Mio padre è un sicario, la recensione: Nicolas Cage in una godibile action-comedy

La recensione di Mio padre è un sicario, film dove il popolare attore veste i panni di un canuto sicario in pensione, costretto a tornare in azione per difendere la sua famiglia. Su Sky e NOW.

Mio padre è un sicario, la recensione: Nicolas Cage in una godibile action-comedy

Ashley è la moglie di un piccolo criminale al servizio di un crudele gangster, che poco oculatamente ha deciso di tradire. Dopo la cattura di suo marito, la donna si ritrova malauguratamente in possesso di una chiavetta USB contenente materiale sensibile e decide insieme alla figlioletta Sarah, dodici anni appena, di cercare l'aiuto di suo padre, Matt, che non vede da molti anni. L'uomo conduce da anni un esistenza ritirata alle isola Cayman e non potendosi permettere un biglietto aereo per entrambe, Ashley manda Sarah da sola dal nonno, con l'obiettivo di seguirla il prima possibile.

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Mio padre è un sicario: Nicolas Cage in un'immagine

Come vi raccontiamo nella recensione di Mio padre è un sicario, Matt non è però un nonno qualsiasi, è infatti un assassino in pensione. Quando Ashley finisce nelle mani del boss, quest'ultimo manda poi il suo luogotenente Bobo nella località esotica a recuperare i dati. Ma sono impreparati al loro arrivo e Matt darà loro del filo da torcere nel tentativo di salvare la sua famiglia.

Questione di stile

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Mio padre è un sicario: Nicolas Cage in una foto

Fin dai primi secondi, con la comparsa dei nomi in sovrimpressione a introdurre i vari personaggi - principali o secondari che siano - la chiara impressione è quella di trovarsi di fronte a un'operazione dichiaratamente caricaturale, impressione poi confermata con lo scorrere dei minuti. Ironia e violenza pulp all'acqua di rose si susseguono infatti per cento minuti di visione costantemente sopra le righe, con buona pace della verosimiglianza e del realismo. Un film "usa e getta", tanto scorrevole quanto innocuo, nella piena regola dei b-movie a tema, come confermato non soltanto dalle scelte di casting ma anche dal "trucco e parrucco": Nicolas Cage in versione nonno, con tanto di barba e lunghi capelli bianchi, vale da solo il prezzo della visione.

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Chi si vede

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Mio padre è un sicario: Nicolas Cage in una scena

Pur senza competere con altre pellicole ben più riuscite interpretate in quest'ultima parte di carriera dal popolare attore premio Oscar, Mio padre è un sicario è un intrattenimento esile ma godibile, con una folta stuola di guest-star in ruoli secondari: da Ron Perlman nelle vesti di cattivo poi non così cattivo all'acchiappafantasmi Ernie Hudson, per arrivare a un Jackie Earl Haley nelle vesti di villain scult, il cast è ricco ed eterogeneo al punto giusto. Una crime comedy sui generis in un luogo esotico, con scene d'azione dai richiami trash - vedere per credere Cage che spicca un salto olimpionico per afferrare una pistola al volo, sorta di parodia dei gloriosi tempi di Face/Off - Due facce di un assassino (1997) - e tradimenti vari che vedono coinvolte le numerose figure in gioco.

Luci e ombre

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Mio padre è un sicario: Nicolas Cage in una sequenza

Il regista e sceneggiatore Tim Brown cambia tono rispetto al suo precedente Buckley's Chance (2021), film per famiglie e coming-of-age, ma anche in questo caso non manca un personaggio preadolescente, quello della risoluta nipote Sarah, pronta a essere determinante nel momento del bisogno. Il ruolo della madre è affidato ad Ashley Greene, cara ai fan di Twilight dove interpretava il personaggio di Alice Cullen. Senza eccellere e privo di momenti memorabili, Mio padre è un sicario è piacevolmente stupido, uno di quei classici film da guardare a cervello spento che richiamano a titoli coevi di inizio millennio, con tutti i pro e i contro del caso. Basso budget e anima da puro cinema di serie B: senza avere troppe aspettative, Mio padre è un sicario è una corsa che vale la pena correre.

Conclusioni

Un killer in pensione deve riprendere in mano le armi quando la figlia e la nipotina mai conosciuta si ritrovano braccate dagli scagnozzi di un crudele gangster, pronto a tutto pur di tornare in possesso di una preziosa chiavetta USB. Ma quel nonno apparentemente dismesso si rivelerà un osso assai duro da affrontare... Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Mio padre è un sicario, ci troviamo davanti a un godibile b-movie che si fa forza soprattutto sull'eterogeneo cast capitanato da un Nicolas Cage insolitamente canuto, in una performance che ben si adatta allo spirito piacevolmente goliardico dell'operazione, tra ironia e violenza pulp. Niente di trascendentale sia chiaro, ma un film che svolge il suo compito di esile intrattenimento con il giusto piglio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.8/5

Perché ci piace

  • Nicolas Cage guida un solido cast di guest-star in ruoli più o meno secondari.
  • Apprezzabili vibes da b-movie.

Cosa non va

  • Sceneggiatura inverosimile come da premessa.