Mondi alieni, la recensione: su Netflix la docuserie che immagina ed esplora pianeti lontani

La recensione di Mondi Alieni, la docuserie Netflix che immagina la vita su altri pianeti basandosi sulle regole che regolano quella sulla Terra.

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Mondi alieni: un'immagine suggestiva della docuserie Netflix

Può esistere la vita su altri pianeti? E che tipo di vita sarebbe quella sviluppatasi in mondi così lontani dal nostro? Nella recensione di Mondi Alieni scopriremo come la docuserie Netflix narrata da Sophie Okonedo (Hotel Rwanda, Ratched) cerchi di dare una risposta a queste domande, unendo solide basi scientifiche alle capacità immaginifiche della fantascienza. La premessa di questa serie in quattro episodi è molto semplice: di esopianeti - ossia i pianeti che non appartengono al nostro sistema solare - negli ultimi decenni se ne stanno scoprendo a migliaia, ed in alcuni di loro potrebbero certamente essere presenti quelle specifiche condizioni necessarie allo sviluppo della vita. Cercando di applicare le leggi che governano l'esistenza qui sul pianeta terra, Mondi alieni prova ad immaginare cosa avverrebbe in luoghi dalle caratteristiche più o meno simili, ma in cui la forza di gravità è diversa, o la vicinanza alla propria stella è minore. Come potrebbero essere le forme di vita evolutesi in questi mondi così diversi ed al tempo stesso così simili al nostro?

Atlas, Janus, Eden e Terra

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Mondi alieni: una scena della docuserie Netflix

Questa prima stagione di Mondi alieni prende il via da quattro ipotetici esopianeti, tutti con differenti caratteristiche: Atlas, Janus, Eden e Terra. In ognuno di loro la vita si è sviluppata in maniera peculiare, adattandosi in maniera perfetta alle condizioni ambientali proprie del singolo pianeta. Atlas e Janus non sono particolarmente ospitali, ma una serie di diverse creature sono riuscite ad evolvere per sopravvivere anche nelle condizioni più estreme. Nel caso di Atlas, la gravità è così forte e l'atmosfera è così densa da dare la possibilità ad alcuni animali - definiti pascolatori volanti - di sopravvivere perennemente in alta quota, nutrendosi di semi che galleggiano nell'aria.

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Mondi alieni: un'immagine della docuserie Netflix

In quello di Janus, invece, il pianeta si trova così vicino al proprio sole da non poter ruotare, creando due ecosistemi completamente diversi sulle sue due facce, una arida e desertica, l'altra gelida e buia. In questo mondo scorrazzano i pentapiedi, creature - dotate di cinque arti - capaci di sopravvivere su entrambe le facce, ma che nascono nella zona detta "crepuscolare", dove notte e giorno si incontrano e le condizioni climatiche sono favorevoli. Cosa dire poi di Eden e Terra? Per quanto riguarda il primo le sue due stelle hanno fatto sì che si creassero condizioni estremamente favorevoli alla vita, e gli esseri viventi che pullulano nelle sue foreste nascono, si riproducono e muoiono in un ciclo continuo. Terra, invece, se un tempo era così ospitale da permettere lo sviluppo di una moderna civilizzazione, ora il suo sole sta morendo, ed i suoi abitanti, così evoluti da pensare come se fossero parte di un'unica mente, hanno deciso di colonizzare altri pianeti.

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Mondi alieni: un'immagine tratta dalla docuserie Netflix

Ciò che rende Mondi Alieni molto di più che un divertente esercizio di fantasia è il continuo avanti ed indietro tra i quattro pianeti ed il nostro: qualsiasi informazione che ci viene data sulle forme di vita sviluppatisi su uno dei mondi lontani che ci vengono mostrati è saldamente basata su quello che accade qui sulla Terra. Parliamo di predatori che si adattano a condizioni estreme? Eccoci nel deserto a scoprire come gli scorpioni sopravvivono in un'ambiente tanto inospitale, o in una grotta in cui non arriva alcun tipo di luce, ma che è la casa di migliaia di microorganismi. Come si riproducono le creature di un mondo alieno sotto costante minaccia dei predatori? Chi potrebbe sopravvivere all'impatto - in un pianeta in cui la gravità è quattro volte quella della Terra - di un enorme meteorite (come accaduto da noi quasi 66 milioni di anni fa)? A tutte queste domande sono gli scienziati che studiano il nostro pianeta, i nostri ecosistemi e gli esseri viventi che li abitano a dare una risposta, fornendo a questa docuserie - per quanto fantascientifica - delle solide basi scientifiche.

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Mondi alieni: una scena della serie Netflix

Un universo di possibilità

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Mondi alieni: una scena della docuserie Netflix

Il grande valore aggiunto di Mondi alieni sono proprio tutte le voci che vi prendono parte: astrofisici, astrobiologi, microbiologi, entomologi, e molti altri ricercatori di campi diversi danno il loro contributo a questo interessantissimo esperimento, in cui immaginazione e realtà si mescolano per farci capire da dove veniamo e quale potrebbe essere il nostro futuro come specie. Tra di loro ci limitiamo a citare colui che da il via alla serie, tra le voci più autorevoli ad essere interpellate: Didier Queloz, l'astrofisico premio Nobel che ha scoperto, 28 anni fa, il primo esopianeta. Queloz, come tutti gli altri studiosi che partecipano alla realizzazione della serie, esprime un tale amore ed una tale dedizione per il proprio campo da catturarci completamente nella narrazione che ci viene imbastita davanti, così affascinante e particolareggiata. Tanto la sua voce come tutte le altre ci incollano allo schermo per le quasi quattro ore di durata di questa docuserie, trasportandoci davvero nei mondi lontani che ci vengono raccontati. Mondi alieni è una piccola ma imperdibile aggiunta al catalogo Netflix, da gustarsi in un sol boccone: a visione ultimata, però, ci dispiace che ad essere immaginati e creati siano stati solo quattro esopianeti, perché ne avremmo voluti molti di più. Questo documentario ci ha aperto un universo intero di possibilità, e noi vorremmo esplorarle tutte.

Conclusioni

Terminiamo questa recensione di Mondi alieni sottolineando ancora una volta quanto questa docuserie Netflix sia interessante e ben fatta: unendo scienza e fantascienza trasporta lo spettatore su pianeti lontani, immaginando come diverse forme di vita possano esservisi sviluppate applicando le leggi che governano l’esistenza qui sul pianeta terra. Importantissimo il contribuito di numerosissimi ricercatori e scienziati: uno fra tutti Didier Queloz, l’astrofisico premio Nobel che ha scoperto, 28 anni fa, il primo esopianeta.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.6/5

Perché ci piace

  • L'interessante idea alla base del documentario.
  • Gli scienziati e ricercatori che contribuiscono alla realizzazione della serie e danno ai "mondi alieni" che ci raccontano solide basi scientifiche.

Cosa non va

  • Quattro esopianeti da scoprire sono troppo pochi!