episodio.
Mortal Kombat, Army of the Dead e il problema dei film realizzati per i fan
Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge (2020)
Uscito direttamente in digitale e home video, Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge è stato realizzato in concomitanza con l'arrivo nelle sale del nuovo Mortal Kombat, ed è il primo capitolo del franchise realizzato dalla Warner Animation, che per l'occasione ha puntato su qualcosa di più adulto rispetto alle sue produzioni solite. La premessa di base rimane la stessa, con Raiden che va a reclutare i campioni incaricati di rappresentare la Terra (strepitoso Joel McHale che presta la voce a Johnny Cage), ma con l'aggiunta di un elemento mitologico che nei film precedenti mancava: la rivalità sempiterna fra Scorpion e Sub-Zero, che funge da arco emotivo principale. Un'avventura semplice, brutale ed efficace, con sequel teoricamente già in cantiere, a dimostrazione del fatto che il franchise abbia più carte da giocare nei vari reparti della Warner.
Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, la recensione: Sangue ed eccessi in versione animata
Mortal Kombat (2021)
Uscito in contemporanea in sala e su HBO Max negli Stati Uniti, come tutti gli altri film Warner previsti per il 2021, il nuovo Mortal Kombat prende le distanze da quello precedente optando per un tono più serio e adulto, con tanto di divieto ai minori di 17 anni non accompagnati per il mercato americano. Un film che convince sul versante action ma fa acqua su quello narrativo, complice la decisione di rimandare il torneo vero e proprio all'ipotetico sequel, in base alla struttura immaginata per una nuova trilogia che racconti l'antefatto, il torneo stesso e le sue conseguenze. È in cantiere anche un possibile spin-off tutto su Johnny Cage, assente in questo episodio e annunciato nella scena finale come una delle reclute nel prossimo, ammesso che lo si realizzi.
Mortal Kombat, recensione: quando battersi fino alla morte non basta